La metà esatta (11) - AMABILI RESTI, Alice Sebold

Buon mercoledì cacciatori di libri!
Ci sono libri che ti finiscono tra le mani per caso e altri che lo fanno al momento opportuno. È successa una cosa del genere per il romanzo che andremo a "sezionare" oggi, e sezionare è davvero il termine più adatto a introdurre Amabili resti di Alice Sebold.

Il film, immagino, lo conosciate tutti.
Ed è proprio dal film che l'idea di leggere il romanzo mi ha sfiorata parecchie volte, senza mai arrivare a una vera concretizzazione. Troppo pigra, forse, o forse non ero convinta al cento per cento che la storia di Susie fosse adatta a me, chissà. Fatto sta che non ho mai davvero avuto l'intenzione di comprarlo, se ne stava lì, tra i romanzi da "possibile Wishlist". Finché, lo scorso fine settimana, avevo cominciato Battle Royale di Koushun Takami, ma non era il momento adatto, arrancavo nella lettura e, quando succede, so che al 99% dei casi il problema è mio: non sono nello spirito adatto.
Così, torno a posarlo sul ripiano alto della libreria, quello dei "romanzi da leggere".
Solo che, degli altri titoli a disposizione, nessuno mi attirava. Vi è mai capitato? Avete una piccola libreria in casa ma niente, non c'è nulla che vi ispiri.

Poi, il miracolo (va be', non voglio esagerare, ma più o meno, in piccolo...) vado in edicola e scopro che l'edicolante ha messo in vetrina il suo personale angoletto dei libri usati a metà prezzo. E lì, tra le pagine ingiallite dal sole e gli angoli piegati, stava il romanzo della Sebold.


Mirabile coincidenza tra opportunità e stato d'animo.
L'ho preso, perché sapevo che non avrei potuto fare altrimenti, perché il mio umore in questo periodo è quello che si definisce melancholia e Amabili resti è un romanzo che ti costringe a piangere e a leggere e a stare male, tirando fuori tutto il malessere che senti esploderti dentro, tutta la tristezza che ti avviluppa, e tutta la solitudine che ti sta accoccolata in braccio come un grosso e peloso gatto persiano.

Ma del romanzo ve ne parlerò presto. Qui e adesso, vi lascio alla lettura della sua metà, e precisamente a pagina 208.

Buona lettura!





Li guardò, scrutandoli negli occhi. Tutti e due lo stavano seguendo. Volevano seguirlo. Non avevano piste, né un cadavere, né indizi. E forse quell'uomo strano aveva una teoria su cui si poteva lavorare. "Beh, chiunque sia stato, ho dedotto, doveva aver costruito qualcosa sottoterra, una specie di tana, e confesso che mi ci sono arrovellato e l'ho immaginata nei dettagli come faccio con le case di bambola, l'ho disegnata con un caminetto e gli scaffali, insomma, io sono abituato così". Dopo un silenzio, aggiunse: "Io ho molto tempo a disposizione".
"E ha funzionato?" chiese uno dei due agenti.
"Sono sempre stato convinto di averci visto giusto".
"Ma perché non ci ha chiamati?"
"Non sarebbe servito a restituirgli la figlia. Quando l'agente investigativo Fenerman è venuto a farmi qualche domanda, gli ho accennato ai miei sospetti sul figlio degli Ellis e alla fine sie è visto che mi sbagliavo. Non mi andava di intromettermi con un'altra delle mie teorie da dilettante".
Gli agenti si scusarono per il fatto che Fenerman gli avrebbe fatto visita anche lui l'indomani, probabilmente per esaminare le stesse cose: per vedere l'album da disegno, per sentire le sue ipotesi sul campo di granturco. Il signor Harvey accettò tutto come un cittadino ligio al dovere, nonostante fosse lui la vittima. [Amabili resti, Alice Sebold, p. 208, Edizioni e/o, trad. Chiara Belliti]

Sono curiosa di leggere i vostri commenti! E, come sempre, Buone letture ♥

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2 commenti

  1. Un libro davvero speciale, mi era piaciuto un sacco!!!

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    1. Ciao Alessia, l'ho finito proprio stamattina. è uno di quei libri che vanno letti al momento giusto. Per quanto mi riguarda, sono strafelice di aver aspettato. Lo recensirò a breve <3

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