Eviscerando scrittori: Organi. Manuale di scrittura anatomica di Alda Teodorani

Rinviene per un attimo, ma gli sbatto la testa contro il bordo del box doccia. Il suono è come quello dei film.
Provo a sbatterla un'altra volta, per memorizzarlo e poi cercare di riprodurlo.
Zucca spaccata? No, sa troppo di Halloween.
Cocomero? Oddio... se lo leggi d'inverno non ti va proprio giù...
[Alda Teodorani, Organi. Manuale di scrittura anatomica, Stampa Alternativa, 2002, p. 31]

Il destino è un pervertito. Prima ti strappa da qualcuno, poi, quando meno te l'aspetti, ti ci fa schiantare contro e se ne sta lì, a godersi lo spettacolo.

Alda Teodorani appartiene ai "miei"scrittori anni '90, quelli conosciuti grazie a quell'antologia-manifesto che uscì per Einaudi stile libero con il titolo di Gioventù Cannibale. All'epoca avevo tredici anni e mi stavo lentamente mutando in un riccio. La biblioteca era diventata il mio sancta sanctorum, il luogo dove rifugiarmi quando le cose andavano male. E le cose, in quel periodo osceno che chiamano pre-pubertà e che coincide con le scuole medie, andavano parecchio, parecchio male.

Insomma, com'è come non è, i Cannibali mi catturano.
Leggo i racconti, uno via l'altro, camuffando la copertina con un quaderno perché una ragazzina non dovrebbe leggere certe cose. Sono storie agghiaccianti, gonfie di sangue e sesso e così vitali che ho l'impressione che il libro mi pulsi tra le mani. Un libro di carne. O, per dirla alla Barker, un libro di sangue.
Quei racconti risvegliano qualcosa.
Qualcosa che l'incontro con Poe aveva già cominciato a smuovere, come un necrofilo che ci dà di vanga sulla tomba dell'amata.
Quelle letture sono dei grimori, che evocano il mio personale demone della scrittura.


un tipico demone della scrittura
  

Ora, come abbia fatto questo Organi. Manuale di scrittura anatomica a finire nel mio carrello virtuale è un mistero che sicuramente chi mastica il web marketing potrebbe spiegarmi, se avessi voglia di starlo a sentire.

So tuttavia cosa stavo cercando. 
Ero alla ricerca di voci.

Volevo la voce di un'autrice a suo agio con l'horror. Volevo spezzettarne le ossa e succhiarne il midollo. Forse è per questo che sono finita tra le braccia della Regina Nera della narrativa italiana.

Chissà se lo sapete che il midollo degli scrittori è diverso da quella poltiglia spugnosa, dal colore vagamente rivoltante, delle ossa comuni. È il midollo sul quale sono scritte le storie. È simile a una di quelle gomme poligusto di Willy Wonka che ti danno l'illusione di mangiare intere portate, anche se quella che stai mangiando è solamente te stessa. 
Per chi scrive, quel midollo è l'equivalente del sangue per un vampiro.

E Alda Teodorani. Beh. Lei, signore e signori, è una gomma poligusto pucciata nell'lsd e farcita di funghetti allucinogeni. Tra i midolli migliori che abbia mai assaggiato.

La sua è una scrittura organica. Anatomica. È un modo di scrivere che arriva dritto alle viscere di chi legge.

Ma non c'è solo questo. Perché Organi, sotto il velo sottile dei racconti, è un manuale di scrittura a tutti gli effetti.
Un compendio più agevole di On Writing nel quale, mentre l'autrice fa a pezzi i suoi colleghi scrittori strappando a chi il cervello a chi il pene, si concede a riflessioni secche sulla scrittura, sullo scrivere, sull'essere scrittore.


Organi non è solo il racconto sadico di una donna alla ricerca del compagno perfetto, una dark lady che si appropria di ciò che più l'attira nei propri amanti lasciando il resto ai vermi e ai cani. È un vero e proprio bignami sull'arte di raccontare storie. 

Ogni omicidio ha il suo tema: la tecnica, il rapporto autore-lettore, le influenze, le ispirazioni. Saper ascoltare, sapere vedere, saper pensare. Tutto concorre a formare una buona storia. E il sesso, anche, soprattutto, perché senza una forte passione scrivere non è che meccanismo. Un esercizio sterile, che produce racconti inerti che non lasciano nulla.

Sapete di cosa sto parlando. Sto parlando di quel romanzo scritto benissimo, impeccabile nella forma e saporito quanto una mela di polistirolo. Di quell'opera generazionale sui generis, bella, per carità, ma che sembra esistere solo come dildo personale dell'autore.

E poi c'è Alda Teodorani, che nello scrivere mette tutto, anche quella tecnica che finge di non possedere. La sua è una scrittura efficace che si basa sul connubio tra consapevolezza dei meccanismi e una passione viscerale per ciò che fa, per i suoi personaggi non meno che per le sue storie. E questo connubio le permette di trasportare il lettore dove vuole lei, come pezzi di cadavere infilati in un sacco della spazzatura.

Il suo è uno stile conciso, che non si concede sbavature e va dritto al punto come la lama di un killer professionista. È essenziale senza essere minimalista, asciuga dove necessario, riempie dov'è vuoto. Ricorda un po' il lavoro di un tassidermista, ma gli occhi delle sue creature non sono semplici bottoni di vetro. Sono globi oculati autentici, vivi, che seguono il lettore mentre, un passo alla volta, affonda nella scrittura vischiosa, appiccicosa, assolutamente carnale di Alda Teodorani.

Organi. Manuale di scrittura anatomica è un'opera da tenere sempre sotto mano, sulla scrivania, accanto al computer. A mo' di santino. Ora lo so. E lo sapete anche voi.

La migliore qualità di uno scrittore: sapere quando e come concludere; ma soprattutto concludere. [op. cit. p. 102]

Organi. Manuale di scrittura anatomica, di Alda Teodorani, Stampa Alternativa, pp. 112, 2002 

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N.d.A. La recensione di oggi apre un lungo novembre dedicato a donne da paura: scrittrici che hanno fatto dell'horror il loro fidato compagno. 

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