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A novembre il blog si occuperà di donne pericolose: scrittrici di genere e personaggi storici dal fascino ombroso e disturbante. Perché la D, in donna, sta per Dark |
Oltre a essere il cimitero più imponente di Parigi, con ogni probabilità Père-Lachaise è anche tra i cimiteri più famosi del vecchio continente.
Il complesso di monumenti e cappelle sorge su una delle sette colline che circondano Parigi, un tempo nota come Champ-l'Évêque, che prima di essere destinata all'inumazione dei defunti passò per le mani di vescovi e gesuiti, cambiando nome con il mutare del tempo e degli avvenimenti storici.
Nel 1803, per volontà del prefetto, si decise di impiantare qui il cimitero est della città, che venne ribattezzato con il nome del confessore di Luigi XIV, che qui vi abitò fino alla morte.
Il Père-Lachaise venne ufficialmente aperto il 21 maggio del 1804, con l'inumazione di una bambina di cinque anni, ma fino al 1817 non era tra i luoghi più ambiti dove farsi seppellire, vuoi per la posizione, vuoi per la fama di cimitero "popolano". Finché il sindaco di Parigi non ebbe l'idea di traslarvi le spoglie di Molière e La Fontaine, oltre ai resti di Eloisa e Abelardo, trasformandolo in poco tempo in un cimitero alla moda.
Oggi la “Città dei Morti”, dove alloggiano personaggi del calibro di Oscar Wilde, Balzac e Colette, può essere considerata una vera e propria meta turistica, con tanto di cartine vendute alle fermate della metro per non rischiare di perdersi nel dedalo di tombe e cappelle.
Tra i marmi più o meno importanti che concorrono a formare la geografia sepolcrale di Père-Lachaise, spicca la dimora eterna di un personaggio forse meno noto di Jim Morrison, ma altrettanto curioso: la
baronessa Élisabeth Alexandrovna de Demidoff.
Nata Stroganoff, la baronessa sposa giovanissima il barone Demidoff.
Il matrimonio non è dei più felici e la coppia si divide con la nascita del secondo figlio. Mentre il barone resta in Russia, Elisabeth si trasferisce a Parigi dove trascorre il resto della sua brevissima vita e dove muore, nel 1818, a 39 anni. Le sue spoglie vengono traslate nel Père-Lachaise, in quello che ancora oggi è uno tra i mausolei più grandi e imponenti del complesso cimiteriale, nel viale delle Acacie.
Ed è a questo punto, con la sua morte, che la baronessa Demidoff comincia a far parlare di sé.
All'apertura del testamento, infatti, gli eredi scoprono che buona parte del patrimonio sul quale speravano di mettere le mani (circa un milione di franchi) è stato riservato a colui – o colei – che avrà il coraggio di trascorrere un anno e un mese in compagnia della defunta.
Le clausole imposte dalla baronessa in punto di morte sono chiare e stringenti: chi accetterà di sottoporsi all'impresa dovrà trasferirsi nel mausoleo, le cui pareti interne sono rivestite di specchi in modo da riflettere l'immagine del cadavere racchiuso nella sua bara di vetro. Come svago, l'aspirante ereditiere potrà leggere ciò che più desidera, purché lo faccia al lume di una candela e seduto al capezzale della morta. Non dovrà rivolgere la parola a nessuno, neppure alla persona incaricata di portargli il cibo. Avrà il permesso di uscire dalla cripta una volta al giorno, o molto presto all'alba o con il sopraggiungere del crepuscolo. Insomma: una vita da nosferatu.
A corollario di queste assurde disposizioni testamentarie, strane voci cominciano a sollevarsi sul conto della baronessa. Voci che hanno a che fare con i simboli incisi sul suo mausoleo e che per alcuni non sarebbero altro che stemmi araldici, per altri chiari segni della sua appartenenza al mondo occulto e alla famiglia dei vampiri.
Che la baronessa sia o meno un vampiro, la cosa non sembra sgomentare più di tanto i pretendenti. La notizia del testamento straordinario fa il giro di mezzo mondo, e in poco tempo i custodi del cimitero vengono travolti da una valanga di lettere, tutte contenenti la stessa richiesta: il permesso di andare a coabitare per un anno con la morta.
Ma l'impresa, come si può immaginare, è più gravosa di quanto sembri. Tutti coloro che tentano di rispettare i patti imposti dalla Demidoff si ritrovano ben presto a prendere a pugni la porta del mausoleo in preda al più sacro dei terrori. La Città dei Morti risuona delle urla isteriche degli aspiranti ereditieri. Tra chi impazzisce e chi muore, nessuno riesce a mettere le mani su quel milione di franchi.
Ora, se già avete preparato i bagagli e state per prenotare un volo last-minute per Parigi, il mio consiglio è di fermarvi. Per quanto appoggi il vostro desiderio di aggiungere al curriculum un'esperienza come “dama di compagnia per cadavere”, è bene sappiate che i vostri sogni da milionario sono destinati a restare tali.
Anche se la Demidoff è effettivamente sepolta al Père-Lachaise, e anche se il suo mausoleo è davvero zeppo di simboli arcani, la storia del suo testamento è un autentico falso. Una bufala del XIX secolo, peraltro di molto posteriore alla morte stessa della baronessa.
Non è chiaro chi o cosa abbia indotto il giornalista a scrivere il pezzo 75 anni dopo la sepoltura della Demidoff. Fatto sta che l'articolo viene ripreso da altre testate, le quali aggiungono alla storia nuovi dettagli, scatenando una reazione inaspettata nel pubblico tanto che, ancora nel 1923, c'era chi si presentava al Père-Lachaise reclamando il permesso di accomodarsi nel mausoleo.
Permesso che, inutile dirlo, finora non è mai stato concesso a nessuno.
Rinchiusa nella (presunta, a questo punto) bara di vetro, la baronessa-vampiro di Père-Lachaise attende ancora, con grande pazienza, qualcuno che sappia condividere con lei i piaceri della cripta.
Sono stato al Père-Lachaise e ho visto -tra le tante-anche la tomba incriminata. Spettrale anche di giorno.
RispondiEliminaE chissà se la famigerata bara di vetro c'è davvero, sotto tutto quel marmo.
EliminaHo visitato diversi anni fa, il celebre Père-Lachaise. Ho baciato la tomba di Wilde, visitato quella di Morrison che stavano restaurando, sostato davanti ai grandi poeti francesi. Cercato invano quella di Modigliani e trovato la piccola targa che ricorda Maria Callas. Ma non sapevo nulla della baronessa, altrimenti, almeno da lontano, avrei cercato di sbirciare. Gran bel post, arrivo da blog di Nick Parisi. Sono contenta di fare la tua conoscenza, ti salvo tra i preferiti. A presto!
RispondiEliminaCiao Mariella! Immagino che per visitare il Père-Lachaise non basti una giornata, ma già fare visita alla tomba di Wilde deve essere stata una bella emozione. La cosa più curiosa della baronessa è proprio il fatto che la leggenda sia nata anni dopo la sua morte. E poi io sono una fan delle storie che hanno come incipit un testamento maledetto. Ti ringrazio per il following. Spero che i prossimi post saranno all'altezza delle aspettative :)
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