Recensione. PICNIC A HANGING ROCK di Joan Lindsay


Isolate dal naturale contatto con la terra, l'aria e la luce del sole per via dei corsetti prementi sul plesso solare, delle sottane voluminose, delle calze di cotone e degli stivaletti di capretto, le ragazze sazie e assonnate che poltrivano all'ombra non facevano parte del l'ambiente più di quanto ne facciano parte le figure di un album di fotografie messe in posa a capriccio su un fondale con rocce di sughero e alberi di cartone. [Picnic a Hanging Rock, di Hoan Lindsay, trad. di M. V. Malvano, Sellerio, 2000, p.33]


Ho pensato molto se e come parlare di Picnic a Hanging Rock, romanzo di Joan Lindsay edito per la prima volta nel 1967 e che in Italia arrivò una ventina di anni dopo, sul vascello blu della Sellerio.
Ci ho pensato così a lungo che la recensione, abbozzata ormai un anno fa, è rimasta intrappolata in un file Word fino a oggi.
Perché poi l'abbia ripresa proprio in questi giorni è un mistero.
Uno dei tanti che circondano questo libro.




recensione romanzo picnic a hanging rock


È difficile parlare di Picnic a Hanging Rock senza perdersi. Senza inciampare nello spoiler.
Ma, alla fine, eccoci qui.

Il file è stato ripreso ed editato. Molto è stato espunto dalla recensione originale. Quello che resta è il tema centrale. Il punto indiscutibilmente più importante della storia raccontata dalla Lindsay - che, per la verità, nel romanzo di temi ne affronta parecchi: il rapporto conflittuale ma indissolubile tra uomo e natura.

Picnick a Hanging Rock è un romanzo che, dal giorno della pubblicazione, non ha mai smesso di essere popolare.
La storia che racconta affascina e irretisce a tal punto che una volta terminata la lettura ci si ritrova a essere un po' diversi da come si era in precedenza.

Non molti riescono in questa magia. Non tutti riescono a replicarla.
La Lindsay centra il bersaglio con quello che è il suo terzo romanzo. Picnic a Hanging Rock era stato infatti preceduto da una romanzo satirico, pubblicato sotto pseudonimo, e un'autobiografia sui primi mesi che seguirono di matrimonio [Time without clocks].

La trama, nel suo succo, è abbastanza lineare: nel corso di una calda giornata, alle educande dell'Appleyard College viene concesso di trascorrere un pomeriggio alla Hanging Rock. Quattro ragazze decidono di esplorare la roccia prima della partenza. Di queste quattro, tre scompaiono all'improvviso, assieme alla rigida insegnante di matematica. Solo una farà ritorno, molto tempo dopo, senza alcuna memoria di ciò che è accaduto.

Picnic a Hanging Rock dipinto
At the Hanging Rock di William Ford (1875)

La misteriosa sparizione di Marion, Miranda, Irma e della signorina McCraw è il pretesto che la Lindsay usa per raccontare una serie di intrecci che smuovono il tessuto stesso del racconto.
È come se la scomparsa delle ragazze avesse dato il via a un vortice che, progressivamente, coinvolge i personaggi superstiti.

Romanzo corale, si apre con un lungo elenco di personaggi; quel genere di elenco che di solito si trova nei gialli. O nelle sceneggiature teatrali. E di entrambi i generi Picnic ha qualcosa.

È innanzitutto un romanzo giallo nella misura in cui le indagini sulla scomparsa delle ragazze in gita diventano il motore che fa muovere storia e personaggi. È una commedia satirica quando la Lindsay mette in scena le sue creature più riuscite. È una tragedia quando la stupidità e la grettezza dei sentimenti fa accadere l'irreparabile. È una ghost story, un percorso iniziatico, un romanzo femminista...

È, in conclusione, un romanzo che, senza preoccuparsi di definirsi, esplora le infinite possibilità delle relazioni umane, del reale e dell'immateriale, confezionando una storia che colpisce e fa maturare. E lo fa con la grazia di un cigno che scivola sull'acqua, tanto per riprendere una delle metafore presenti nel romanzo che è scritto in maniera avvolgente, con una prosa ricca di dettagli minuziosi e lunghi periodi articolati. Tanto accurati e ben esposti che più volte si ha la sensazione di trovarsi lì dove accade la scena, sotto un sole caldo, circondati dalla natura.
La Lindsay, che nasce come pittrice, trasporta sulla carta la sua capacità di vedere la realtà nel suo complesso, di percepirne le più infinitesime sfumature, i chiaroscuri e le ombre.

Nel cuore, Picnic a Hanging Rock è un romanzo tipicamente australiano. Lo si può avvicinare come genere al Tasmanian gothic, perché fa della natura del continente australe la protagonista indiscussa della storia narrata.

La natura con la N maiuscola, che qui domina e sottomette anche l'uomo più intraprendete.

L'appartenenza dell'uomo alla natura, nonostante il suo continuo tentativo di "civilizzarla", è il tema centrale di Picnic a Hanging Rock, rimarcato con forza dall'autrice, ma reso chiarissimo nel paragrafo che ho scelto come citazione di apertura, quello nel quale i vari indumenti “necessari” perché una donna sia tale per la società rendono di fatto le ragazze estranee al mondo che le circonda. Che è come dire: estranee alla loro stessa natura.

Non a caso la Lindsay le fa spogliare mentre entrano nella fessura della roccia, strappandosi di dosso gli odiosi stivaletti e i soffocanti bustini. Quella che le ragazze sperimentano, nel momento in cui scompaiono, è un'accettazione piena e pura del proprio posto nell'universo.

dipinti di Joan Linsday
Fauns in the garden - Joan Lindsay [fonte Pinterest]

Le donne che non torneranno più indietro hanno tutte una caratteristica che le rende legittimate a penetrare i segreti della natura: c'è Miranda, che più che a una donna assomiglia a una ninfa, uno spirito d'amore e luce, che funge da collante all'interno dell'Appleyard e la cui scomparsa comporterà innumerevoli guai alla direttrice e alla tenuta del suo collegio. C'è Marion, che unisce un'intelligenza sensibile a una curiosità famelica. C'è la signorina McCraw, che rappresenta appieno la donna vittoriana, irrigidita dalle stecche del bustino, e che pure per desiderio di sapere si abbandona al mistero.

Le ragazze che vengono rigettate dalla roccia sono, al contrario, ancora troppo umane per poter far parte di quel gruppo. Una è troppo stupida, l'altra “troppo inglese”. Entrambe sono spaventate dalla propria stessa naturalità, e rifiutano di accettarla, perdendo il diritto al privilegio di una conoscenza superiore, di una comunione piena con la realtà delle cose finite e sconosciute.

Nel romanzo della Lindsay, la natura australiana è una vera e propria entità primordiale immersa nel sogno, dove chi vi vive ha un potere abbastanza blando di dominarla. Persino chi la modifica trasformandola in un giardino all'inglese, si rende conto che non ha su di lei alcun potere.

Senza l'Australia a fare da sfondo, non sarebbe stato possibile scrivere un romanzo come Picnic a Hanging Rock.

In Europa la natura è stata sottomessa, circondata, spesso abusata. In Australia, ogni tentativo di fare lo stesso viene frustrato dall'irruenza di un'entità che ciclicamente forza gli argini dentro i quali è stata confinata per riprendersi orgogliosamente i propri spazi.

Ho un ultimo avviso per chiunque decida di approcciarsi a Picnic a Hanging Rock: se davvero volete varcare la fessura nel monolite, dovete abbandonarvi con piena fiducia al mistero che vi circonda.

L'ombra della Roccia è diventata più scura e più lunga. Siedono abbarbicate al suolo e non si possono muovere. Quella forma orribile è un mostro animato che avanza pesantemente verso di loro, attraverso la pianura, sparpagliando pietre e massi. [Ibidem, p. 204]

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Post Scriptum. IL FAMIGERATO CAPITOLO MANCANTE
Va detto che il romanzo ha qualche problema con il capitolo terzo. Un caos che ha poco a che vedere con la capacità di scrittrice della Lindsay e molto con le decisioni del suo editore.

In origine, infatti, il romanzo Picnic a Hanging Rock contava diciotto capitoli. Quando si decise di mandarlo in stampa, l'editore le suggerì di stralciare dal dattiloscritto il capitolo finale che conteneva la spiegazione della sparizione delle ragazze.

La Lindsay, purtroppo, accettò. E parte del diciottesimo confluì nel terzo, generando quei problemi di omogeneità e coerenza della narrazione di cui vi dicevo.

Perché ho scritto purtroppo? Perché quel capitolo diciotto, secondo il mio parere, non rovinava di un grammo il mistero del romanzo, semmai lo rendeva più completo.
Si tratta di un puro affondare nel weird e nel soprannaturale. Ed è proprio lì, in quel punto, che il tema centrale esplode – letteralmente - in faccia al lettore.

Nel 1987, a tre anni dalla morte dell'autrice, viene pubblicato un libricino intitolato The secrets of Hanging Rock che contiene due saggi critici e il capitolo mancante. Peccato che non sia mai stato pubblicato in Italia.

Si spera che la Sellerio o chi per lei decida, prima o poi, di ripubblicare il romanzo nella sua interezza.

Per chi volesse leggere il diciottesimo capitolo di Picnic a Hanging Rock, e non ha dimestichezza con l'inglese, presto metterò a disposizione la mia traduzione del brano.


3 commenti

  1. Ho visto il film diversi anni fa, ricordo l'atmosfera di indefinitezza e di perturbante che si respirava attimo dopo attimo.
    Ciao!

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  2. Ho visto la serie tv e mi ha appassionato molto, anche se il finale mi ha lasciato perplessa. Non so se sia simile al libro o meno, ma sicuramente il romanzo offre una visione più completa.

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  3. Bella e colta questa recensione. Sarei molto felice riuscire a leggere la tua traduzione del mitico 18° capitolo.

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