La scrittrice scomparsa. BARBARA NEWHALL FOLLETT
And then - she rose into the air, and, hovering an istant over a great laurel-bush, vanished. [Barbara Newhall Follett, The House Without Windows, Spitfire Publishers LTD, 2019]
"Fu allora che accadde - si sollevò in aria e, dopo aver svolazzato per un istante al di sopra di un folto cespuglio di alloro, svanì."
fonte farksolia.org |
Una foto in bianco e nero. Barbara è alla macchina da scrivere. Le dita sottili appena sollevate, posa da direttore d'orchestra che sta per dare l'attacco. Le labbra disegnano una linea tesa, che curva impercettibilmente verso le estremità.
Barbara Newhall Follett ha dodici anni. Ne aveva cinque la prima volta che ha posato le dita sui tasti di plastica, attirata dal suono che proveniva dallo studio di suo padre. Ne ha venticinque quando scompare dal mondo. Senza lasciare traccia.
È nata dalle lettere, Barbara, nel 1914.
Entrambi i suoi genitori hanno fatto della scrittura un mestiere e il suo è un destino in qualche modo segnato. La macchina da scrivere si trasforma presto nella sua personale finestra su un mondo diverso, invisibile e sconosciuto. Un mondo incantato che ribattezza Farksolia e per il quale inventa un linguaggio, il farksoo, con tutto il suo corollario di regole di pronuncia, grammatica e sintassi.
A dodici anni pubblica il suo primo romanzo, The House Without Windows.
Dovrebbe essere un regalo per sua madre, ma poi la casa dei Follett brucia e il manoscritto con lei. Barbara è distrutta e perseguitata dal fantasma della sua protagonista, Eepersip. Perciò lo riscrive da capo. Suo padre, il critico, lo revisiona e lo ritiene idoneo per la pubblicazione. Che avviene nel gennaio del 1927.
Duemilacinquecento copie la tiratura della prima edizione. Il sold out è praticamente immediato. The House Without Windows è un best-seller.
Il romanzo è un successo non solo perché l'autrice è una bambina prodigio, ma per il senso di meraviglia pura e assoluta che trasuda dalla storia e che si potrebbe accostare a quell'altro romanzo della montagna e del fantastico che è Picnic a Hanging Rock.
In The House Without Windows Barbara racconta la storia di Eepersip, bambina in fuga dalla solitudine che sceglie il bosco, l'oceano e infine la montagna come dimora. E ogni volta che i suoi genitori sono sul punto di riacchiapparla per portarla indietro, Eepersip fugge un po' più lontano.
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Ma mentre la critica accoglie con entusiasmo la sua opera, Barbara si ritrova impotente ad assistere allo sgretolarsi della sua famiglia. Di punto in banco suo padre l'abbandona per un'altra donna. Il divorzio segue poco dopo. Barbara è a pezzi, delusa e ferita. E, come Eepersip, fugge. Convince sua madre a imbarcarsi su una nave che le condurrà su e giù per i Caraibi. L'obiettivo dichiarato è scrivere un resoconto del viaggio a quattro mani, c'è già un editore disposto a comprare il manoscritto. Ma Barbara vuole solo allontanarsi il più possibile da posti che le sono dolorosamente familiari e dall'ingombrante assenza di suo padre. Imbarcandosi può fingere che lui non se ne sia andato. Che sia ancora a casa, a battere sulla macchina da scrivere. Può immaginarne il ticchettio invece di dover sopportare il silenzio assordante del suo ufficio vuoto.
Di nuovo sulla terraferma, Barbara viene lasciata alle cure di un'amica di famiglia mentre sua madre torna a Honolulu, dove ha trovato lavoro mentre termina il primo dei due romanzi sul viaggio appena fatto.
Barbara si ritrova iscritta al college di Pasadena, è il suo primo approccio con un tipo di istruzione diversa da quella a cui è abituata. L'ambiente la soffoca. La fa sentire in trappola. Prigioniera. La donna con cui abita non la capisce. Barbara fugge, di nuovo.
Raggiunge San Francisco e prende una camera in hotel usando un cognome falso. Quando gli investigatori la scoprono, Barbara tenta di gettarsi dalla finestra per non dover tornare indietro.
Finisce in riformatorio. Chiede e ottiene di essere affidata a un'altra famiglia nell'attesa del ritorno di sua madre.
La stampa banchetta sulla vicenda. L'ex bambina prodigio, ora aspirante suicida, riempie le prime pagine dei quotidiani.
Barbara non se ne cura.
La Grande Depressione arriva in suo soccorso, relegando la faccenda nell'oblio.
Nel 1930 Barbara e sua madre si trasferiscono in un appartamentino di New York e lei trova un lavoro come segretaria. La scrittura, compagna fedele, non l'ha abbandonata. Comincia a scrivere il suo ultimo romanzo, Lost Island, che verrà pubblicato postumo solo nel 2012.
L'estate dell'anno seguente conosce Nickerson Rogers, un escursionista che con lei condivide l'amore per la natura e lo spirito avventuroso. Barbara e Nick si allontanano sempre di più dalla città. Passano un mese intero girovagando per i boschi e le montagne del New Hampshire; zaino in spalla, percorrono la Long Trail. Si fermano solo quando l'inverno li costringe. Barbara è libera. Felice. Scrive un resoconto del viaggio nel quale presenta Nick come suo marito, anche se i due non sono ufficialmente sposati, solo per bypassare il rischio della censura.
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La coppia prosegue alla volta dell'Europa. La Spagna, le Alpi, la Germania. Camminano, infaticabili. Torneranno solo nel novembre del 1933. Il 7 luglio del '34 Nick e Barbara si sposano davvero e si trasferiscono a Brookline.
Ma il matrimonio, cominciato con l'idillio di quel lungo viaggio di nozze anticipato, presto degrada in una routine che Barbara trova soffocante. Di nuovo, si sente costretta in un ruolo che non le appartiene, con un marito che sembra vederla a malapena. Un uomo diverso dal ragazzo avventuroso con il quale ha condiviso quei lunghi mesi per sentieri impervi, tra accampamenti e fuochi accesi nel bel mezzo di un bosco.
Barbara sospetta. Nick la tradisce. Ne è sicura. Nick vuole lasciarla.Non dorme bene, Barbara. Nick nega che ci sia di mezzo un'amante. Ma le comunica che intende divorziare. Glielo scrive per lettera. E quando Barbara torna a casa, la trova vuota.
Barbara si siede sul bordo del letto sfatto. C'è qualcosa di tragicomico in quello che le è appena successo. Senza sapere né come né perché la vita si è improvvisamente trasformata in un'assurda pantomima nella quale lei si trova a recitare il ruolo che fu di sua madre e Nick quello di suo padre. Tutto da capo. Una giostra senza fine.
E tuttavia Barbara a quel ruolo non vuole cedere. Se Nick se n'è andato tornerà, troverà un modo per farlo tornare. Lei non prenderà il largo, non questa volta. E riavranno tutto, di nuovo. Le lunghe passeggiate. I silenzi interrotti solo dai battibecchi degli uccelli. Saranno di nuovo Barbara e Nick. Liberi dagli assurdi legacci del destino.
Barbara riesce a ottenere da Nick un mese per dimostrare a entrambi che non è più ossessionata dal fantasma dell'abbandono.
Quel mese, tentativo di riappacificare il rapporto e ricucire lo strappo, sgocciola in fretta. Un mese. Due. Tre. Quattro. Nonostante le promesse, i rapporti si fanno di settimana in settimana più tesi. Fino a che, il 7 dicembre del 1939, Barbara e Nick hanno un nuovo alterco. L'ennesimo. Al termine del quale, stavolta, è Barbara ad andarsene.
Fugge, Barbara, con 30 dollari (circa 500 dollari al cambio attuale) nella borsa. Ha venticinque anni.
Nick ne denuncia la scomparsa due settimane più tardi.
Con ancora fresco il ricordo di come la stampa aveva trattato la fuga della moglie quand'era ragazza, rifiuta di contattare i quotidiani per chiedere aiuto. Lo farà solo quattro mesi dopo, ma poiché usa il suo cognome da sposata, il pubblico verrà effettivamente a conoscenza della sparizione della scrittrice solo nel 1966.
Nessuno la ritroverà mai più.
Barbara Newhall Follett nel 1939 |
La ninfa del bosco. Una possibile soluzione del caso
Nel novembre del 1948 alcuni resti umani vengono ritrovati in un boschetto, dalle parti di Pulsifer Hill. Si tratta delle ossa di una donna presumibilmente sui venticinque anni, e di alcuni oggetti tra i quali dei mocassini sportivi, una custodia per occhiali con gli occhiali all'interno perfettamente conservati, i frammenti di un cappotto fittamente intrecciato con le radici di un pino e di una betulla. E una boccetta di barbiturici. Vuota.
I resti vengono attribuiti a una donna scomparsa nel 1936, anche se la famiglia della stessa si dichiara dubbiosa sull'attribuzione. Alcune cose non tornano. Per esempio: il numero di scarpe non coincide, e la donna scomparsa non ha mai portato quel tipo di occhiali rinvenuti accanto alle ossa.
Ma gli investigatori sono ormai certi delle loro conclusioni. Il caso è chiuso.
Finché, nel 2019, lo scrittore Daniel Mills non decide di riaprirlo. Partendo dalle discrepanze segnalate dalla famiglia dell'altra donna scomparsa, Mills opera un'indagine a ritroso che, combinando fatti noti a altri meno conosciuti, avanza l'ipotesi suggestiva che quelle povere ossa possano appartenere proprio alla scrittrice scomparsa.
Delusa, depressa e terribilmente infelice, forse quel giorno di dicembre Barbara aveva davvero deciso di porre fine alla sua vita, scegliendo di farlo all'ombra degli alberi, nell'odore del sottobosco, cullata dal mormorio di un ruscello. Non lo sapremo mai con certezza, perché le ossa sono andate perdute. Ma ha qualcosa di poetico e struggente pensare che le cose siano andate in questo modo.
Divorata dal bosco, Barbara Newhall Follett si dissolve.
Come Eepersip scompare, diventando tutt'uno con la natura.
She was a fairy - a wood-nymph. She would be invisible for ever to all mortals, save those few who have minds to believe, eyes to see. To these she is ever present, the spirit of Nature [Barbara Newhall Follett, The House Without Windows, Spitfire Publishers LTD, 2019]
"Una fata - una ninfa. Per sempre invisibile ai mortali, salvo quei pochi dotati di mente aperta e occhi in grado di vedere. Per questi, lei, lo spirito della Natura, continuerà a esistere"
Fonti.
https://lareviewofbooks.org/article/a-place-of-vanishing-finding-barbara-newhall-follett/
https://crimereads.com/what-happened-to-barbara-newhall-follett/
Le traduzioni dei brani tratti da The House Without Windows sono mie
Tutti i blogger faranno la medesima fine di questa donna. Tutte le scritture virtuali sono legate a un piccolo ramo che il vento del web dissolverà nel nulla prima o poi.
RispondiEliminaAvrei voluto raccontarla io questa storia, tanto è affascinante!
RispondiEliminaBen fatto, bravissima! :)
Ciao Nick, e grazie :) io me ne sono innamorata dalla prima volta che ne ho sentito parlare, ma mi ci è voluto un po' per decidermi a scriverne.
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