Through the close and up the stair,
But and ben with Burke and Hare.
Burke's the butcher, Hare's the thief,
Knox the boy that buys the beef.
Filastrocca scozzese del XIX secolo
Se foste vissuti nel
1800, e aveste deciso di intraprendere la carriera di chirurgo, vi
sareste presto trovati a dover rispondere a una noiosissima domanda:
come operare un uomo senza aver mai visto cosa c'è davvero
dentro un corpo umano?
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Michiel Jansz van Mierevelt - Lezione di anatomia |
Nel XIX secolo
Edimburgo era, assieme a Lipsia e Padova, uno dei maggiori poli di
studio per chi desiderava entrare nell'aureo mondo della chirurgia.
Lo Stato si faceva carico di fornire ai professori di anatomia un tot di
cadaveri l'anno che venivano “arruolati” tra suicidi, corpi non reclamati
ritrovati in strada, orfani e condannati a morte. Per questi ultimi,
finire sul tavolo settorio era, il più delle volte, considerata una
pena accessoria a quella capitale.
Le regole erano talmente restrittive che presto i chirurghi e i loro assistenti si trovarono nella necessità di provvedere in prima persona al recupero dei “soggetti di studio”.
Nacquero così i
“resurrezionisti”, per i quali Victor Frankenstein può
essere considerato una sorta di santino letterario.
Nottetempo,
questi azzimati professionisti si aggiravano nei cimiteri alla
ricerca di cadaveri freschi da destinate al Teatro anatomico.
Nel giro di pochi anni, ai professori si sostituirono ladri esperti allettati sia dalla paga (circa dieci sterline a corpo), che dal fatto che rubare un cadavere fosse meno rischioso che fare il tombarolo. In effetti, la legge puniva severamente il furto di oggetti appartenuti al defunto e con esso sepolti, ma non diceva nulla sulla sottrazione dei cadaveri.
La paura di finire sotto il bisturi di uno studioso di anatomia spinse la gente a adottare delle contromisure destinate a rendere la vita difficile ai resurrezionisti. Si assoldarono guardie, si acquistarono catafalchi a prova di scasso e si fecero impiantare gabbie sulle sepolture recenti.
È in questo clima
di business “cimiteriale” che Burke e Hare entrano in scena.
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La maschera mortuaria di Burke |
Nato nel 1792 in
Irlanda, William Burke è un uomo di bell'aspetto e dai modi
gioviali che assomiglia vagamente a Heath Ledger. Nel 1818, dopo
una discussione con il suocero, abbandona moglie, figli e terra natia
per trasferirsi in Scozia dove finisce a lavorare per il
completamento dello Union Canal. Qui conosce Helen McDougal, che
diventerà la sua seconda moglie di fatto, e con lei si
trasferisce a Tanner's Close, Edimburgo, nel novembre del 1827.
I due si barcamenano tra la vendita di abiti usati e il
lavoro di ciabattino (e in realtà Burke pare molto bravo, tanto da
arrivare a guadagnare la considerevole – per l'epoca - cifra di una
sterlina a settimana), e non disdegnano il lavoro nei campi quando è tempo di raccolto. È
proprio durante la stagione del raccolto che Burke e Hare si
incontrano.
Se di Burke
sappiamo tutto, su William Hare abbonda il mistero. Come un
vero e proprio personaggio mefistotelico la sua data di nascita e di
morte sono sconosciute, così come sconosciuto è il luogo – e il
modo – in cui morì. Di lui sappiamo soltanto che all'epoca dei
fatti viveva a Tanner's Close insieme a Margaret, sua compagna dopo
la morte del primo marito di lei, e che i due gestivano una
piccola pensione. La stessa che verrà eletta come teatro degli omicidi.
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Hare (a sinistra) e Burke (a destra) |
È il 29 novembre 1827 quando, nella pensione degli Hare, muore un uomo. Il fatto, già di per sé spiacevole, si trasforma in una vera seccatura quando Hare scopre che, negli effetti personali del morto, non c'è denaro sufficiente per coprire le quattro sterline dell'affitto della stanza.
Ma Burke è pronto a tirare il suo amico fuori dai guai: ha infatti sentito in giro che ci sono medici disposti a pagare fino a dieci sterline per un cadavere.
“Che razza di gente”, devono aver commentato mentre riempivano di sassi la bara gentilmente offerta dalla parrocchia locale per poi recarsi, cadavere in spalla, all'università di Edimburgo.
Burke, che avrebbe voluto vendere il corpo al professor Monro, viene intercettato da uno degli assistenti di Knox, tra i più ambiziosi anatomisti dell'epoca. L'uomo capisce subito quale “merce” i due hanno da vendere e li spedisce dal suo superiore, il quale paga senza battere ciglio la bellezza di 7 sterline e dieci centesimi per il corpo.
Con in tasca
l'equivalente di un mese di lavoro per un operaio, una volta
tornati a casa e spartito il malloppo, i due decidono di mettersi
in società e di rivendere al dottore i cadaveri degli ospiti che da lì in poi moriranno nella pensione. Per accelerare i tempi del
trapasso e dei relativi guadagni stabiliscono di fare una sorta
di selezione all'ingresso, affittando le camere a quei pensionanti
che daranno l'impressione di avere già un piede nella fossa.
Il primo a venire assassinato è un venditore di fiammiferi e esche per camino. L'uomo, rimasto senza nome, si ammala durante il suo soggiorno nella pensione e Hare, temendo di perdere clienti preoccupati da un eventuale contagio, convince il socio a porre fine alle sofferenze di quel disgraziato. Poiché il cadavere non deve presentare traccia di omicidio i due si organizzano per il soffocamento: è Hare a soffocare fattivamente le vittime, chiudendo loro naso e bocca, mentre Burke, più grande del compare, li tiene immobilizzati sdraiandovici sopra.
Una tecnica questa che, all'indomani del processo, verrà definita “burking”.
Al venditore senza
nome seguiranno alcune simpatiche vecchiette, una prostituta la
cui bellezza folgorerà Knox, un ragazzo mentalmente disabile noto in città
con il nome di Daft Jamie, una nonna e il suo nipotino disabile (l'omicidio di quest'ultimo sarà quello che Burke definirà il più
disturbante) che verranno infilati in un barile di sardine prima di
essere consegnati a Knox. Il trasporto di questi ultimi costerà anche la vita al cavallo di Hare che, a un certo punto del tragitto, decide di fermarsi. Costretto a noleggiare un calesse per
portare i corpi da Knox, Hare spara a bruciapelo all'animale. Probabilmente per vendicarsi della
spesa imprevista.
A dispetto dei piani, non tutte le vittime erano pensionanti. Spesso - come nel caso di Mary Paterson,
la prostituta - era Burke a raccogliere dalla strada o dai pub i
soggetti che gli sembravano più promettenti. A uno scambio di
battute e all'offerta di birra seguiva l'invito a casa, dove si
continuava a bere finché le vittime designate non erano più in
grado di reggersi in piedi. Solo a quel punto i due provvedevano a soffocarle.
In tutto, tra il novembre 1827 e il 31 ottobre 1828 Burke e Hare commisero sedici omicidi. Vennero poi scoperti da una pensionante che stava cercando un paio di calze e invece trovò il cadavere di Margaret Docherty, l'ultima vittima, malamente nascosta sotto un mucchio di stracci.
Nell'impossibilità di stabilire con certezza le responsabilità dell'omicidio della Docherty, della Paterson e di Daft Jamie (gli unici sui quali fosse stata raccolta una qualche prova), il Lord avvocato stabilì un accordo con Hare: in cambio di una piena confessione, a lui e a sua moglie sarebbe stata riconosciuta l'immunità.
Hare naturalmente accettò e,
alla vigilia di Natale 1828, Burke finì alla sbarra assieme a sua
moglie.
Nel processo che ne seguì, durato in tutto una giornata, William Burke venne riconosciuto colpevole dell'omicidio della Docherty (le
accuse per gli altri due decaddero, vista l'impossibilità di
risalire con certezza alle cause della morte), e condannato
all'impiccagione mentre Helen McDougal fu rilasciata per mancanza di
prove. In aggiunta alla condanna a morte, il Lord Justice Clerk stabilì che Burke avrebbe subito lo stesso destino che lui e Hare avevano riservato alle loro vittime.
"Il vostro corpo sarà dissezionato pubblicamente. E confido che, se mai vi è stata la consuetudine di preservare uno scheletro, il vostro sarà preservato, in modo che i posteri possano conservare il ricordo dei vostri atroci crimini."
Il 3 gennaio 1829 Burke rilasciò una seconda confessione, più articolata di quella ufficiale, nella quale attribuiva gran parte della responsabilità dei crimini ad Hare.
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l'esecuzione di William Burke |
Venne impiccato il 28 gennaio dello stesso anno, davanti a una folla di 25000 persone accorse ad assistere all'evento.
Subito dopo,
seguendo le disposizioni del Lord Justice Clerk, il cadavere venne
traslato nel Teatro Anatomico dell'università di Edimburgo dove il
1° febbraio venne dissezionato sotto gli occhi di un pubblico
scalpitante. L'autopsia fu eseguita da quello stesso dottor Monro cui
Burke avrebbe voluto vendere il cadavere del primo pensionante
nell'ormai lontano novembre 1827.
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William Burke |
Lo scheletro di
Burke si trova tutt'oggi presso il museo di anatomia della facoltà
di medicina di Edimburgo, assieme al messaggio sanguinolento che
Monro scrisse con un pennino che aveva intinto nel suo cervello:
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fonte Tumblr |
La maschera
mortuaria di Burke e un libro rilegato con la sua pelle conciata
sono invece visibili presso il Surgeon's Hall Museum di Edimburgo.
A seguito della vicenda il dottor Knox venne
progressivamente estromesso dagli incarichi e la sua brillante
carriera ne uscì devastata.
Nessuna notizia sulla fine che fecero Helen McDougal, Margaret Hare e William Hare. Dopo essere scampati a numerosi tentativi di linciaggio sparirono dalla circolazione senza lasciare traccia. Tutto quello che possiamo dire con assoluta certezza sul loro conto è che ormai sono morti da un pezzo.
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Fonti.
Stecchiti. Le vite curiose dei cadaveri di Mary Roach, Einaudi stile libero
Coppie assassine di Cinzia Tani, Mondadori
Ricordo di aver visto una commedia che parlava proprio di loro! Con Simon Pegg e Andy Serkis, due attori magnifici :D
RispondiEliminaBel post, complimenti.
Certo: Ladri di cadaveri! Da fan di Simon Pegg e da criminologa mancata non potevo perdermelo :D Grazie per i complimenti <3
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