LA COLLINA DEI CONIGLI - Richard Adams


Questo è uno di quei romanzi che, non fosse morto il suo autore, avrei probabilmente continuato a ignorare ancora a lungo.

Questo è uno di quei romanzi che “trascendono” il pubblico di riferimento. Narrativa per ragazzi, certo: è così che nasce ed è così che viene venduta la storia di Moscardo e compagnia, ma fossi in voi non mi fermerei alle necessità di catalogazione.

Questo è uno di quei romanzi che, una volta letti, si fermano nel cuore e nella testa di chi legge. Non se ne scappa. Per quanto vogliate togliervi di dosso la pelliccia, ne resterà un pezzetto incollato da qualche parte. E Watership Down sarà per sempre la vostra casa.
"Tutto il mondo sarà vostro nemico. E chi t'acchiapperà, t'ammazzerà, Principe dai Mille Nemici. Però prima dovranno pigliarti." [La collina dei conigli, Richard Adams, trad. Pier Francesco Paolini, Bur, 2015, pag. 34]
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La collina dei conigli [tit. or. Watership Down – 1972] esordisce lontano dalla carta e dalla macchina da scrivere. Quella di Moscardo, Quintilio, Parruccone e degli altri conigli che si mettono in viaggio, per raggiungere un luogo sicuro, lontano dalla “madre-conigliera” sulla quale grava una terribile minaccia, è una storia che odora di lenzuola di cotone e latte caldo. È un racconto orale, nato come favola della buonanotte e poi sviluppatosi in questa affascinante, aggressiva e meravigliosa epica dei lagomorfi.

Inglese, figlio di un medico di campagna (che nel romanzo fa una breve comparsa, sul finire della storia), fino alla pubblicazione di Watership Down Richard Adams passa il suo tempo a svolgere la vita dell'impiegato statale. Quando, dopo aver collezionato ben tredici rifiuti, il racconto dei conigli viene finalmente pubblicato, il successo è enorme e Watership Down entra ben presto a far parte dei classici della letteratura.

Come accade per i classici, La collina dei conigli non si limita a essere una lettura destinata ai ragazzi, ma affascina e appassiona i lettori di ogni genere di età.


Cos'è che rende tanto speciale Watership Down? Innanzitutto i personaggi. Che sono conigli in tutto e per tutto, e come tali pensano e si comportano. Si tratta di conigli antropomorfizzati quel tanto che serve per dare loro caratteri ben differenziati, e, sebbene ciascuno di essi incarni un particolare archetipo narrativo, ciò non ne altera la verosimiglianza. I suoi protagonisti appaiono “vivi” perché Adams non ne standardizza le personalità; al contrario, dà loro qualità e difetti: l'eroe ha paura; il capo fallisce; il profeta non viene creduto.

Se fosse stato scritto da un coniglio, Watership Down sarebbe probabilmente una sorta di mash-up lagomorfica tra l'Iliade, l'Eneide e l'Esodo, nel quale troviamo un profeta (Quintilio), un capo destinato a guidare il gruppo in salvo (Moscardo), un eroe (Parruccone) con l'aggiunta di una serie di personaggi secondari chiamati a ricoprire ruoli più o meno importanti, alcuni di questi destinati addirittura a rivelarsi decisivi per la sorte della nuova conigliera.

Adams non si limita alla caratterizzazione dei personaggi, costruisce attorno ai conigli un mondo con le proprie regole e il proprio linguaggio. In generale, benché siano ammesse eccezioni tra una conigliera e l'altra, ciascuna “società di conigli” è sottoposta al controllo di un capo, il -, a sua volta coadiuvato nella gestione del potere dall'Ausla, il corpo di guardia.

Anche se non ne percepiamo i versi, dice Adams, i conigli hanno una propria lingua, il lapino, e una ricca mitologia sulla quale spiccano El-ahrairà, mitico primo coniglio, Frits, il sole, e il Coniglio Nero di Inlè, creatura della notte. Su queste figure i conigli intrecciano racconti che si alternano alla narrazione principale, che è il racconto di come Moscardo e Quintilio decidano di abbandonate la conigliera gestita dal Trearà per fondarne una nuova.
Se Moscardo decide di partire per noia e per l'irrequietezza del giovane maschio, Quintilio ne sollecita la partenza perché spinto da un presentimento, uno dei primi presagi che avrà e che, mano a mano, si faranno sempre più vividi e potenti.


Tuttavia il viaggio intrapreso dai conigli non si rivelerà affatto semplice, né privo di pericoli. Nel corso degli spostamenti verso il colle Watership, sorta di terra promessa e meta finale della loro spedizione, i conigli si troveranno ad affrontare luoghi oscuri, fangosi e terrorizzanti; spazi aperti esposti agli assalti di corvi, volpi e tassi; i fucili dei contadini e i lacci dei cacciatori.
Né gli incontri con i loro simili saranno più felici: entreranno a far parte di una conigliera abitata dal corrispettivo lagomorfo degli Eloi di H. G. Wells; poi finiranno per combattere contro il generale Vulneraria, vero e proprio dittatore di una conigliera regolata rigidamente, dove la sicurezza generale è pagata con la privazione delle libertà.

Nessuno dei conigli di Adams, neppure il più fragile, è completamente inerme. A tutti il loro creatore fornisce i mezzi per difendersi e per combattere; dà loro coraggio e onore, aggressività e un accentuato spirito di sopravvivenza.
Nota a parte merita la traduzione di Pier Francesco Paolini, che è intervenuta anche sui nomi dei personaggi e sul lapino, al fine di renderli più omogenei con l'italiano. 
Al di là di questo intervento, per quanto riguarda il testo ho trovato la traduzione in linea con il linguaggio originario, certo un po' demodè, ma che ha il tono e il ritmo di una storia antica ed evocativa, fatta per essere letta ad alta voce.

Già dal primo capitolo, introdotto dal coro dell'Agamennon di Eschilo, Adams non risparmia al lettore le parti più crude e battagliere della vita dei conigli, le morti e i morsi, le amputazioni e le menomazioni.
Su più di un episodio echeggiano atmosfere da romanzo dell'orrore, con le traversate notturne negli acquitrini, gli incontri con gli elil, i predatori; le minacce nascoste nelle conigliere sconosciute.
Non manca neppure l'Ade, un luogo triste e oscuro situato in una rete di antri cavernosi dove soggiornano gli spiriti dei conigli defunti, e dove Inlé miscela il morbo bianco e le altre malattie che, in una notte, hanno il potere di distruggere intere conigliere.

La morte arriva spesso, sotto forma di volpe, cane o di pallini. I conigli si azzuffano e non lesinano agli avversari morsi che strappano la carne o calci che spezzano femori. L'odore del sangue è pungente e impregna le pagine di questo romanzo. Che tuttavia scorre, con una naturalezza disarmante.

Perché quello che Adams mette nero su bianco, pur romanzandolo, è la storia della vita. Una vita fatta di nascite e morti, di ostacoli e rinunce, di battaglie e vittorie, di fallimenti e nuovi tentativi. La conclusione che precede l'epilogo scema così, con un progressivo allontanamento dalla conigliera che va poco a poco fuori campo, mentre il nucleo originario dei conigli lentamente si scompagina, i loro nomi spariscono dal racconto, le loro tracce si perdono dalle tane, i loro discendenti si moltiplicano, senza alcuna memoria, senza alcun clamore. 
Nel flusso incessante che dalla vita porta alla morte e a nuove vite ancora.


Dal romanzo di Adams sono state tratte una serie animata, mai trasmessa in Italia e, nel 1978, un film di animazione per la regia di Martin Rosen, film dal quale sono stati tratti i fotogrammi presenti in questo articolo.


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2 commenti

  1. Avevo questo libro in wishlist da tempo immemore ma non l'ho mai acquistato e con il tempo avevo perso interesse nella storia. Il tuo post mi ha fatto tornare voglia di leggerlo :)

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    1. Ciao Patty, confesso di averlo preso anche perché, avendo un figlio, ho intenzione di leggierglielo appena avrà la pazienza necessaria per ascoltarne e comprendere brani più lunghi .
      Ma la curiosità era davvero troppa, e ne sono stata ampiamente ripagata.
      Spero sarà così anche per te :)

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