Si parla di fabbrica dei corpi, di crash test, di esami degli incidenti aerei, di test balistici. Di imbalsamazione e delle nuove forme di sepoltura green. Di donazione degli organi, di trapianti di corpo e di strane (e, per fortuna, sorpassate) pratiche mediche che avevano come ingrediente principale una parte del corpo umano (principalmente feci da assumere per via orale, ma il campionario è vasto). La Roach esplora, domanda, indaga e riporta. E lo fa con leggerezza, ma senza mai venire meno al rispetto per quel corpo (o quella parte di esso) che si trova sul tavolo operatorio. Leggetelo solo se avete uno stomaco foderato di piombo.
WRAP UP #1 - RESOCONTO LETTURE DI NOVEMBRE
3 dicembre 2018
In questo Novembre grigio e piovoso che ormai ci siamo lasciati alle spalle, due soggetti sono stati i
protagonisti delle mie letture: Junji Ito e la Morte.
Per quanto riguarda il primo, ho spazzolato via Uzumaki voll. 1 e
2 e Brivido. Uzumaki è probabilmente una di quelle
letture che entrerà nella mia personale top ten libri letti 2018.
Meglio il primo del secondo volume, per il quale, a un certo punto,
ho avuto l'impressione che si avvitasse su se stesso, ma nel
complesso è da dargli il massimo dei voti con l'aggiunta della lode.
Meno bene va per Brivido, a partire da una linea non troppo pulita nei primi racconti (se
paragonata ai disegni di Uzumaki) per continuare con storie che non
sempre centrano il punto e/o sembrano non troppo ispirate. Tra le
storie di Brivido ne salvo un paio che hanno spunti e svolgimenti
interessanti [come Lunghi sogni, davvero davvero bello].
Pochissima la narrativa letta: Abbiamo sempre vissuto nel castello
della Jackson (Adelphi),
storia sulla quale mi sono profusamente dilungata qui sul blog.
Rimarco il fatto che, se letto come metafora psicologica, il romanzo
ha un senso e un valore che perde senza scampo nel caso opposto.
Almeno sulla carta Io
e l'altro. Racconti fantastici sul Doppio
a cura di Guido Davico Bonino (Einaudi) è quel genere di antologia
nella quale avrei dovuto sguazzare come una Bathory in una vasca di
sangue. E invece ho arrancato. Ho arrancato di brutto davanti a
questa miscellanea di racconti che vanno da E.T.A. Hoffmann a Julio
Cortazar passando per Poe, Kafka e Silvina Ocampo, e non riesco
davvero a capire perché. Posso solo dire che ogni volta che prendevo
il libro in mano mi sentivo assonnata prima ancora di cominciare a
leggere. Sarà colpa dell'uomo della sabbia. Belle comunque le schede
riassuntive poste all'inizio di ogni racconto. Magari tra qualche
mese lo riprendo.
La Morte è, come dicevo, l'altra grande protagonista delle mie letture di Novembre.
La
vedova allegra. Storia della ghigliottina di
Antonio Castronuovo (Stampa Alternativa) è uno spassoso excursus
sulle origini e le attività della ghigliottina. Sapevate che non fu
Guillotin a progettarla? E che per decenni ci si interrogò su cosa
vedessero e percepissero le teste spiccate così repentinamente dal
busto? E che il primo a essere ghigliottinato fu un certo
Nicolas-Jacques Pelletier per aver rubato il portafoglio a un
passante? Troverete questo e tanto altro in questa sorta di bignami
sulla regina degli strumenti capitali, al quale penso che gioverebbe un secondo giro di editing.
Pure
su Fumo negli occhi e altre avventure dal crematorio di
Caitlin Doughty (Carbonio editore)
ne
ho parlato profusamente e non credo di dover aggiungere altro.
Al
contrario, su Stecchiti.
Le vite curiose dei cadaveri di
Mary Roach (Einaudi) mi piacerebbe spendere due parole. Si tratta di
un reportage interessante e divertente (sì, lo è anche se parla di
decomposizione e altri affari di morti).
Innanzitutto, la Roach esplora a trecentosessanta gradi il campo
della ricerca con i cadaveri. Il libro risale a più di dieci anni
fa, ma vale la pena leggerlo anche solo come curiosario sul post
mortem di chi dona il proprio corpo alla scienza.
Si parla di fabbrica dei corpi, di crash test, di esami degli incidenti aerei, di test balistici. Di imbalsamazione e delle nuove forme di sepoltura green. Di donazione degli organi, di trapianti di corpo e di strane (e, per fortuna, sorpassate) pratiche mediche che avevano come ingrediente principale una parte del corpo umano (principalmente feci da assumere per via orale, ma il campionario è vasto). La Roach esplora, domanda, indaga e riporta. E lo fa con leggerezza, ma senza mai venire meno al rispetto per quel corpo (o quella parte di esso) che si trova sul tavolo operatorio. Leggetelo solo se avete uno stomaco foderato di piombo.
Si parla di fabbrica dei corpi, di crash test, di esami degli incidenti aerei, di test balistici. Di imbalsamazione e delle nuove forme di sepoltura green. Di donazione degli organi, di trapianti di corpo e di strane (e, per fortuna, sorpassate) pratiche mediche che avevano come ingrediente principale una parte del corpo umano (principalmente feci da assumere per via orale, ma il campionario è vasto). La Roach esplora, domanda, indaga e riporta. E lo fa con leggerezza, ma senza mai venire meno al rispetto per quel corpo (o quella parte di esso) che si trova sul tavolo operatorio. Leggetelo solo se avete uno stomaco foderato di piombo.
Queste in sintesi le mie letture di novembre. Quanti di questi libri
avete letto? E quali vi hanno accompagnato in questo mese? Fatemelo
sapere nei commenti qui o su Instagram (e vi ricordo che c'è pure un
canale Telegram del blog
al quale iscrivervi – se volete)
Etichette:
Abbiamo sempre vissuto nel castello,
Brivido,
Fumo negli occhi e altre avventure dal crematorio,
Io e l'altro,
Junji Ito,
La vedova allegra,
libri letti,
recensione,
Recensioni,
Stecchiti,
Uzumaki,
varie
loading..
1 commento
I commenti sono ciò di cui un blog si ciba.
Perché il tuo commento sia pubblicato ricorda di mantenere un tono civile e di rimanere in topic rispetto all'argomento del post, e mi raccomando: non inserire dati sensibili come email o altro.
Prima di essere pubblicati tutti i commenti sono sottoposti a moderazione.
Grazie
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
della Jackson ho letto "l'incubo di Hill House" e ammetto di non essere rimasta particolarmente colpita, nonostante alcuni aspetti mi siano piaciuti. Proprio per questo voglio dare una seconda possibilità all'autrice, leggendo "Abbiamo sempre vissuto nel castello".
RispondiElimina