MOBY DICK E ALTRI RACCONTI BREVI - Alessandro Sesto. Recensione

Ci sono libri e autori che ti capitano sotto gli occhi per caso. Tu non fai niente, ti limiti a leggere un racconto in un'antologia Aa.Vv. [nello specifico, QUESTA] e pensi: ehi, chissà se ha scritto altro. E scopri che sì, ha scritto altro e che quest'altro, per motivi che hai voglia a cercarne una spiegazione, si impasta con gusto con te, con quello che è il tuo stato d'animo abituale (nel mio caso: esistenzialista andante).

Titolo. Moby Dick e altri racconti brevi
Autore. Alessandro Sesto
Editore. Gorilla Sapiens Edizioni
Anno. 2013
165 pg
12,90 €

Perché è vero quello che ho letto nelle recensioni di Moby Dick e altri racconti brevi di Alessandro Sesto (Gorilla Sapiens Edizioni), è cioè che leggendo questa raccolta (che proprio tale non è, ma ci arriviamo tra poco) si ride di gusto, ma limitare la lettura alla risata è, scusate la ripetizione, limitante.

Magari leggendo quello che sto per scrivere l'autore strabuzzerà gli occhi e borbotterà: ma io mica... Però vale la regola che chi legge scrive per metà un libro. 
E in un libro che parla di libri...



Moby Dick e altri racconti brevi è, di fatto, un viaggio nella letteratura
Ma già il titolo, come dicevo, è un piccolo inganno. 
Qui Moby Dick è un racconto breve che parla di un lungo romanzo, di qualcosa che quel romanzo ha lasciato nel protagonista/voce narrante introducendolo e accompagnandoci nei trentaquattro racconti, più o meno brevi, che sono a loro volta storie del rapporto tra la letteratura e il nostro autore/personaggio

Se dovessi trovare un titolo diverso al volume, probabilmente sarebbe "Memorie di un lettore". E leggere Moby Dick e altri racconti brevi è, in sostanza, trovarsi a leggere un memoriale personale, nel quale episodi di vita vissuta (o immaginata) si allacciano a personaggi e storie lette, ad aneddoti che hanno come protagonisti scrittori (vivi o morti) o personaggi (reali o immaginati). 
Questo Diario di un lettore analizza, seziona e "dissacra" capisaldi della letteratura in maniera intelligente e ironica, mescola letteratura a cinema ed entrambi al passato del surreale protagonista del "metaromanzo" di Sesto.

Per l'effetto combinato con la notorietà della Metamorfosi, nell'immaginario collettivo Kafka è associato a malessere, incubi e insetti con trascorsi di impiegato. (p. 105 - "Situazioni lowyane")

Così come Melville aveva Achab e Kafka aveva Gregor Samsa, il protagonista ha Aldo Marino, al quale di tanto in tanto si associa un "cugino" (e noi tutti sappiamo quanto siano leggendari i cugini), che si comporta esattamente come il personaggio di una storia, spostandosi su uno dei tanti piani cartesiani che Sesto traccia quando illustra principi geometricamente ineccepibili di situazioni letterarie e non. 

Gli autori stessi diventano personaggio. E i loro personaggi si scoprono come astrazioni della loro personalità. Uno degli esempi più geniali in questo senso è rappresentato dal racconto "Attività di sostituzione" nel quale, parlando delle opere di Houllebecq si arriva a dedurre che l'autore ha applicato a se stesso l'attività del titolo del racconto enunciata nel romanzo Le particelle elementari. E non so quanto lo scrittore francese sarebbe lieto dell'analisi di Sesto ma come lettrice non posso dire che non sia accurata.

E proprio Houllebecq è la chiave per entrare nel romanzo/memoriale di Sesto tanto che il finale della raccolta rimanda quasi istantaneamente al finale di La possibilità di un'isola.
Perché cos'è il lettore, alla fine, se non un'isola, chiuso in se stesso, circondato da persone che non esistono, siano essi personaggi (immaginati) o autori (immaginati anch'essi, per lo più morti o difficili da raggiungere) e da aneddoti e storie di vite mai realmente vissute?

Leggendo assiduamente l'opera del grande di Recanati, ogni giorno maledico di non essere un Antico anche io. In mancanza di ciò poi, se non altro fossi vissuto prima di Facebook avrei potuto ignorare non dico l'età, ma almeno il mese e il giorno di nascita dei miei conoscenti. Invece non passa giorno che io non sia, esattamente come dice il Poeta con geniale precognizione, precisamente informato che qualche stronzo compie gli anni, e che mi tocca festeggiarlo con auguri e regali. (p. 50 - "Buon compleanno")

Ecco, io non so se Alessandro Sesto volesse dire questo, se ci fosse questa nota malinconica e nichilista nella sua raccolta, ma è di certo la cosa che il romanzo/raccolta mi ha trasmesso, al di là dell'ironia e delle risate che Moby Dick e altri racconti brevi strappa a più riprese.

Nel mio immaginario personale, peraltro, proprio le piccole calzature intonse assieme all'altalena vuota spinta dal vento, la sedia vuota a tavola e il cavallo che torna senza cavaliere, sono le cose per cui piangono i pagliacci nei quadri. (p. 144 - "Mai usate")

Tra gli altri racconti, vi segnalo il geniale e "tabellare" (nel senso che è proprio costituito da una doppia tabella) Poeti maledetti; Stalker stoico, Sinestesie, Tu menti ch'io abbia mentito, Antiutopie, Le macchine dei duri, Situazioni lowyane, La fine dell'eroe.

Vi avviso che Sesto non ha molti riguardi per noi lettori, e vi troverete a maledirlo affettuosamente più di una volta per qualche spoiler, che tuttavia si rende necessario nel momento in cui si parla di una particolare caratteristica del protagonista di un romanzo, o di come quell'azione sia una ripetizione di azioni già compiute da altri. 
Vi sentirete un po' ignoranti (io di sicuro) per i titoli citati, tutti letti ed eviscerati fino al midollo.

Per quanto riguarda lo stile, la prosa di Alessandro Sesto (fatto peraltro che avevo già notato in Lascia stare il la maggiore che l'ha già usato Beethoven, prossimamente recensito) è colloquiale ma raffinata, come un gentleman che vada al parco in jeans e maglietta e una valigetta con teiera e tè caldo pronti da gustare.

Una lettura che sento di consigliare a tutti i lettori, perché il lettore è protagonista e "vittima" della raccolta. E lo consiglio proprio a tutti, anche a quelli che, per principio, disprezzano i racconti (ma perché? T_T). Perché Moby Dick e altri racconti brevi si presenta come un collage di spezzoni di vita più che come un'antologia personale, e la narrazione segue un filo conduttore che lega ogni pezzo, ogni racconto, ogni riflessione, creando un'opera coerente e conseguente con un finale perfetto.

Quello che caratterizza le vicende dei Karamazov è la genialità con cui sono descritte. Loro, invece, non hanno doti eccezionali. Magari sono un po' più belli e intelligenti della media, e un po' più problematici, ma questo è tutto. Personaggi meravigliosi, ma non persone meravigliose. (p. 26 - "Essere protagonisti")


Buone letture ♥

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3 commenti

  1. Questo è il mio periodo dei racconti, quindi prendo e wishlisto ^_^ ... mi spiace un po' per gli spoiler ma io ho il vantaggio di avere una memoria vergognosa e quindi potrei tranquillamente dimenticarmi ciò che ho letto nel giro di qualche mese!

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    1. Ciao Simona, quello di Sesto sono convinta sia più un metaromanzo che una raccolta vera e propria, dato che ogni "racconto" è più una pagina di diario del protagonista che altro. Ma sul serio, è una lettura che chi legge non dovrebbe lasciarsi scappare. A tal proposito, poiché ne ho una copia in più (storie di regali di Natale e copie staffetta arrivate in ritardo :), ne sto per fare un minigiveaway sulla mia pagina facebook :)

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  2. Sembra una lettura molto stimolante da come l'hai presentata *__* interessante pure il dissacrare gli "intoccabili":e se lo si fa con ironia e coinvolgendo il lettore, beh!

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