CHRISTMAS IN WEIRD. H COME MILANO di Emilio de' ROSSIGNOLI

Sono un pesce, tirato a riva e abbandonato. Salto, guizzo, agonizzo per ore, ma non ho uscita se non mi ributtano a mare. La sola differenza è che il pesce può sperare e io no: il mio mare si è prosciugato. Lascia scoperti paesaggi sottomarini, piante abissali dai fiori prensili, spugne, coralli, meduse e pesci. Ma tutto muore perché l'onda non c'è. [H come Milano, Emilio de' Rossignoli, Meridiano Zero, 2017, p. 131]


H come Milano recensione

Chiudiamo questa prima settimana di consigli "a bomba".
Anzi, proprio con un'esplosione nucleare
E lo facciamo trasferendoci a Milano.

La città è esplosa come un petardo. Le strade sono ricoperte da un nevischio di detriti. Di morte.
I sopravvissuti, muti e paralizzati, assistono alla nascita di una nuova era. Un'era di violenza, cinismo e corruzione.

È scritto nel 1965, H come Milano, romanzo che Meridiano Zero ha riproposto nel 2017 dopo decenni di oblio. 
Come L'ultima spiaggia è scritto in un'epoca di profonda incertezza, dove l'idea che il mondo sarebbe potuto finire d'un tratto, per il prurito di un Capo di Stato, non era né troppo fantascientifica, né così remota.

Così come in Il giorno dei trifidi, marciamo nella città disfatta in compagnia di un uomo - protagonista e voce narrante - e di una donna, Milva, poco più di una ragazzina.

'De Rossignoli sfrutta il pretesto della bomba atomica per offrire un ritratto post atomico dell'Italia dell'epoca.

Un ritratto feroce che pare dipinto da Goya.

Ci si imbatte in orde di emigrati del Sud Italia che sfruttano il disastro per prendersi una rivincita, e mettono in piedi una sorta di cittadella alla Mad Max, tesa al controllo dell'acqua dei Navigli. Si finisce a languire in ospedali riconvertiti in lazzaretti, dove vengono ammucchiati i contaminati delle radiazioni e lì lasciati a morire.
Nelle metropolitane millepiedi umani e ciechi si aggirano tra i condotti, nutrendosi di ratti.
Essendo ormai chiusi i parrucchieri, i travestiti fanno lo scalpo alle donne che incontrano.

A fare da sfondo una Milano distrutta e mortificata, annichilita sotto il peso di un orrore che non riesce a sopportare e che sembra come collassare di sua spontanea volontà, come a volersi sottrarre all'abbruttimento collettivo.

Lo stesso accade al protagonista, che perde a poco a poco la sua razionalità, la capacità di affrontare il futuro con ottimismo e voglia di fare, e che lentamente si lascia trasportare dalla follia collettiva.

Questo porta le ultime pagine del romanzo a trasformarsi in un vortice di pensieri e sensazioni del quale non sempre è facile acciuffarne il senso, ma che delinea alla perfezione cosa si intende per rovina completa e totale.


H come Milano non vincerà il premio per romanzo più scientificamente corretto dell'anno, ma è un curioso esempio di post-apocalissi italiana e, se avete già letto Le venti giornate di Torino, questo non può mancare nella vostra libreria. Né sotto l'albero di Natale di un appassionato di fantascienza vintage.

Note a margine. 
Avrebbe giovato al testo un secondo giro di correzione di bozze ma, come si dice, a caval donato...

2 commenti

  1. Ciao, mi permetto di segnalare il libro "L'uomo che credeva nei vampiri" uscito recentemente per Profondo Rosso e che racconta la vita e le opere di De Rossignoli, oltre a contenere un romanzo (Lilith) e la cronaca dei casi criminali più sanguinari degli ultimi secoli (GLI EFFERATI):

    http://www.profondorossostore.com/it/home/346-m-boschini-f-camilletti-e-a-preiano-l-uomo-che-credeva-ai-vampiri.html

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    1. Ciao! Segnalazione interessante. Lo metto in lista, grazie :)

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