Chi ha messo Bella nell'olmo? [seconda parte]




Non c'è solo un teschio, nell'olmo di Hagley Wood

Il resto del corpo giace in profondità, sepolto nelle viscere secche della pianta. Rannicchiato in posizione fetale, carne contro midollo. Cuore umano, corpo vegetale. Una driade del bosco. La driade di Hagley Wood. 

Allertati dal padre di Thomas, all'alba i poliziotti circondano l'olmo. Piantano paletti, sondano il terreno. Lo scheletro è incastrato nella pianta, impossibile da tirar fuori senza danneggiare l'uno o l'altra. Il tronco viene aperto a colpi d'ascia, il legno schiantato, l'olmo sradicato. Al corpo manca la mano destra. Viene ritrovata anche quella. Sotto un mucchio di foglie morte, ai piedi dell'albero abbattuto. 

Ossa e vestiti a brandelli. La vittima indossava abiti dimessi, privi di etichetta – un cardigan dall'aria vissuta, una gonna di panno, una singola scarpa consumata. Povera è pure la fede che porta al dito. Niente cappotto, niente borsetta.

Steso sul tavolaccio della sala settoria, sotto l'occhio incandescente di una lampada chirurgica, lo scheletro racconta al medico legale quello che può. Innanzitutto, è una donna e di certo ha avuto almeno un figlio. Aveva più o meno 35 anni quando è stata uccisa, ed è alta un metro e mezzo. Non ha un bel sorriso, anche se c'era chi lo trovava interessante: gli incisivi superiori sono accavallati, come un ventaglio mezzo aperto. Un dentista l'aveva visitata, una volta. Porta ancora le tracce dei suoi ferri in bocca. Probabilmente, a ucciderla è stato quel pezzo di stoffa che il medico tiene tra le mani. Un bavaglio, forse, che le è scivolato in gola mentre cercava di urlare, soffocandola. O forse a infilarle la stoffa in bocca sono stati gli scoiattoli. I topi. Forse sono stati i ragazzini, rimettendo a posto il teschio. È passato così tanto tempo... Diciotto mesi, da quando è morta.

Era ancora viva, quando l'avevano messa nell'olmo? 

Sì, era ancora viva. 





Il caso della donna nell'olmo di Hagley Wood suscita un discreto clamore in tutta Birmingham. La stampa riempie pagine e pagine di dettagli sul ritrovamento. Eppure, nessuno si fa avanti per identificare il cadavere. 

Del resto, c'è una guerra in corso, e la guerra fagocita l'attenzione di tutti. 
Non c'è tempo per occuparsi di un caso come quello. 
Non ci sono uomini a sufficienza per dare un nome a un fantasma e al suo assassino. 

La donna nell'olmo scivola nell'oblio. Come se non fosse mai esistita. Il suo corpo finisce all'università di Birmingham per ulteriori esami. Gli effetti personali e il referto dell'autopsia rinchiusi in uno scatolone, contrassegnati da un numero e una data, impilati in uno scaffale, dietro la porta di ferro di un magazzino che sono in pochi a visitare. 

Lunghi mesi fanno seguito a quel 18 aprile. La primavera cede il posto all'autunno, l'autunno all'inverno. Arriva dicembre, e sul muro di una casa, a pochi metri da Hagley Road, compare una scritta: 


Who put Luebella down the wych elm - Hagley Wood? 


Potrebbe essere un caso, o l'opera di un mitomane, ma i graffiti si susseguono; appaiono in diversi punti della città, sempre di notte:  lettere pulite, tracciate con gessetti o ampie mani di vernice bianca.

A volte la frase cambia per una lettera: Luebella diventa Bella, il wych elm si trasforma in witch elm. Il messaggio, però, no: quello non cambia. Diteci chi l'ha messa nell'olmo. Avanti. Forza. Troverete mai il suo assassino? 

In mancanza di altro, quella dei graffiti sembra l'unica pista da seguire. E tutti, dagli inquirenti alla stampa al singolo operaio, prenderanno a rivolgersi al caso come a quello di "Bella nell'olmo".
Lo scrittore misterioso non si farà mai avanti. Non rivelerà nient'altro che quel singolo nome.
I graffiti continueranno ad apparire per tutta Birmingham. Sempre negli stessi punti. Per anni. 

Le ipotesi 

La morte di Bella – se questo davvero è il suo nome – rappresenta per chi indaga più di una sfida. Visto che di lei non si sa praticamente nulla, gli inquirenti si muovono alla cieca. Pescano sul fondale di un abisso dove si agitano dozzine di ipotesi, una più sfuggente dell'altra. 

La vittima di un rituale? 


fonte horrorgalore.com

La mano mozzata catalizza l'attenzione di alcuni, che in quella mutilazione leggono un messaggio: non è forse una mano della gloria, quella? Una di quelle mani mummificate, strappate dai cadaveri degli impiccati, e usate dai ladri di ogni epoca per compiere i loro crimini? Sciogli del grasso umano per accendere le dita: la mano brucerà per sempre e solo per te; immobilizzerà chi vuoi, lo trascinerà in un sonno profondo e ti schiuderà ogni serratura. 

Sul caso si esprime anche l'antropologa Margaret Murray. Proprio partendo dalla mano mozzata, la Murray avanza l'ipotesi che Bella sia la vittima di un antico rituale. Una strega, in realtà, processata e condannata a morte dai membri della sua stessa congrega. Rinchiusa nell'albero per neutralizzarne i poteri, come consigliano le vecchie leggende. Storie che solo un iniziato conosce. Così, intrappolata nell'olmo, la strega muore, e muore davvero. Per sempre.
Eminente egittologa e antropologa, Margaret Murray è nota principalmente per una serie di studi sul folklore europeo che sfoceranno nella teoria di un culto pagano condiviso e diffuso in tutta Europa, il culto del dio cornuto, le cui persistenze in epoca cristiana avrebbero poi dato origine al mito delle streghe. Gli studi della Murray saranno anche alla base del neopaganesimo wicca.

La spia venuta dall'Olanda 

Fonte @wikipedia

Negli anni '40, con la guerra in pieno corso, l'Inghilterra sperimenta un periodo di forte tensione e paranoia. È lo stesso governo ad alimentarla con una assillante propaganda che invita alla prudenza, a guardare con sospetto chiunque, perché chiunque potrebbe nascondere una croce uncinata sotto il soprabito.
Proprio nel periodo in cui Bella viene uccisa, si fanno più insistenti le voci riguardanti spie tedesche paracadutate nelle campagne inglesi. Uomini e donne. Agenti segreti che stanno formando pericolose cellule nel cuore di Londra. Ladri di informazioni vitali per la vittoria degli alleati.  

Qualcuno comincia a domandarsi se non possa esserci un legame tra Bella e lo spionaggio. E se la sua morte avesse a che fare con i servizi segreti di Sua Maestà?

Clara Bauerle

La prova che in molti stavano cercando viene offerta da Josef Jakobs, agente della Gestapo catturato subito dopo il suo arrivo in Inghilterra, nonché ultimo uomo a essere giustiziato nella Torre di Londra.
Tra gli effetti personali di Jakobs, viene ritrovata la foto di una donna. Interrogato, l'uomo la identifica come Clara Bauerle, sua amante, nonché cantante di cabaret. Ma c'è di più. Josef confessa che anche Clara è un agente segreto, e che sta aspettando una sua comunicazione per poterlo raggiungere in Inghilterra.
Se Clara è effettivamente approdata nelle Midlands, come suggerito da Jakobs, potrebbe aver cambiato nome. Clara Bauerle... Clarabella... Bella.
L'ipotesi che Clara Bauerle e Bella nell'olmo siano la stessa persona prende sempre più corpo. Alla fine della guerra c'è chi indaga in tal senso, e scopre che le ultime tracce di Clara risalgono al 1941. Dopo quella data, smette di esibirsi e, apparentemente, svanisce nel nulla.
Se non fosse che le soluzioni più semplici non sempre sono anche le più vere, sapremmo almeno che nome dare alla donna nell'olmo. Non è così. Oggi, grazie all'accurata ricerca storica della pronipote di Jakobs, sappiamo che Clara Bauerle non è mai scomparsa. In realtà, Clara è morta nel 1942, non in una missione ma in un ospedale tedesco, per overdose da farmaci.

Una Mossop

“... but you will never solve the mistery. The one person who could give the answer is now beyond the jurisdiction of the earthly courts. The affair is closed and involves no witches, black magic or moonlight rites…” 

“... ma non risolverai mai il mistero. La sola persona che potrebbe fornire una risposta si trova ormai al di là della giurisdizione dei tribunali terreni. Il caso è chiuso e non coinvolge streghe, magia nera o rituali al chiaro di luna...” [dalla lettera di Anna of Claverley a Wilfred Byford-Jones, 1953] 

Nel 1953, nel decennale del ritrovamento, il tenente colonnello Wilfred Byford-Jones pubblica sull'Express and Star una serie di articoli sul caso di Bella. A stretto giro di posta gli viene recapitata sulla scrivania una lettera, firmata “Anna of Claverley” nella quale la donna, pur complimentandosi con lui per i pezzi, lascia capire che sulla faccenda ne sa decisamente più di chiunque altro. 

Byford-Jones passa la lettera alla polizia, che non impiega molto a risalire alla vera autrice della missiva: si tratta di Una Mossop. E, a quanto pare, l'ultimo a vedere viva Bella è stato suo marito, Jack.

Secondo Una, Jack, che nel '40 lavorava in una fabbrica di munizioni, aveva accettato di diventare l'informatore di una spia olandese, un tale di nome Van Ralt, che rivendeva poi quelle informazioni a una cellula dei servizi segreti tedeschi che operava nelle Midlands.

La collaborazione tra Jack e l'Olandese va avanti senza inciampi fino al marzo del '41, quando i due si incontrano, per quella che sarà l'ultima volta, in un pub non molto distante da Hagley Wood, il Littelton Arms. 

Quando Jack arriva, Van Ralt non è solo: con lui c'è una donna, dall'accento spiccatamente olandese, che dice di chiamarsi Bella. I tre ordinano da bere ma, a un certo punto, tra l'Olandese e la donna scatta un diverbio. Il litigio si fa acceso.
Van Ralt chiede a Jack di portarli in un luogo tranquillo dove poter discutere con calma. 
Durante il viaggio, Bella collassa. Forse è ubriaca. Ma Jack non è sicuro. E se l'Olandese l'avesse uccisa?

Van Ralt gli ordina di fermarsi. Ormai costeggiano il bosco. Bella è sempre incosciente. L'Olandese propone a Jack di scaricarla nel bosco. La trascinano fino ai piedi di un grosso olmo dal tronco cavo. La issano sui rami e la lasciano cadere all'interno dell'albero, perché non prenda freddo durante la notte.
"Quando si risveglierà si prenderà un bello spavento". L'Olandese sghignazza. Gli occhi, però, restano fermi come ghiaccio. Dà a Jack quanto pattuito e si fa lasciare in un altro pub. 
Jack non lo rivedrà più. Ma continuerà a rivedere Bella. Continuerà a vedere volti di donna che lo spiano dai tronchi degli alberi. Teschi che lo osservano come in attesa di qualcosa.
Jack impazzisce. Sul finire del '41, si rende necessario il suo ricovero in manicomio. Muore nel 1942, a 29 anni, tormentato dai suoi fantasmi, non prima di aver confessato la sua storia a Una e a sua madre.

Basandosi sul racconto di Una, gli inquirenti riaprono il caso. A coadiuvarli l'MI5. Tuttavia, c'è ben poco da indagare. Non c'è nessuna traccia di un uomo di nome Van Ralt, che comunque potrebbe aver benissimo dato a Jack un nome falso. Così come non c'è alcun modo di risalire alla famigerata cellula nazista. Dieci anni sono un mucchio di tempo. Soprattutto se nel mezzo c'è stata una guerra.

Il racconto di Una sembra però trovare almeno una parziale conferma in un rapporto di polizia datato 7 aprile 1944, e scoperto solo recentemente. Nel rapporto, piuttosto breve, si fa riferimento a una donna di nome Bella, che batteva dalle parti di Hagley Road, e che era scomparsa tre anni prima. Voci di una prostituta olandese che esercitava a Birmingham, che si faceva chiamare Bella, e che era misteriosamente svanita nel nulla, si erano diffuse già all'epoca del ritrovamento del cadavere. Che si tratti della stessa donna fatta sparire dall'Olandese con la complicità di Jack?

Oggi, con le moderne tecniche di ricostruzione facciale forense e di analisi del DNA, si potrebbe almeno tentare di dare a Bella un volto e un nome certi. Purtroppo, non sarà possibile. Come a voler aggiungere mistero a mistero, i resti di Bella, così come pure i referti dell'autopsia, sono andati perduti.

Di Bella non restano che una manciata di fotografie, qualche articolo di giornale, e tante domande che, dopo quasi ottanta anni, non hanno ancora trovato una risposta. 
E forse non la troveranno mai.

Fonti.
Le fonti usate per l'articolo le trovate nei link sparsi nel post.
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