WRAP UP #1 - RESOCONTO LETTURE DI NOVEMBRE




In questo Novembre grigio e piovoso che ormai ci siamo lasciati alle spalle, due soggetti sono stati i protagonisti delle mie letture: Junji Ito e la Morte.


Per quanto riguarda il primo, ho spazzolato via Uzumaki voll. 1 e 2 e Brivido. Uzumaki è probabilmente una di quelle letture che entrerà nella mia personale top ten libri letti 2018. Meglio il primo del secondo volume, per il quale, a un certo punto, ho avuto l'impressione che si avvitasse su se stesso, ma nel complesso è da dargli il massimo dei voti con l'aggiunta della lode.
Meno bene va per Brivido, a partire da una linea non troppo pulita nei primi racconti (se paragonata ai disegni di Uzumaki) per continuare con storie che non sempre centrano il punto e/o sembrano non troppo ispirate. Tra le storie di Brivido ne salvo un paio che hanno spunti e svolgimenti interessanti [come Lunghi sogni, davvero davvero bello].

Pochissima la narrativa letta: Abbiamo sempre vissuto nel castello della Jackson (Adelphi), storia sulla quale mi sono profusamente dilungata qui sul blog. Rimarco il fatto che, se letto come metafora psicologica, il romanzo ha un senso e un valore che perde senza scampo nel caso opposto.

Almeno sulla carta Io e l'altro. Racconti fantastici sul Doppio a cura di Guido Davico Bonino (Einaudi) è quel genere di antologia nella quale avrei dovuto sguazzare come una Bathory in una vasca di sangue. E invece ho arrancato. Ho arrancato di brutto davanti a questa miscellanea di racconti che vanno da E.T.A. Hoffmann a Julio Cortazar passando per Poe, Kafka e Silvina Ocampo, e non riesco davvero a capire perché. Posso solo dire che ogni volta che prendevo il libro in mano mi sentivo assonnata prima ancora di cominciare a leggere. Sarà colpa dell'uomo della sabbia. Belle comunque le schede riassuntive poste all'inizio di ogni racconto. Magari tra qualche mese lo riprendo.

La Morte è, come dicevo, l'altra grande protagonista delle mie letture di Novembre.
La vedova allegra. Storia della ghigliottina di Antonio Castronuovo (Stampa Alternativa) è uno spassoso excursus sulle origini e le attività della ghigliottina. Sapevate che non fu Guillotin a progettarla? E che per decenni ci si interrogò su cosa vedessero e percepissero le teste spiccate così repentinamente dal busto? E che il primo a essere ghigliottinato fu un certo Nicolas-Jacques Pelletier per aver rubato il portafoglio a un passante? Troverete questo e tanto altro in questa sorta di bignami sulla regina degli strumenti capitali, al quale penso che gioverebbe un secondo giro di editing.

Pure su Fumo negli occhi e altre avventure dal crematorio di Caitlin Doughty (Carbonio editore) ne ho parlato profusamente e non credo di dover aggiungere altro.

Al contrario, su Stecchiti. Le vite curiose dei cadaveri di Mary Roach (Einaudi) mi piacerebbe spendere due parole. Si tratta di un reportage interessante e divertente (sì, lo è anche se parla di decomposizione e altri affari di morti). Innanzitutto, la Roach esplora a trecentosessanta gradi il campo della ricerca con i cadaveri. Il libro risale a più di dieci anni fa, ma vale la pena leggerlo anche solo come curiosario sul post mortem di chi dona il proprio corpo alla scienza. 
Si parla di fabbrica dei corpi, di crash test, di esami degli incidenti aerei, di test balistici. Di imbalsamazione e delle nuove forme di sepoltura green. Di donazione degli organi, di trapianti di corpo e di strane (e, per fortuna, sorpassate) pratiche mediche che avevano come ingrediente principale una parte del corpo umano (principalmente feci da assumere per via orale, ma il campionario è vasto). La Roach esplora, domanda, indaga e riporta. E lo fa con leggerezza, ma senza mai venire meno al rispetto per quel corpo (o quella parte di esso) che si trova sul tavolo operatorio. Leggetelo solo se avete uno stomaco foderato di piombo.

Queste in sintesi le mie letture di novembre. Quanti di questi libri avete letto? E quali vi hanno accompagnato in questo mese? Fatemelo sapere nei commenti qui o su Instagram (e vi ricordo che c'è pure un canale Telegram del blog
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1 commento

  1. della Jackson ho letto "l'incubo di Hill House" e ammetto di non essere rimasta particolarmente colpita, nonostante alcuni aspetti mi siano piaciuti. Proprio per questo voglio dare una seconda possibilità all'autrice, leggendo "Abbiamo sempre vissuto nel castello".

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