L'ORRORE STRISCIANTE. Blatte tra le pagine

"Svegliandosi una mattina da sogni agitati, Gregor Samsa si ritrovò nel suo letto mutato in un insetto mostruoso." [Franz Kafka, La metamorfosi]

"La metamorfosi" [Die Verwandlung] è probabilmente l'opera più nota di Kafka.
Pubblicato nel 1915, il racconto sfrutta l'orrenda metamorfosi del protagonista come metafora dello straniamento del singolo di fronte a una società nella quale risulta inserito a forza, che non capisce e dalla quale non si sente capito.
Kafka sceglie un insetto come alter ego del timido e sfuggente Gregor Samsa; un insetto la cui specie non viene mai esplicitata nel corso del racconto ma che, nell'immaginario comune, ha finito per assumere le sembianze di uno tra gli esapodi più raccapriccianti che l'uomo si sia mai trovato tra i piedi: la blatta.


Creature eterne

Insetti cosmopoliti e adattabili a quasi ogni tipo di condizione ambientale (resistono alla colonizzazione strisciante i poli e le altitudini superiori ai duemila metri), che li si chiami scarrafoni, bacherozzi o piattole gli scarafaggi appartengono tutti all'ordine Blattodea che conta al suo interno più di 4000 specie, a loro volta suddivise in sei famiglie.

Fitofagi in larga parte e grandi divoratori di materie zuccherine, gli scarafaggi non disdegnano del tutto la saprofagia né il cannibalismo. Affatto schizzinosi, si possono trovare sia in campagna che in città, dalle foreste alle distese acquatiche ovunque, cioè, ci sia cibo in abbondanza e un ambiente adatto per la riproduzione.

Animali a prevalenza notturni, all'occorrenza capaci di riprodursi per partenogenesi, agli scarafaggi sono attribuite capacità leggendarie, come quella che li vuole in grado di sopravvivere per settimane anche se privati della testa.

Eppure, nonostante la qualifica di super-insetto, lo scarafaggio suscita in ogni dove repulsione e disgusto per la sua imprevedibilità, per la sua capacità di infilarsi in spazi sottilissimi, di uscire fuori dal tubo di scarico di una doccia, di notte, col buio, mentre dormiamo tranquillamente nei nostri letti con la bocca spalancata.


Fuori di genere: l'uomo insetto, l'insetto umano

Se, quindi, lo scarafaggio si presta facilmente a un uso narrativo "d'effetto" per le reazioni che suscita la sua comparsa sul tappetino di un bagno, è però Kafka il primo che attribuisce alla blatta, sia pure involontariamente, una dignità letteraria.

Lavorando per metafore, Gregor Samsa illustra l'esclusione dell'uomo dalla società, la sua profonda solitudine non soltanto nei confronti degli estranei ma anche verso chi dovrebbe, in qualche modo, appartenerci. La famiglia, quel primo nucleo che costituisce la cellula della società, da sempre tratta Gregor come un'anomalia, un frammento genetico fuori posto. Il mutamento finale non è altro che la manifestazione fisica di una diversità, di un'incapacità d'incastro con il resto dei pezzi che formano il corpo familiare e sociale che Gregor covava da tantissimo tempo. Così Kafka usa l'insetto non soltanto come simbolo di repulsione, ma anche come rappresentazione concreta di una incompatibilità sentimentale, mentale, psichica con il genere cui Gregor dovrebbe appartenere.



Sul piano inverso di Kafka gioca Tyler Knox [pseudonimo di William Lashner] che in Kockroach, omaggio alla novella dello scrittore ceco, dà vita a uno scarafaggio (Jerry Blatta) che una mattina si risveglia mutato in un uomo. E poiché nel frattempo le condizioni sociali e culturali di un'intera specie sono cambiate, superate le prime difficoltà logistiche (tra cui imparare a muoversi su due zampe e non più su sei), Blatta si trova talmente a proprio agio tra gli umani che, sul finale del romanzo, si prospetta per lui una entusiasmante carriera politica.

Scarafaggi filosofi

A dispetto di una natura che lo vorrebbe protagonista fisso dei racconti dell'orrore, lo scarafaggio ha in letteratura una certa affinità con la filosofia.

Dismessi i panni di bestia immonda, in molte delle storie in cui compare una blatta questa diventa agente della storia o osservatrice compassata e curiosa della realtà umana.
Così in Insect dream: The half life of Gregor Samsa di Marc Estrin. Nel romanzo di Estrin, che riscrive il finale del racconto kafkiano, Samsa, venduto dalla cameriera come fenomeno da baraccone, si trova a incontrare personaggi noti della sua epoca e a consigliarli, divenendo quindi l'agente principale delle trame che hanno regolato e tuttora determinano la storia contemporanea come noi la conosciamo.

Mentre in Gli scarafaggi non hanno re, romanzo di Daniel Evan Weiss, una colonia di scarafaggi che dimorano nella libreria del protagonista - nutrendosi di scienza, letteratura, filosofia e storia - assistono, discutono e supervisionano la vita dell'umano con il quale coabitano. Finché l'ingresso nell'appartamento della fidanzata di Fishblatt non li costringerà ad abbandonare la riflessività per l'azione. Una trama che per certi versi ricorda Joe's Apartment, la commedia musicale diretta da John Payson nel 1996 e che molti ricorderanno per i suoi indimenticabili scarafaggi musicisti.


Dopo di noi, gli scarafaggi

Questa figura di uno scarafaggio manipolatore della storia ci riporta alla estrema longevità delle bestioline striscianti e alla loro "immortalità", almeno come specie. 

Un'immortalità che in "Progetto a lungo termine: relazione al consiglio degli scarafaggi", racconto brevissimo di Geoffrey A. Landis, li vede protagonisti indiscussi della storia terrestre dagli albori del nostro pianeta, quando i dinosauri ancora calcavano la terra e poi si estinsero “misteriosamente” dando l'avvio a una nuova classe di animali: i mammiferi.


Noi siamo legione

Se singolarmente gli scarafaggi possono rappresentare un modo curioso per indagare le relazioni umane, in tutti i casi nei quali gli scarafaggi vengono rappresentati come moltitudine il risultato finale non potrà essere che un massacro.

È così che accade, per esempio, in “Il mar delle blatte” di Tommaso Landolfi. Nel racconto fantastico dello scrittore di Pico, un vascello guidato da un verme azzurro si trova intrappolato in una distesa lucente di scarafaggi d'acqua. Le blatte, immobili, sonnecchiano al sole e risalgono lentamente lungo lo scafo finché una non viene schiacciata, scatenando la reazione omicida delle compagne.

Non va meglio in “La signora degli scarafaggi” di Thomas Disch. Quando Marcia Kenwell si scopre in grado di controllare le bestie oscene che infestano il suo immacolato appartamentino per colpa di vicini incivili, sfrutterà l'amore che le blatte provano per lei per attuare una feroce e dantesca vendetta.

Antropofagi sono pure gli scarafaggi protagonisti di The nest, romanzo di Gregory A. Douglas (pseudonimo di Eli Cantor), nel quale si assiste all'inarrestabile invasione di blatte mutanti in grado di resistere ai comuni insetticidi che sembrano decisamente intenzionate a scalzare l'uomo dal suo supposto dominio della Terra.

Ancora un'invasione è quella raccontata in La piaga Efesto e, più recentemente, in Elysium di Jennifer Marie Brisset [recensione]. Nel primo, romanzo di fantascienza di Thomas Page, gli scarafaggi non sono creature affamate di carne umana ma super-insetti in grado di appiccare il fuoco semplicemente sfregando i propri cerci, mentre nell'opera prima della Brisset gli scarafaggi sono alieni quadrimensionali, venuti a prendere possesso della Terra direttamente da un altro pianeta.

E per fare onore alla loro estrema adattabilità, non poteva essere immune all'infestazione strisciante la nona arte: il fumetto. In “Ai confini del tempo”, albo n°50 di Dylan Dog, non solo gli scarafaggi infestano un futuristico condominio divorando ospiti come fossero brioches, ma di notte una blatta gigante sonnecchia appollaiata sulla terrazza dell'edificio, regalando ai condomini sogni d'orrore.


Blatte al cinema

Neppure il cinema è indifferente al fascino repulsivo degli scarafaggi.
Sia che si tratti di una trasposizione cinematografica di un'opera letteraria, come nel caso della “blatta da scrivere” di Il pasto nudo di Cronenberg, tratto dall'omonimo romanzo di William S. Burroughs o della versione cinematografica del romanzo di Eli Cantor già citato, che di soggetti originali, le blatte possono vantare una filmografia di tutto rispetto.

Il corpo infestato

Nell'episodio They're creeping up on you (in italiano “Strisciano su di te”), contenuto in Creepshow e diretto da George Romero il protagonista, un uomo affetto dalla fobia dello sporco, durante un black-out si trova assediato dagli scarafaggi che non solo invaderanno la sua abitazione ma, sul finale, prenderanno possesso anche del suo corpo.

Brulica di blatte anche il ventre della strana madre di Ich seh, Ich seh (Goodnight mommy), film horror co-diretto da Severin Fiala e Veronika Franz che indaga le ambiguità del rapporto madre-figlio e le profonde lacerazioni provocate dal senso di colpa e dal dolore.

Mentre la forma aliena contro la quale si troveranno a scontrarsi gli agenti K e J in Men in black, film del 1997 diretto da Berry Sonnenfeld e basato sulla serie a fumetti di Lowell Cunningham, per mimetizzarsi tra gli umani non trova di meglio che usare la pelle di un povero bifolco qualsiasi come costume.


Quasi umani

Di mutazioni, editing genetico e, ovviamente, scarafaggi parla Mimic, fantahorror diretto da Guillermo del Toro e basato sul racconto omonimo di Donald A. Wollheim. Per debellare un virus portato dalle blatte viene creato un superscarafaggio portatore di un enzima in grado di accelerare il metabolismo delle stesse e, pertanto, la loro morte. Tre anni dopo la vittoria della scienza, però, esseri simili a umani risalgono dalle fogne per impossessarsi delle città. Primo di una serie di tre film, Mimic trasla la minaccia di una evoluzione negativa per il genere umano già palesata da Il pianeta delle scimmie sostituendo i mammiferi con gli insetti.


Scarafaggi animati

Facendo onore alla loro adattabilità, non sfuggono agli scarafaggi neppure i film di animazione.
In Wreck-it Ralph (Ralph Spaccatutto) gli scarafoidi (Cy-bugs), creature cibernetiche simili a grosse blatte, e dotate di un metabolismo che le fa mutare ogni volta che ingeriscono un nuovo codice (palese citazione di The nest, IMHO) minacciano di distruggere Sugar Rush, il gioco nel quale è intrappolata Vanellope von Schweetz.

Mentre con un anno di anticipo rispetto a Chi ha incastrato Roger Rabbit?, in Giappone usciva nelle sale Twilight of the Cockroaches film che mescolava animazione e live action, proprio come nel più famoso lavoro di Zemeckis. Nel film, scritto e diretto da Hiroaki Yoshida, gli scarafaggi (resi tramite animazione), sono costretti a ingaggiare una guerra contro il loro vecchio inquilino che minaccia di distruggere la colonia intera nel momento in cui la sua ragazza va a vivere nel suo appartamento. Metafora del razzismo e di come la paura del diverso possa portare a decisioni violente, tragiche e assolutamente evitabili, Twilight of the Cockroaches non ha mai avuto una distribuzione ufficiale al di fuori del Giappone, finché il web non ha permesso a questa piccola perla di essere visionata anche in occidente.

Lunga vita alle blatte

Creature che hanno dimostrato di poter sopravvivere con intelligenza alle più vistose catastrofi, gli scarafaggi sono insetti destinati a restare anche quando dell'uomo non rimarranno che miseri resti di megalopoli distrutte. 

Strisciando di frammento in frammento, come lo scarafaggio da compagnia di Wall-e nell'omonimo film di animazione della Pixar, le blatte si riapproprieranno degli spazi di nuovo deserti, e faranno da spettatori all'alba di una nuova evoluzione della quale, forse, saranno i prossimi protagonisti.

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Bibliografia

  • FRANZ KAFKA, “La metamorfosi” [tit. or. Die Verwandlung] in La metamorfosi e altri racconti,
  • DANIEL EVAN WEISS, Gli scarafaggi non hanno re [tit. or. The Roaches have no King], trad. B. Amato, Feltrinelli, 2007
  • TYLER KNOX, Lo strano caso dello scarafaggio che diventò uomo [tit. ot. Kockroach], trad. S. Levato, Newton Compton, 2008
  • MARC ESTRIN, Insect Dreams: The Half Life of Gregor Samsa, Blue Hen, 2002
  • TOMMASO LANDOLFI, “Il mar delle blatte” in Il mar delle blatte e altre storie, Adelphi, 2012
  • THOMAS PAGE, La piaga Efesto [tit. or The Hephaestus Plague], Urania n.664, Mondadori, 1975
  • THOMAS DISCH, “La signora degli scarafaggi” [tit. or. The roaches] in La signora degli scarafaggi, Urania n.750, Mondadori, 1978
  • GEOFFREY A. LANDIS, “Progetto a lungo termine: relazione al consiglio degli scarafaggi” [tit. or. Long Term Project: Report to the Great Council of Cockroaches (Or, What Really Happened to the Dinosaurs)] in Isaac Asimov SF Magazine n. 13, 1995
  • GREGORY A. DOUGLAS (aka Eli Cantor), The nest, Zebra, 1980
  • JENNIFER MARIE BRISSET, Elysium, trad. Martina Testa, Zona42, 2017
  • Ai confini del tempo, Dylan Dog n° 50, Sergio Bonelli Editore, Tiziano Sclavi, Luigi Piccatto.

4 commenti

  1. Da qualche parte a casa ho anch'io quella "Signora degli scarafaggi" in versione Urania. Il momento per la sua lettura non è mai arrivato ma non escludo possa accadere in un tempo mediamente remoto.
    Ricordo però che mi aveva sorpresi il fatto di trovare in appendice "La metamorfosi" di Kafka, come se si trattasse di uno di quei raccontini "riempitivi" tipici della collana....

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    1. :) Devo dire che a me la raccolta è piaciuta molto, ma sul fatto del riempitivo hai ragione: in effetti in origine si trattava di un'unica antologia, che in Urania venne divisa in due.

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  2. Ricordo una scena del film "The Day After"in cui uno dei personaggi, con aria chiaramente rassegnata, esclamava che in quanto immuni alle radiazioni gli scarafaggi avrebbero preso il posto della razza umana come padroni della Terra.
    Questo penso la dica tutta sull'argomento. ;)

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  3. C'è anche un episodio di Gumball dove il protagonista immagina di fondersi con uno scarafaggio per lo stesso motivo. E come dimenticare il Dottor Scarafaggio di Mostri contro Alieni? :D

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