Speciale Halloween: Caramelle avvelenate. L'ultimo Halloween di Timothy O'Bryan
31 ottobre 2019
“Papà, posso mangiare una caramella prima di andare a dormire?”
“Va bene. Ma una soltanto. Non vorrai farti venire il mal di pancia.”
È il 31 ottobre del 1974. Papà Ronald e i piccoli Timothy ed Elizabeth sono appena tornati dal loro consueto giro per le case del vicinato, nella sonnolenta Deer Park, Texas.
I bambini sono un po' delusi: avevano appena cominciato a divertirsi quando la pioggia li ha costretti a una fuga precipitosa. Il peggiore scherzetto di sempre, pensa Timothy mentre si toglie il costume e lancia un'occhiata contrariata al sacchetto delle caramelle. Sono così poche, meno dell'anno scorso. E per fortuna che papà è riuscito a scucire le Pixy Stix a quelli della casa buia, sennò il bottino sarebbe stato davvero una miseria.
Timothy si infila il pigiama e si lava i denti. Dalla porta aperta gli arriva la voce di Liz che fa i capricci. Sputa nel lavandino e si sciacqua la bocca; la menta gli fa pizzicare le guance e la lingua.
Mentre torna in camera dà un altro sguardo al sacchetto arancione. È così assorto a contemplare le caramelle, cercando di calcolare se riuscirà a farsele durare fino al Ringraziamento, che non si accorge che suo padre è seduto sul bordo del letto e quando infine lo vede sobbalza: per un attimo lo ha scambiato per uno di quegli assurdi mostri di Creepy. Scemo che sei, pensa dandosi un pizzicotto, i mostri non esistono.
“Tutto a posto?”, gli chiede suo padre. Timothy annuisce mentre si infila a letto. “Peccato per la pioggia”, aggiunge papà rimboccandogli le coperte. Tim lo guarda, sembra così dispiaciuto che per un istante si sente in colpa, come se fosse stato lui a far piovere.
“Liz?”, domanda.
“Già dorme”, risponde lui sempre con quella faccia un po' triste, da pagliaccio con il trucco tutto sciolto, e poi si volta e anche lui fissa le caramelle e sospira. “Non è granché, eh?,come bottino”, dice grattandosi la nuca.
Timothy fa spallucce. “Magari l'anno prossimo...”
“Già. Beh, buonanotte campione”, dice papà, e fa per andarsene quando Tim lo richiama.
“Papà?”
“Mmm...?”
“Posso mangiare una caramella?”
Il papà lo guarda e, accidenti, nella penombra sembra davvero uno di quei mostri di zio Tibia, che gli si vedono solo gli occhi bianchissimi in un lago di buio. “Una soltanto, però”, dice prendendo il sacchetto. “Quale vuoi?”
La Pixy Stix scelta da Timothy O'Bryan ha un sapore strano, più amaro e pungente di qualsiasi medicina sia mai stato costretto a mandare giù. È così disgustosa che Tim ne assaggia solo un boccone. Nemmeno la Kool-Aid che il padre gli fa bere riesce a mandare via il saporaccio di mandorle amare che gli fa bruciare la bocca.
Ma la caramella non ha soltanto un cattivo sapore. E Timothy comincia subito a stare male. Corre in bagno giusto in tempo per vomitare i resti della cena. Lo stomaco, la gola... sembra che qualcuno gli abbia versato della benzina dentro e poi gli abbia fatto ingoiare un fiammifero acceso. Timothy non riesce a respirare. Non riesce a parlare. Tra un conato e l'altro cerca di rialzare la testa dalla tazza. Con occhi che si fanno via via più deboli cerca la sagoma di papà. Sente le sue mani forti stringerlo come faceva quando era piccolo e aveva un incubo spaventoso. La sua voce che gli dice che presto sarà tutto finito. Che non ci vorrà molto. E mentre il panico si trasforma in torpore, mentre sente il suo corpo svanire come una caramella messa in un bicchiere d'acqua, mentre la voce di suo padre gli arriva sempre più lontana, come una telefonata da un altro pianeta, Timothy O'Bryan ha l'assurda impressione che a stringerlo non sia più suo padre ma un mostro enorme, un mostro fatto di buio e di menzogne.
Timothy O'Bryan muore il 31 ottobre 1974, nel tragitto da casa all'ospedale, un'ora dopo aver mangiato la caramella avvelenata. Aveva otto anni. La notizia della sua morte scatena la psicosi nella piccola Deer Park, con genitori che corrono a rovesciare nella pattumiera il bottino di zuccheri della notte precedente. I vicini si guardano con sospetto. Nel frattempo, il medico legale incaricato di eseguire l'autopsia sul corpo del bambino scopre nel suo stomaco una quantità di cianuro di potassio sufficiente a uccidere due adulti.
Le Pixy Stix vengono esaminate. Tutte le caramelle che O'Bryan dichiara di aver ricevuto da una mano estremamente pelosa, emersa dalla porta di un'abitazione silenziosa, risulteranno corrette al cianuro e ricucite alla bene e meglio con un punto metallico.
Oltre a Timothy, O'Bryan ha diviso le caramelle avvelenate con altri quattro bambini: Elizabeth, i due bambini che erano con loro durante la ronda “dolcetto o scherzetto” e un ragazzino incontrato per caso. Nessuno dei bambini, fortunatamente, aveva ancora assaggiato quei dolci.
La tesi di Ronald O'Bryan, secondo cui il responsabile dell'avvelenamento del figlio sarebbe il misterioso abitante della casa buia, cade dopo pochi giorni. Il presunto colpevole è infatti un controllore di volo, e cento persone testimoniano che quel 31 ottobre non si trovava a casa ma al lavoro. Inoltre, a causa della pioggia che li ha costretti a un veloce rientro a casa, sono davvero poche le case che Ronald e i suoi figli hanno visitato, e gli inquirenti non ci mettono molto a rendersi conto che nessuno dei vicini aveva con sé delle Pixy Stix. L'unico a possedere quelle caramelle sembra proprio O'Bryan. Sul quale si concentrano le indagini.
Si vengono così a scoprire i problemi di papà Ronald, che in dieci anni ha cambiato ventuno lavori, che sta per essere licenziato dal suo ultimo impiego, che ha debiti per 100.000 dollari.
Ma la scoperta decisiva è quella delle polizze sulla vita stipulate da Ronald nel gennaio del '74, una per ciascun figlio. Polizze che l'uomo aveva rinegoziato di recente.
Accusato dell'omicidio del figlio e del tentato omicidio dei quattro bambini ai quali erano state consegnate le caramelle avvelenate, O'Bryan, soprannominato dalla stampa “The Candyman”, viene arrestato il 5 novembre del 1974 e condannato a morte, dopo una camera di consiglio di soli 45 minuti, nel gennaio del 1975.
"L'uomo che uccise Halloween" continuerà a professarsi innocente per tutta la durata della sua permanenza nel braccio della morte. Verrà infine giustiziato con un'iniezione letale il 31 marzo del 1984, mentre all'esterno del carcere una folla in festa agita cartelloni sui quali è scritto, a caratteri cubitali: "Trick or Treat or Candyman?"
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Tristissima storia. Ho quasi pianto.
RispondiEliminaCerti mostri sono più terrificanti della peggiore maschera di Halloween.
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