Perciò prendetevi pure qualche minuto, e continuate a leggere.
NORMA BATES - PSYCHO (Robert Bloch)
“Il migliore amico di un ragazzo è sua madre”, dice Norman Bates. E a ragione.
Soprattutto se la madre in questione è l'unico essere umano nel raggio di chilometri. Poi, va da sé: di solito uno le amicizie se le sceglie, ma con la mamma...
La signora Bates conquista la palma di madre vessatoria, e si porta a casa un bel figlio dissociato affetto da gravi turbe della personalità.
Ma Norman, tutto sommato, è un bravo ragazzo, e la signora può stare certa che ogni anno scenderà in cantina per infilarle un mazzo di crisantemi tra quel che resta delle sue dita rinsecchite.
La filosofia della signora White è composta di un solo, semplicissimo precetto: se il mondo è una cloaca, allora la donna rappresenta uno degli elementi più disgustosi di quel mondo.
Tutte attività legittime, se non fosse che la signora White ha il vizio di voler mortificare non solo se stessa ma anche la figlia, impedendole di vivere al di là delle mura della propria casa.
Pertanto Carrie è senza ombra di dubbio il frutto del peccato. E cosa si fa con un frutto, quando mostra i segni della maturazione?
Lo si fa a fette prima che marcisca, ovvio.
Ma ora che il padre rischia l'arresto per appropriazione indebita (ah, il fascino del tavolo da gioco!), e il loro status sociale minaccia di spalmarsi su un marciapiede o, per dirla in altri termini, di ciondolare da un cappio, come rendere Else felice?
Una soluzione c'è: basta che lei, la cara, piccola Else, vada a chiedere il denaro necessario a un amico paterno. In fondo, Von Dorsday ha sempre avuto un debole per lei (figuriamoci: è così carina!), e sarà di certo felice di sborsare un bel bustone di marchi per la bella faccia di Else. O, forse, non solo per quella... Ma che importa?
Non lo farebbe, Elsie, per loro? Non vuole aiutare il suo papà? Vuole davvero che la sua famiglia finisca in un ospedale per poveri, brutta, piccola ragazzina viziata e senza cuore?
Che cosa strana davvero che, nonostante una madre tanto giudiziosa, alla fine la piccola Elsie impazzisca in maniera così plateale.
Sonya ha un figlio. Non ha idea di quanti anni abbia, né che cosa gli serva. Sa che sta da qualche parte, nel suo piccolo appartamento tossico dove la cosa più calorica da mangiare è una manciata di cocaina.
Ogni tanto, quando si ricorda di lui, va a dargli da mangiare. O gli fa ingoiare qualche pasticca, per farlo stare calmo e dormire.
Oppure tenta di abbellirlo infilandogli degli orecchini negli occhi.
È tanto bello il figlio di Sonya, calmo e quieto come un bambolotto di plastica pieno di cicatrici intrappolato nel suo lettino dalle sbarre altissime.
La società va a rotoli perché nessuno più rispetta il prossimo e se ne infischia delle regole? Ci pensa Mamma Sutphin a sistemare le cose.
Con un paio di forbici in mano e un sorriso perfetto vi insegnerà come riparare gli strappi con la società civile.
Avete spezzato il cuore di sua figlia per una fatua modella dalla voce gommosa? Non c'è problema: lasciate solo che lei si prenda la vostra milza, per pareggiare i conti. E se vi piacciono i musical... beh, fareste proprio bene a trattare con i guanti suo figlio (proprio lui: il ragazzo che lavora al negozio dove li prendete in prestito), altrimenti le ultime note che sentirete saranno quelle di un cosciotto arrosto che vi schianta il cranio.
E quando salite in auto per tornare a casa, dopo aver gustato una delle sue deliziose torte, ricordate solo una cosa: le cinture vanno sempre allacciate. È per il vostro bene.
wow! "Mamma Tochter" lo vorrei leggere ^^ ma "Sonya" mi ha messo proprio i brividi con la parte degli orecchini negli occhi °A°
RispondiEliminaBel post ^_^