What would Carlton Mellick III do?

La bizarro fiction come antidoto alla realtà

Ritorno, dopo un Aprile particolarmente stronzo e un Maggio non così migliore.

La domanda che mi sono posta più di frequente, in queste settimane di silenzio, è stata: a che scopo? Non ho ancora trovato una risposta. Eppure, eccomi qui. Di nuovo. A parlarvi di libri strani e chissà cos'altro.
Con il mood di un orso polare che vede il suo mondo sciogliersi come un gelato ad agosto, tra Aprile e Maggio ho stracciato ogni programma, fatto un reset di fabbrica delle impostazioni di lettura. Abbandonato ogni tentativo di rendere Letture Pericolose un posto ordinato.

E mi sono buttata senza paracadute tra le braccia virtuali di Carlton Mellick III, che languiva da mesi nel kobo.

Carlton Mellick III durante un'appassionata predica a favore della bizarro fiction


Per chi non lo conoscesse, Mellick III è considerato il padre della bizarro fiction, quel genere di narrativa dell'eccesso che pare scritta da e per tipi strafatti di ketamina. Appartengono bizarro fiction storie che molti non toccherebbero neppure con l'unghia di un alluce, e che fanno gridare al sacrificio di poveri alberi indifesi chi considera leggere lo strumento principe dell'elevazione culturale.

Io, che vedo nei libri e nel cinema il cacciavite perfetto per scollegare il cervello dalla realtà almeno per qualche ora, ho eletto la bizarro fiction a mia migliore amica.

Per dire, l'altra sera ho messo su Prime video The stuff – Il gelato che uccide. Film cult degli anni Ottanta diretto Larry Cohen, The stuff è una commedia horror in cui una poltiglia di origine sconosciuta viene spacciata per gelato, portando in breve gran parte degli americani all'assuefazione. Se non che, mentre mangi lui, lo stuff mangia te.
The stuff è un film che fa satira sul consumismo e, nonostante un'intro che è un maccosa grande quanto il Burj Khalifa, funziona a meraviglia.

In generale, dietro le opere di Carlton Mellick III non ci sono grandi obiettivi, se non divertirsi e sfasciare tutto. Una logica punk che ho cominciato ad apprezzare sempre più, e che nell'ultimo periodo è arrivata a condizionare anche le mie storie.

Eppure, proprio come in The stuff, anche i racconti del nostro spesso nascondono un messaggio cardine. Solo che il messaggio non è l'elemento portante del racconto. È una conseguenza della storia stessa.

Del resto, non dovete neppure pensare che si tratti di opere scritte mettendo assieme assurdità a caso. Se c'è una cosa che apprezzo di Mellick III è il suo rigore nel raccontare. Basta leggere le note introduttive per capire quanto mestiere ci sia dietro l'uomo dai basettoni più eccentrici del secolo.

Ora, avendo trascorso maggio a leggere esclusivamente opere mellickiane, ho pensato fosse il caso di stilarne una personale classifica a uso e consumo del lettore curioso.

Qualcuno ha detto: mini recensioni?

Carlton Mellick III recensione
La marcia carnale - Carlton Mellick III [Antonio Tombolini Editore]


6.  In un mondo che farebbe felici molti reazionari con il pallino per la famiglia naturale, il matrimonio è obbligatorio in caso di gravidanza, il sesso solo per procreare, l'aborto è un crimine severamente punito e la vita dei genitori è subordinata a quella dei figli non ancora nati. Capita così che un tizio venga stuprato, metta incinta una donna aliena, e si ritrovi a dover morire perché la gravidanza si concluda nel migliore dei modi.

La marcia carnale è una buona storia ma, nel momento in cui Mellick III decide di rinchiudere i personaggi principali nel loro nido di amore e liquefazione, la cosa si fa piuttosto ripetitiva.
Persino le intrusioni della madre del protagonista, ciecamente convinta della bontà della legge che vuole che il suo unico figlio muoia per la sopravvivenza della prole, dopo un po' risultano prive di mordente. Una manciata di flashback, uniti alle riflessioni del protagonista sul suo lavoro di editor non sollevano un intreccio nel complesso statico. Una buona satira che, nel complesso, poteva dare di più.

Nonostante le buone premesse, La marcia carnale si piazza all'ultimo posto del mio personale graditometro.
Claustrofollia CArlton Mellick III recensione
Apeshit [Antonio Tombolini Editore] - Claustrofollia [Indipendent legions publishing]

5-4. Apeshit e Claustrofollia (quest'ultimo pubblicato da Indipendent Legion Publishing) sono pura insensatezza e glorificazione dello splatter. Più estremo il primo del secondo (soprattutto per la parafilia di una delle protagoniste), entrambi sono la versione cartacea di film slasher di serie-B. Rispetto ad Apeshit, che ha una trama più esile, Claustrofollia ci tiene a mettere su una storia che non sia solo divertimento esplosivo (nel senso più letterale del termine), ma che abbia anche una certa coerenza di fondo. Divertenti.

Se Zombeavers vi è piaciuto, questi li adorerete.
Kill Ball - Carlton Mellick III [Antonio Tombolini Editore]

3. I finali, quando sono scritti bene, compensano una storia che all'inizio non cattura.
Ci ho pensato un po' prima di mettere in carrello Kill Ball, e tutto perché la storia di un'umanità costretta a vivere in bolle asettiche perché contaminata da un virus che dissolve i corpi quando questi entrano a contatto con l'aria, non mi convinceva. Avevo il timore che l'azione sarebbe stata ridotta al minimo. E invece, sorpresa. Mellick III riesce a gestire i suoi personaggi-palla con disinvoltura e dinamismo.

E se l'evoluzione accelera in maniera eccessiva solo per esigenze di copione, che importa? Il campo dell'assurdo permette questo e altro. E, come dicevo, il finale - tra le cose più dolci e umane scritte da Mellick III – ripaga di ogni perplessità.

Carlton Mellick III Vaporteppa
La casa sulle sabbie mobili - Carlton Mellick III [Antonio Tombolini Editore]

2. Facciamo che La casa sulle sabbie mobili se la gioca alla pari con Apocalisse Peluche.
Se ho assegnato la vittoria a quest'ultimo è solo perché l'evoluzione finale della storia dei pupazzi assassini proprio non me l'aspettavo. Ma procediamo con ordine.
La casa sulle sabbie mobili è il racconto di una coppia di bambini meta-umani che si ritrovano a vagare per una villa immensa e sconosciuta – dove hanno vissuto per quindici anni – alla ricerca di genitori che non hanno mai visto. Nell'ombra si nascondono ombre minacciose, fantasmi assassini muniti di palchi che farebbero invidia al più maestoso dei cervi.
Tanto per non privarvi del piacere della scoperta, non aggiungo altro. Se non che la storia è forse una delle più intime proposte da Mellick, con un tema lampante che guida l'intreccio scena dopo scena; che l'esplorazione della villa è deliziosamente claustrofobica, e il finale di una tenerezza da tonno in scatola, roba che uno non si aspetterebbe dall'autore di Apeshit. E invece.

Apocalisse Peluche recensione
Apocalisse Peluche - Carlton Mellick III [Antonio Tombolini Editore]

1. Io Apocalisse Peluche (ma quanto gli era superiore il titolo originale, Cuddly Holocaust?) lo bramavo da anni. Sarà per questo che ho esitato tanto prima di leggerlo.

Devo dire che all'inizio la storia non mi aveva preso granché. Sarà perché le storie di viaggi, esplorazioni e simili non rientrano tra le mie preferite. Sarà che i flashback, per quanto necessari, dopo un po' mi annoiano. Ma nel momento in cui si entra nel vivo dell'azione, questo romanzetto tira fuori gli artigli e ti si incolla alla faccia con la tenacia di un facehugger. E tutto quello che puoi fare è leggere, leggere fino in fondo, fino a quel finale che vi sfido a non riporre l'e-reader con un sorrisetto di soddisfazione stampato sulle labbra.

Apocalisse peluche è pura satira, signori e signore, e leggerla oggi fa un certo effetto. Per me, merita pienamente il primo posto.

Li avete letti? Che rapporto avete con la bizarro fiction e con Mellick III?
Fatemelo sapere nei commenti!

5 commenti

  1. Ciao, ho letto quasi tutti i libri che hai messo in classifica e devo dire che sono abbastanza d'accordo su tutto. Anche io sarei stato molto indeciso tra il primo e il secondo posto, sono entrambi ben fatti e molto diversi tra loro. Mi sono affezionati ai protagonisti della casa sulle sabbie mobili e la storia dei peluche è incredibilmente originale. Altri due che adoro sono "Il villaggio delle sirene" (se non l'hai ancora letto te lo consiglio) e "I cannibali di Candyland".
    Invece un appunto personale lo faccio sul libro "Apeshit": adoro i film horror e i film splatter, e fino ad un certo punto il libro mi è piaciuto. Verso la fine, quando diventa perverso, per me è stato davvero TROPPO. Va bene inventare cose strane, va bene eccedere, ma in quel modo l'ho trovato davvero di cattivo gusto. E' un libro che secondo me non è consigliabile a tutti e anzi, non lo consiglio a nessuno! Parere personale, ovviamente...
    Recupererò volentieri, invece, quelli che mi mancano, "La marcia carnale" e "Claustrofollia". Grazie per questa classifica, molto carina

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    2. Ciao Pipkin, capisco le tue riserve su Apeshit e le condivido. Tra le opere di Mellick III è quella che mi ha più disturbata. Ma, ti dirò, che ho trovato più di cattivo gusto Cavie di Palahniuk che questo. Poi sì, in generale ritengo Mellick III uno scrittore da approcciare solo se si è pronti alla follia su carta più esagerata e depravata.
      Il villaggio delle sirene è stato tra i miei primi Mellick, ma gli reputo superiore I cannibali di Candyland. Il primo ha retto fino all'arrivo dei tritoni, che non ho trovato calzanti con il resto della storia. Del secondo ho adorato praticamente tutto.

      Claustrofollia parte un po' con il freno a mano tirato, ma una volta entrato nel mood sono sicura che ti divertirai. Fammi sapere, soprattutto se recuperi La marcia carnale. E grazie per le tue impressioni :)

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  2. Mi ritrovo molto nelle tue parole: ultimamente sento spesso il bisogno di letteratura di pura evasione, e non ho nessun problema ad accostare classici e libri più ‘impegnati’ a opere come quelle che hai citato (che, peraltro, non sono affatto prive di significato). Finora, di CM III ho letto solo “La casa sulle sabbie mobili” e “La vagina infestata”, ma ho una netta predilezione per il primo, che trovo dotato di un buon ritmo e una bella ambientazione, e che spesso sa anche essere inquietante. Ho però letto altre opere del catalogo Vaporteppa (come ad esempio “Alieni coprofagi dallo spazio profondo”) e a questo punto sono curiosa di proseguire, magari partendo proprio da “Apocalisse peluche”. Aldilà del contenuto, che può piacere o non piacere, va dato atto che i volumi Vaporteppa sono bellissimi e curati con cura maniacale.

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  3. Ciao Simona, in effetti le confezioni delle opere di Vaporteppa sono sempre curate e quelle cover... Per quanto riguarda gli italiani, oltre agli Alieni coprofagi di Crescizz ho in lista Sangue del mio sangue.
    Immagino saprai che da qualche mese Vaporteppa è passata ad Acheron books. Sono certa che dopo questa unione la qualità delle opere di Vaporteppa non potrà che migliorare :D

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