FIORI PER ALGERNON recensione al romanzo di Daniel KEYES

Fiori per Algernon Daniel Keyes recensione


Se loperazione va bene ci farò vedere a cuel topo che poso esere inteligiente cuanto lui se non più. Alora potrò legere mellio eskrivere bene le parole e sappere molte cose e esere come li altri. [...] Vollio sol tanto esere inteligiente come li altri per poter avere un mucchio damici che mi volliono bene. [citazione tratta da Fiori per Algernon, Daniel Keyes, trad. di B. Oddera, TEA, 2015, p. 24]

Charlie Gordon ha trentadue anni, e da quando ne aveva diciassette lavora come inserviente in una panetteria. Charlie Gordon lavora sodo di giorno, mentre la sera va a scuola, una scuola speciale, per imparare a leggere e a scrivere. Vuole diventare intelligente, Charlie, come gli ripeteva sempre sua madre, perché solo così gli altri potranno riconoscerlo come loro simile ed essergli amici.

Charlie, che ha un q.i. di 68, è così deciso a far vedere a tutti quanto sia in gamba che accetta di sottoporsi a un esperimento che lo renderà intelligente quanto, se non di più, Algernon. Che è un topo. Anzi, un super topo da laboratorio, prima cavia sottoposta all'operazione di accrescimento dell'intelligenza.

Romanzo di fantascienza che tracima dai bordi del genere, Fiori per Algernon appartiene a quella elite di storie destinate a diventare un classico della narrativa contemporanea nel momento stesso in cui la prima copia viene posta sullo scaffale di una libreria.

A contribuire al successo del romanzo di Keyes concorsero una serie di fattori, dal particolare clima storico in cui questo venne pubblicato (si era nel pieno del movimento per i diritti civili, che portò a una riflessione parallela sul ruolo delle persone mentalmente disagiate nella società), alla naturale capacità dell'autore di creare un personaggio – ma sarebbe meglio dire una coppia di personaggi – dal forte impatto emotivo, in grado di entrare da subito in empatia con il lettore.

Pubblicata per la prima volta come novelette sul The Magazine of Fantasy & Scienze Fiction nel 1959, aggiudicandosi il Premio Hugo per il miglior racconto l'anno successivo, la storia viene in seguito ampliata da Keyes in un romanzo pubblicato che nel 1967 vince ex-aequo con Babel-17 il Premio Nebula per il miglior romanzo di fantascienza.

Nella sua forma estesa, Fiori per Algernon esplora non soltanto il what if centrale – che cosa accadrebbe se a una persona fosse permesso di accrescere la propria intelligenza – ma una serie di problemi collaterali che sono maggiormente collegati alla situazione di partenza di Charlie, e che hanno a che vedere con il proprio io interiore e lo sviluppo della sessualità.

Proprio a causa di queste parti, il romanzo di Keyes è stato spesso fatto oggetto di un duro ostracismo da parte delle associazioni dei genitori negli Stati Uniti e in Canada, ed è risultato essere al 43° posto dei 100 libri più censurati in una classifica stilata dall'American Literature Association per il decennio che va dal 1990 al 1999. [Va comunque detto che da quella lista è uscito nel decennio successivo]

Nato con un grave deficit cognitivo, Charlie Gordon ha alle spalle un'infanzia difficile fatta di abusi fisici ed emotivi. Finito in un istituto per malati mentali, viene in seguito ammesso a lavorare come inserviente nella panetteria di Donner dove diventa lo zimbello dei colleghi, i cui scherzi Charlie scambia per dimostrazioni di affetto.
Deciso a imparare a leggere e scrivere, Charlie si iscrive alla scuola per disabili mentali della signorina Kinnian. E sarà questa tenacia, unita al desiderio feroce di essere amato, che lo trasformerà nel soggetto ideale per l'esperimento che il dottor Nemur ha già tentato con successo su Algernon.

Purtroppo quell'intelligenza, che avrebbe dovuto permettere a Charlie di essere finalmente accettato come un membro della società, ne causerà anche la rovina. Diventato troppo acuto per il mondo in cui vive, mosso da una serie di passioni che lo disorientano e sconvolgono, Charlie verrà bandito da tutti, ritrovandosi più solo di prima.

Ma io so adesso che voi tutti avete trascurato una cosa: l'intelligenza e l'educazione che non siano temperate dall'affetto umano non valgono nulla. [op. cit., p. 251]

Nel romanzo, scritto sotto forma di report redatti in prima persona da Charlie nel ruolo di narratore inattendibile, il lettore ha la possibilità di partecipare attivamente del suo sviluppo mentale e, contemporaneamente, entrare con lui nel suo subconscio fatto di desideri repressi e pesanti traumi. Alla fine, il successo più importante di Charlie sarà la capacità di sciogliere il nodo gordiano della sua adolescenza, che gli permetterà di essere un po' più libero di quanto non fosse stato in passato.

Charlie Gordon diventa, nelle mani di Keyes, un personaggio faustiano. Un uomo scisso in due personalità divergenti, divorato dal bisogno di amore, dal desiderio di sapere e sperimentare, e tuttavia sconvolto dal proprio inesauribile potere.
È un personaggio ferito, che vede l'uomo che era prima dell'operazione come la parte più intima di sé stesso, da proteggere e curare.

Fiori per Algernon è anche una delle più convincenti rielaborazioni in chiave moderna del Paradiso Perduto di Milton, oltre a una curiosa riscrittura del Frankenstein di Mary Shelley nel momento in cui ci troviamo davanti alla storia di un uomo in lotta contro chi ritiene di essere il suo creatore.

Il conflitto tra Charlie e l'equipe di scienziati che l'ha sottoposto all'esperimento, incarnati tutti dal professor Nemur, è forse la parte più intensa del romanzo.
Charlie rivendica con tenacia e disperazione la propria umanità, sia nella sua forma di superuomo  geniale che nella condizione antecedente l'operazione. È una battaglia, la sua, che si fa giorno dopo giorno più intensa, finché non si rende conto che l'unico che può davvero capire il proprio complesso stato d'animo è Algernon. Il solo che abbia sperimentato come lui l'esclusione; il solo al quale sia stato donato un potere che lo rende, ancora una volta, inadeguato alla società in cui vive.

Fiori per Algernon è un romanzo intenso e a tratti doloroso, che costringe il lettore a riflettere sul modo in cui la società dell'epoca si rapportava ai disabili mentali: con frustrazione da parte dei genitori, con sadismo da parte degli estranei. Ritenuti soggetti da tenere lontani dal mondo, considerati senza scampo individui pericolosi per sé e per gli altri, giudicati in ogni modo inadatti alla vita.

Il romanzo ha subito numerosi adattamenti, ed è stato trasporto per il cinema e la tv.
In Italia, vi ha reso omaggio Tiziano Sclavi nell'albo di Dylan Dog n° 23, L'isola misteriosa.

Come è strano che persone sensibili e di animo buono, persone che non si approfitterebbero di un cieco o di un uomo nato senza braccia o gambe, non esitino a maltrattare un uomo privo di intelligenza! [op. cit, p. 203]

6 commenti

  1. Risposte
    1. Concordo, senza se e senza ma. Se ti capita - e non l'hai già letto - ti consiglio di recuperare anche l'albo di Dylan Dog, che mescola atmosfere lovecraftiane a wellsiane a questo capolavoro indiscusso della narrativa contemporanea.

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  2. Lo trovai citato in un altro romanzo e da allora mi aveva incuriosito. Sembra un libro particolare, anche a causa del tema di cui i fa portavoce.

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  3. Ho letto sull'edizione italiana di Fantasy & Science Fiction il racconto, stupendo. Personalmente uno dei più bei racconti mai letti.
    Vorrei recuperare anche il romanzo perché, aldilà del fatto che vinse il premio Nebula, sembra proprio che ne valga la pena.

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    1. Fallo, senza indugi. Al di là della storia, è proprio il modo in cui Keyes rende l'evoluzione di Charlie e la sua tragedia a rendere il romanzo magistrale. :)

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