CHRISTMAS IN WEIRD. L'ULTIMA SPIAGGIA di NEVIL SHUTE

Peter disse, adagio: “Per l'amor di Dio, non ammazzatemi qualcuno.”
“In ogni modo, saranno tutti morti fra un paio di mesi”, replicò lo scienziato. “Sarò morto anch'io, e sarete morto anche voi. E, così stando le cose, voglio prima divertirmi un poco.”
[L'ultima spiaggia, di Nevil Shute, trad. di B. Sasso, Oscar Mondadori, 1966, p. 236]


L'ultima spiaggia libro recensione


Oggi Christmas in weird si fa vintage e si tinge di fantascienza, con un libro che magari non vi renderà le feste più allegre, ma mica possiamo sempre star lì a divertirci, no?

Scritto nel 1957, in piena Guerra Fredda, L'ultima spiaggia di Nevil Shute è la cronaca struggente e drammatica degli ultimi giorni di vita della specie umana.

All'indomani della Terza guerra mondiale, conclusasi con un reciproco scambio di bombe nucleari, la Terra è ormai un luogo desolato dove i pochi superstiti si arrabattano a vivere mentre le nubi atomiche inesorabilmente scivolano verso di loro.

Shute racconta senza fronzoli quegli ultimi palpiti di vita. Le speranze di chi si ostina a credere nella possibilità di un futuro. Il cinismo di chi in quel futuro non crede più, e ogni giorno sfida la morte per non dover morire avvelenato. Per non dover essere costretto a vedere la fine della propria specie. L'orrore di dover scegliere tra la morte rapida di un proprio congiunto e quella lenta, intollerabile e soffocante portata dalla nube tossica.

Il romanzo è l'esplorazione di un mondo devastato dove, tra le macerie di città carbonizzate, si possono vedere corpi accasciati su banchetti invasi dagli scarafaggi. Banchetti che richiamano il festino lussurioso e senza speranza descritto da Poe in “La maschera della morte rossa”.

L'ultima spiaggia è il canto del cigno di una specie votata all'autodistruzione.

Da regalare allo zio che fa sempre battute improprie al cenone. [Quando ve lo tirerà dietro avrete una  buona scusa per lasciare il banchetto, accoccolarvi nel piumone e leggervi una storia magnifica, nella sua desolazione]. 

Per recuperarlo avete due modi: spulciare le bancarelle dell'usato alla ricerca di una copia [è così che ho trovato la mia], oppure, se non provate ribrezzo davanti a un ereader, scaricarvelo da uno store online qualsiasi visto che Urania ha pensato bene di riproporlo di recente.

Note a margine. Nel 1959 Stanley Kramer ne ricavò un film con Ava Gardner, Gregory Peck, Anthony Perkins (sì, proprio lui) e Fred Astaire. Nel 2000 il regista di Highlander ne fece un remake per la tv. Insomma, che altro devo dire per convincervi a leggerlo?

2 commenti

  1. L'ho letto da adolescente, l'edizione di cui parli faceva parte della collezione di mio padre, a livello di credibilità scientifica il volume è superato da anni, anzi da decenni ma come impatto emotivo resta potente e talmente forte che questo libro dovrebbe essere insegnato nelle scuole.

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    1. Mi trovi d'accordo su tutti i punti. Per me è stato una vera legnata. Ci sono dei passi che ti distruggono, emotivamente parlando. E sono stata felicissima quando Urania ne ha annunciato la ripubblicazione.
      Venerdì ho in programma la recensione di un altro romanzo in tema, anche questo scientificamente inaccurato, ma di sicuro interesse letterario.

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