Le diverse forme della strega


Poiché per mezzo delle donne Satana attira nei suoi lacci mariti e figli, sarà pur risoluzione giusta della legge divina che la strega debba essere subito fatta morire. [Jean Bodin, De la démonomanie des sorciers]

Secondo gli autori del Malleus maleficarum, probabilmente il trattato di stregoneria più famoso, le donne sarebbero da sempre inclini alle tentazioni del demonio. Ce lo dimostra Eva, la prima donna, che cede senza scrupoli alla tentazione del serpente. D'altronde Eva era nata da una costola: un osso ricurvo e, pertanto, imperfetto. La sua natura è corrotta dall'origine tanto che perfino nel nome femmina – che, giocando a scarabeo con il latino, Sprenger e Institor fanno derivare da “fe et minus” – si individuerebbe la sua carenza di fede.


Ogni male viene dalla concupiscenza, che nella donna è smodata. Leggiamo nel libro dei Proverbi che tre cose sono insaziabili, e la quarta è la vulva, che non dice mai basta. Perciò le streghe si danno da fare persino con i diavoli. Per soddisfare le loro voglie perverse bruciano più ardentemente di ogni altra donna, e diventano adultere, prostitute, concubine dei potenti. Il loro volto è vento infocato e la loro voce è il sibilo di un serpente. [J. Sprenger, H. Institor, Malleus maleficarum]

La mancanza di una fede salda si lega indissolubilmente all'incontinenza della donna. Alla sua lussuria. Al desiderio che scatena nell'uomo il quale, senza femmine nei paraggi – almeno secondo la logica degli estensori del trattato – vivrebbe nella grazia e nella pace divina. È la donna, in ultima analisi, a portare il diavolo sulla terra. È in lei che il serpente si annida. Sia o meno una strega, è il suo sesso a determinarne l'innata malvagità.


Con premesse del genere è facile capire perché le vittime della caccia alla streghe che infiammò l'Europa per quasi tre secoli siano quasi tutte donne. Gli stregoni sono in minoranza, diremmo quasi un'eccezione. Il più delle volte si tratta di eretici per i quali i voli notturni, la licantropia e le partecipazioni ai sabba si traducono in crimini accessori. Né sfuggono ai sospetti di stregoneria quegli studiosi, come Johann Wier o Friedrich Spee, che si oppongono severamente ai processi contro le streghe, denunciandone gli abusi e le palesi contraddizioni.

E di streghe in circolazione, tra il 1450 e il 1750, devono essercene parecchie. Sono così tante che si pone il problema di una classificazione. Perché, se tutte le donne sono streghe – almeno in potenza – non tutte le streghe hanno gli stessi poteri.


E allora ecco le tempestarie, le misuratrici di panni, le rassicuranti e le malefiche. Le streghe in grado di mutare forma, quelle che, con un po' di creta e sputo, riescono a dare vita a topi e altri animaletti infestanti e quelle che succhiano il sangue dai bambini. Le veggenti, le maestre di fatture, le levatrici, le signore del latte, le esperte di magia, le benandanti, le erboriste.

Le streghe hanno i poteri di Circe e di Medea i cui racconti, tramandati oralmente, riemergono durante le confessioni estorte sotto tortura. Alcune sono immortali, come le masche, e per morire devono passare la propria conoscenza a una giovane parente.

Tutte spose di Satana e compagne della Signora del Gioco dai quali ricevono, in cambio della rinuncia alla fede, il potere di far grandinare e quello di fare ammalare; quello di rubare il latte dagli animali e di rendere infertili i campi; la capacità di vedere presente e futuro in uno specchio e quella di scoprire, piegando gli abiti di un infermo, la natura della sua malattia e il potere di curarla.


E sono proprio le guaritrici, la cui colpa è il praticare la scienza medica scavalcando l'autorità degli accademici - in un'epoca in cui i medici erano prima di tutto teologi sottoposti all'autorità politica e religiosa, le più esposte a una denuncia e a una condanna. Soprattutto quando i rimedi da loro proposti, miscele di erbe o di metalli risalenti alla medicina popolare che si accompagnavano a formule magiche per accentuare – con la suggestione – l'azione del preparato, si dimostrano inefficaci.

Donne vennero condannate per aver suggerito di “curare” bambini affetti da un evidente malnutrizione con uova e brodo di pollo. Altre perché si erano impegnate a guarire l'impotenza o erano sospettate di aver provocato con venefici e fatture la sterilità di questo o quel coniuge.

Né andava meglio alle levatrici, cui spesso veniva addossata la responsabilità della morte di un neonato per un parto difficile, e sospettate di aver ceduto l'anima del piccolo al demonio dal quale – ovviamente – avevano appreso la loro arte.


Nel caso di malati che non rispondevano ai salassi ordinari e alle cure canoniche erano spesso i medici, in accordo con gli esorcisti, a sospettare l'intervento di un agente esterno sulla salute del paziente. Le fatture erano allora considerate la causa primaria di malattie la cui natura era difficilmente determinabile con gli strumenti dell'epoca.

Bastava la scoperta di un pezzo di spago annodato tra le piume di un cuscino per far partire un'indagine. E se la donna accusata di aver affatturato il malato era in grado di sciogliere quei nodi, dopo che nessun altro aveva avuto successo, ciò costituiva la prova che proprio lei era l'artefice del maleficio.

Per anni giudicate creature maligne e sediziose, nel 1600, in un'Europa annerita dal fumo dei roghi, alcune donne si trasformano in streghe autentiche. Il veleno diventa la pozione prediletta di fattucchiere come Giulia Tofana, La Bosse e La Voisin.

La Voisin, in particolare, sfrutta la suggestione data da festini e messe nere con tanto di uccisioni di neonati per accrescere il suo potere e la sua influenza, passando in breve tempo da semplice chiromante a strega amica dell'aristocrazia francese

La Voisin vende fatture d'amore e afrodisiaci, e si occupa anche di aborti e anticoncezionali. Ma è senza dubbio il veleno la pozione più richiesta da quei clienti che desiderano porre fine a un matrimonio sgradito, o per liberarsi di coeredi inopportuni, o per vendicarsi di un amante che ha tradito.

Ed è proprio per vendicarsi del tradimento subito che Madame de Montespan chiede alla Voisin di avvelenare il re. La quale tenta e fallisce il regicidio per mezzo di una petizione avvelenata nel marzo del 1679. Sette giorni più tardi, con l'esplosione dell'affare dei veleni, La Voisin viene arrestata mentre in tutta Parigi veggenti e chiromanti subiscono la stessa sorte con l'accusa comune di essere avvelenatrici e infanticide. Viene arsa viva il 22 febbraio 1680.

Ma per assistere all'ultimo rogo di una donna in Europa dovremmo aspettare ancora il 21 agosto 1811. Accusata di aver provocato l'incendio che nel 1806 quasi distrusse completamente la città di Reszel, Barbara Zdunk, una cameriera appassionata di magia, viene condannata a morte e bruciata sul rogo dopo essere stata pietosamente strangolata dal boia. 


Prima di lei un'altra cameriera, Anna Goeldi, era stata tratta in arresto con l'accusa di aver affatturato, con un biscotto, la figlia del suo datore di lavoro. Nonostante le ripetute proteste di innocenza, la Goedli fu sottoposta a tortura, riconosciuta colpevole di avvelenamento e condannata alla ghigliottina. Considerata l'ultima strega d'Europa, Anna Goeldi fu giustiziata a Glarona il 13 giugno 1782.

La strega viene sottoposta a tortura perché confessi la verità, cioè perché si dichiari colpevole. Qualsiasi altra cosa dica, non sarà e non potrà essere la verità. [F. von Spee, Cautio criminalis]

Fonti.
Streghe, storie e segreti di Tersilla Gatto Chanu, Newton&Compton Editori, 2001

7 commenti

  1. Ottimo articolo, se me lo permetti lo linkerò in calce al mio prossimo post.
    Voglio fare un' unica precisazione: i benandanti friulani oltre ad essere per la maggior parte uomini erano considerati come figure positive dalla popolazione.
    http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2012/10/la-leggenda-dei-benandanti.html
    Questo ovviamente non gli impedì di finire vittime dell'inquisizione.
    Ancora complimenti per l'articolo.

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    1. Ciao Nick, sui e sulle benandanti - così come sulle masche - ci tornerò :) Questo era più che altro un post di riepilogo di una faccenda più complessa, che conto di approfondire nei suoi vari aspetti nel corso del prossimo anno, e per la stesua mi sono affidata al libro citato come fonte, dove viene ripreso parte del processo a una benandante. In genere si trattava sempre di figure positive (La Voisin è il rovescio della medaglia, quasi una profezia autoavverante), finché non finivano davanti agli inquisitori. Grazie per il link, vado a spulciarmelo con calma :)

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    2. Se ti interessa ho trattato anche le masche, janare e le cogas sarde.
      I link sono nel blog
      http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2013/05/la-stregoneria-in-italia-il-dossier.html

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  2. Che siete un po' ammaliatrici, è vero.
    Oppure noi siamo un po' (troppo) fessi XD
    Ma al di là di questo, purtroppo è vero che la donna è spesso stata bersaglio delle cose che non andavano.
    Alcune volte davvero colpevole, altre solo sfortunato capro espiatorio.
    In ulteriori casi, capro espiatorio ma indotto dalle proprie passioni (cioè, dico io: sai che ti bruciano sul rogo e tu hai l'hobby della magia in quel periodo storico particolare?).

    Moz-

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    1. Eh, ma come nel caso della "strega" accusata di pratiche magiche perché aveva suggerito di curare una bambina deperita dandole da mangiare uova a colazione e pollo a pranzo come te la cavi? Considera che spesso venivano presi come elementi di prova stai, setacci, semi e farina. I pezzetti di spago, poi, non ne parliamo. Era proprio il procedimento in sé a essere fallato. Se piangevano durante la tortura, era il diavolo a farle piangere, se resistevano, era sempre satana a sorreggerle. Non c'era via di scampo, una volta che si finiva in quel tritaossa. Comunque prometto di approfondire la faccenda, dedicandomi a singoli aspetti della questione davvero troppo ampia per chiuderla con un solo post. :)

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  3. Che poi è una donna anche colei che schiaccia con il suo piede il demonio. Sicuramente hai letto Michelet, che io adorai: "la donna nasce fata, in amore è maga ma per la società e per le religioni è strega". Bello il post di Nick, letto tempo fa. Sai, di streghe un po' me ne intendo viste le mie origini beneventane. Da noi si chiamano Janare.

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    1. Nel nostro dialetto, invece, la janara è una donna sguaiata ma credo che all'inizio il termine venisse usato con la stessa accezione :) Di Michelet lessi qualcosa durante il periodo dell'università, trovo invece formidabile il modo in cui Bodin ammette l'abuso dell'autorità pur di ottenere una confessione (anzi, di estorcerla), e curioso il potere che veniva attribuito al sangue mestruale.

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