*The Question* n°1 - Intervista a Cristiano Sili




Buongiorno, lettori senza paura e macchiati d’inchiostro.

Con l’intervista di oggi inauguro un nuovo spazio sul blog; un angolino di cantina dedicato esclusivamente a illustratori e fumettisti italiani, magari poco noti dal resto del mondo ma, non per questo, meno interessanti.

The Question” è una rubrica che vorrebbe avere (buone intenzioni, le chiamano) una cadenza mensile… chissà, poi, come andrà a finire…


La prima chiacchierata me la sono fatta con Cristiano Sili, illustratore e comicmaker fiorentino (con un piede a Genova), padre del primo fumetto moviola che abbia mai partorito mente umana; fumetto che forse qualcuno di voi già conosce, dal titolo epico Le lepide avventure di Sir Gore

Ho incontrato CriSi al bar della chat di Facebook, ci siamo scambiati un paio di birre e aneddoti davvero interessanti.

Ecco quello che ne è venuto fuori.



D - Ciao Cristiano. Grazie per aver accettato di presentarti al posto di Sir Gore che, a quanto
Siblings

ho capito, ultimamente è impegnato. Te la senti di rispondere a qualche domanda a caso senza pretese di serietà? Ti offro una birra e una ciotola di salatini. Parlaci un po’ di te: chi sei? Cosa fai? Quanti anni hai? 

CriSi - Sono un trentaseienne trapiantato a Genova; un autodidatta, che accidentalmente ha frequentato la Scuola Internazionale di Comics e ne ha tratto qualche giovamento; devo dire, più grazie alle persone che vi ho conosciuto che non per l'istituzione in sé. 

Umanista pentito, flâneur, antiantropocentrista, ignostico irriverente, disprezzo ogni patriottismo e identitarismo, ho orrore della violenza fisica e psicologica connaturata all'uomo e alle sue istituzioni, mi piace la vita attiva - ma solo come cornice ad un'esistenza spiccatamente contemplativa. 
Però... siamo sicuri che importi a qualcuno? Io sono di quelli, come Calvino, persuasi che di un autore contino solo le opere; quando contano, naturalmente.

Gli albori iniziatici di SirGore (13 anni c.a.)
D - Hai ragione, non parliamo di te. Parliamo di altro. Vuoi dirci perché hai iniziato a prendere in mano pennelli, matite e chine? Da cosa nasce la tua predilezione/passione per l’illustrazione (in senso ampio, viste anche le splendide pareti decorate che hai postato sul tuo profilo Facebook)?

CriSi - In realtà, se eccettuiamo l'anno e mezzo di amara pausa riflessiva intercorso tra il principio del 2009 e il 2010 inoltrato, non ricordo d'aver mai trascorso un periodo della mia vita senza disegnare. Come tutti i disegnatori, credo. A differenza di altre discipline, che richiedono uno studio specifico prima di poter essere intraprese, il disegno è un gesto istintivo alla portata di tutti: mio padre conserva ancora le provette che disegnai, tappo di cotone incluso, una delle prime volte che lo accompagnai al lavoro (è microbiologo); dovevo essere piccolissimo, probabilmente avrò avuto sui tre anni. Con questo non voglio dire d'essere stato precoce, non lo sono stato praticamente in nulla, ma solo che basta un pennarello e un pezzo di carta per esternare la propria "vocazione" di illustratore. 

Altre volte, sempre in laboratorio da mio padre, disegnai dei parchi giochi. Erano parchi gestiti da streghe e frequentati da omini-stecco che, guarda caso, finivano inevitabilmente massacrati. Ecco, forse è stato quello il primo passo verso Sir Gore. 

D - La prima volta che ho visto una tua illustrazione è stato sfogliando il primo numero di
illustrazione per EventoZero
Hypnos. Poi ti ho ritrovato su HorrorTime a corredo del romanzo a puntate “Evento Zero”. Poi qualcuno mi ha detto: ehi, guarda un po’ sto fumetto e ho iniziato a stalkarti su facebook. Ti trovi a tuo agio illustrando il lavoro di altri o trovi più soddisfazione nel realizzare un progetto tutto tuo?

CriSi - In passato mi sono prestato a fare un po’ di tutto; adesso sono diventato più selettivo, pur rimanendo un perfetto sconosciuto. Il problema è che non ho una spiccata passione per il disegno in sé: mi piace disegnare quel che mi piace, altrimenti va benissimo preparare cappuccini. Con Hypnos e HorrorTime ho collaborato volentieri perché gli editori mi chiedevano di lavorare su temi a me cari, lasciandomi contemporaneamente ampi spazi di manovra.

Per il resto, ho i miei progetti e mi piace curarli in ogni dettaglio; sono seriamente incapacitato a collaborare con le persone, in ambito creativo.

una delle pareti decorate da CriSi con le sue silhouettes 
D - Illustratore o “fumettaro”?

CriSi - Fino a pochi mesi fa avrei risposto illustratore, e lo avrei fatto senza ombra di esitazione: non sono una persona pigra, ma lo divento moltissimo quando si tratta di disegnare lo stesso personaggio in più di una vignetta. E questo nonostante abbia sempre amato inventare e raccontare storie.

“Sir Gore” ha completamente rivoluzionato la mia prospettiva. Mi ha permesso d’imbastire una trama dinamica ed articolata con un minimo investimento in termini di disegno, e il risultato è che… beh, ultimamente non sto facendo altro.

SirGore parte 2
D - Veniamo alle "lepide avventure". Sir Gore è un fumetto-moviola, una contaminazione, un esperimento o qualcosa che hai iniziato a fare perché il lavoro era fiacco? 

CriSi - “Sir Gore” è stato un colpo di fortuna, per come la vedo io. 
L’idea mi è venuta mentre passeggiavo nel bosco con il cane, cercando di riprendermi dai disastrosi postumi di una sbronza a stomaco vuoto (e non lo dico per assumere pose da maledetto: ci tengo a sottolineare che tipicamente non bevo a stomaco vuoto, ed anzi sono molto più creativo da sobrio e riposato). È stato come se, di punto in bianco, i pezzi di un puzzle di cui neppure sospettavo l’esistenza fossero andati a posto da soli. In “Sir Gore” ci sono i videogiochi a 8 bit, gli anni come master di AD&D, le silhouettes merlate con cui ho riempito le pareti delle case in cui ho vissuto, le avventure con gli omini-stecco che disegnavo per divertire mia sorella e mio cugino, e un sacco di altre cose che in questi sette lustri mi hanno appassionato ma che non credevo sarebbero mai servite a nulla.


Sir Gore
D - Sono curiosa: quando scrivi le storie di Sir Gore vai a braccio, seguendo l'impulso del momento, o hai già chiara la storia punto per punto?

CriSi - Con "Sir Gore", tipicamente, ho in mente la storia fino a un paio di scene più avanti rispetto all'ultima che ho disegnato. [N.d.A. Per chi non lo sapesse, "Sir Gore" è diviso in scene, che sono una via di mezzo tra i capitoli di un libro e le scene propriamente dette di una pièce teatrale: ambientazioni più o meno fisse, nelle quali i personaggi si muovono e interagiscono; una scena può essere composta da venti o duecento vignette, ma la sostanza non cambia] Spesso immagino la sequenza delle vignette fin nei minimi dettagli, prima di mettermi al lavoro; ma è quasi inevitabile che l'azione si sviluppi in maniera diversa, per una frase imprevista uscita di bocca a un personaggio o semplicemente perché un oggetto è caduto nel posto sbagliato. 
Se non fossi anzitutto spettatore sorpreso durante il processo dell'animazione, non credo che il fumetto-moviola mi avrebbe appassionato altrettanto. Allo stato attuale ho solo una vaga idea su quel che sarà il filo conduttore dell'intera vicenda, sufficiente però a far sì che la storia abbia un senso compiuto: detesto quando una serie viene stiracchiata in funzione del gradimento del pubblico.

D - Giorno dopo giorno i fan di Sir Gore aumentano, hai un esercito di groupies alle calcagna
11 novembre
che bramano un tuo autografo sulla scollatura. Pensi che Sir Gore riuscirà mai ad avere una risposta al di fuori di internet come è stato per altri autori nati sul web? Anche perché inizia ad avere il volume di un doppio Tolstoj e seguire tutta la storia dal pc può essere un problema…

CriSi - Di tutto questo non so niente. Sono un pessimo imprenditore, e non lo affermo con quel compiacimento un po’ ottuso con cui altri vantano la propria ignoranza in matematica: vorrei sinceramente essere più in gamba, immagino che adesso che “Sir Gore” ha cominciato a uscire anche sulla pagina di Nerd Bloc – che conta più di ventimila fan – si prospetti davvero l’opportunità di sfruttare i numeri a proprio vantaggio. Magari mi verrà qualche idea, magari no, magari verrà a qualcuno di quelli che mi vogliono bene, ma in ogni caso sappi che non ci tengo a vestire i panni dello straccione eccentrico; preferirei di gran lunga essere ricco e moderatamente imborghesito.

D - Tra i tuoi lavori, forse meno conosciuti ma, a mio parere, davvero meritevoli di un lettore, spiccano i tuoi diari di viaggio. “Abra los ojos” è il mio preferito ma anche gli altri due sono migliori di qualunque LonelyPlanet, peraltro più divertenti. Domanda: qual è stato il posto migliore che hai visitato? E il peggiore? 

CriSi - I miei diari illustrati, l’ultimo dei quali ho intitolato appunto “Abra los ojos”, sopperiscono anzitutto alla mia scadente memoria fotografica. Ma fungono anche da surrogato cartaceo di social network: tappa dopo tappa, immagino di raccontare agli amici il mio viaggio, e naturalmente mi sforzo di farlo in maniera gradevole o interessante. Questo è un po’ il motivo, forse, per cui non potrei venderli: sarebbe come invitarti a cena e farmi pagare per tenere una conversazione brillante.

I posti migliori che abbia visto sono probabilmente a nord, quelli peggiori pure.
Abra los ojos, the end
Ricordo un paesino sul confine danese dove non c’era nulla, neppure il modo di venirsene via. Va detto che sono un mediterraneo scadente: poco socievole, detesto il caldo, il mare mi piace guardarlo da lontano. Scapperei volentieri in Scandinavia: l'Italia è un posto bello ma in cui mi trovo a disagio.

D - Passiamo alla letteratura. Quali sono i libri che, pensi, abbiano influenzato di più il te come illustratore? E i fumetti?

CriSi - Questa è una domanda che mi spiazza. Non credo esista un'influenza diretta tra quel che leggo e quel che disegno, anche se innegabilmente porto il marchio indelebile di certi stilemi degli autori che ho amato; però, mi sembrerebbe di mancar loro di rispetto, citandoli come se ne fossi in qualche modo - toh - l'erede spirituale. 
La verità è che non ho idea di quali libri mi abbiano influenzato maggiormente, ma posso dire che la saggistica divulgativa scientifica, in questi ultimi anni, mi ha offerto un sacco di spunti ossigenanti. 

Però, se vuoi sapere quale sia il fumetto cui maggiormente mi senta debitore mentre invento le lepide avventure di Sir Gore, è certamente "La Fortezza" di Sfar e Trondheim.

D - Una domanda che non ti ho ancora fatto e l’ultima che ti farò è: qual è il libro che porteresti con te su un’isola deserta? E quello che sacrificheresti al grande dio degli alberi sprecati?

Sleepwalk
CriSi - Dovendo trascorrere il resto della mia vita su un'isola deserta, credo che L'insostenibile leggerezza dell'essere di Kundera mi basterebbe; ma gli autori che mi hanno deluso profondamente, per fortuna, li dimentico presto.


D - Bene, l’intervista, come birra e salatini, è terminata. Ti ringrazio per la pazienza e direi di lasciare i link per il download di Sir Gore per tutti coloro che sono ostili al Grande Fratello e non usano facebook. 

CriSi - Data la rapidità con cui prolifica Sir Gore, credo che la cosa più sensata sia dare un'occhiata ogni tanto al mio blog (www.produciconsumacrea.blogspot.com); i link ai vari capitoli del fumetto sono bene in vista e vengono aggiornati costantemente.


Ricordiamo, inoltre, che oggi esce una nuova puntata di Sir Gore su Nerd bloc. Chi ha Facebook, vada a vedere ;)


Se quelle postate nel corso dell'intervista non vi fossero bastate, chiudiamo con un'altra carrellata delle illustrazioni di Cristiano. Il resto delle quali potete trovarle sul suo blog e/o sul suo profilo Facebook ;)

Secret Lovers

The pale herald of the past

Friends are a personal matter

2 commenti

  1. Ho scoperto qualcosa di nuovo e interessante!!! Andrò sicuramente sul blog per saperne di più ;)

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