CHRISTMAS IN WEIRD. LA GUERRA DELLE SALAMANDRE di Karel ČAPEK

Perdetti la partita. Mi sembrò, d'un tratto, che ogni mossa su quella scacchiera fosse vecchia e già giocata in qualche tempo, da una qualche persona. [La guerra delle salamandre di Karel Čapek, trad. di B. Meriggi, p. 194, 2009]




Che La Guerra delle salamandre di Karel Čapec (Utet) sia, per la sottoscritta, la migliore lettura di questo 2018 dovrebbero ormai averlo capito anche i sassi.

Così come il fatto che mi sia ormai autoeletta ambasciatrice ufficiale dell'autore ceco.

Ma si tratta di un romanzo da "Christmas in weird"? Certo che sì. Sennò non ve ne parlerei stamattina. 

Ed ecco quindi una recensione riassuntiva sul perché, a mio modesto parere, dovreste proprio ficcarlo in libreria (e leggerlo, magari):

  • per il suo valore storico – quando Čapek scrive delle salamandre siamo agli esordi della Seconda guerra mondiale, e ciò che accade nel romanzo è una sorta di inquietante precognizione di quanto capiterà all'Europa intera di lì a breve;
  • per il suo valore letterarioLa guerra delle salamandre è un pout pourry di generi, che vanno dalla fantascienza alla satira fino al saggio scientifico (potremmo definirlo uno dei primi esempi di mockumentary letterario). E poi, è terribilmente divertente quando smette di essere agghiacciante.
  • perché è un bel romanzo. A cominciare dalla Prefazione. Si tratta di una di quelle storie che ogni volta la rileggi trovi nuovi spunti e nuovi stimoli. Non solo legati al passato ma anche al nostro presente. I temi che Čapek tratta sono molteplici, il suo stile è quello del drammaturgo che si trova a scrivere un'opera di narrativa pura. Maneggia i personaggi come fossero attori su un palcoscenico: sono convincenti anche nelle loro reazioni più esagerate.


E se nessuno di questi punti vi ha ancora convinto, fatelo per il suo valore estetico: con quella copertina verde mela ci sta di un bene sotto l'albero di Natale. 

Da regalare al cugino appassionato di distopie che ha un occhio puntato alle involuzioni del nostro presente.

6 commenti

  1. Casa editrice che conosco poco, titolo interessantissimo. Segno per un Natale alternativo. :)

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  2. In un certo senso anche noi appassionati di fantascienza dobbiamo molto a Capek, in fondo ha inventato lui la parola Robot. ;)

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    1. Vero. Io me lo sto centellinando, il signor Capek. Anche perché molte delle sue opere, per trovarle, si deve fare biblio archeologia. R.U.R. sarà tra le prossime letture. Adesso ho sul comodino L'affare Makropulos.

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  3. In effetti, anche solo se fosse per la copertina verde mela, mi pare che sia un titolo che merita. Le edizioni UTET sono meravigliose... unico neo è che quando li apri per leggerli gli UTET si distruggono.

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  4. Guarda, io sono un vero mostro con i libri. Per il momento, devo dire che questo ha retto benissimo le mie torture. Al contrario, Atlantide e i mondi perduti di C.A.S. è caduto dal tavolo e la copertina si è spaccata, mentre alcuni Fanucci ormai sono fogli volanti tra gli scaffali della libreria. :/

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