La sabbia non ricorda. Giorgio Scerbanenco. NonRecensione


"Romeo Prasin era invece della vecchia scuola, il suo viso e tutto il suo fisico potevano illustrare un libro di Lombroso, come una rosa può illustrare un libro di floricultura."


Eccezionalmente di martedì, per non farvi abituare troppo alle scadenze blogghiste, LaRecensione di oggi è omaggio a uno degli scrittori di giallo italiani da poco entrati nella mia best-10-list.

More about La sabbia non ricorda
Titolo: La sabbia non ricorda
Autore: Scerbanenco, Giorgio
Editore: BUR
Genere: giallo
Tipo: romanzo
Anno: 1963 (1° ed.)
Pagine: 290


In effetti La sabbia non ricorda è il primo romanzo che leggo di questo autore, ma è il romanzo che questo autore me l'ha fatto conoscere et amare. 
Pescato da una bancarella al mercatino dell'antiquariato, pagato l'irrisoria cifra di 1€ (e peccato non ci fossero altri libri meritevoli oltre questo), devo ammettere che dopo le prime pagine avevo pensato di mollare ogni cosa e scrivere una MalaRecensione di questo romanzo. Fortunatamente, dopo una settimana di riflessione, ho deciso che dovevo andare avanti nella lettura e, a mano a mano che proseguivo nella storia, ho scoperto che non avrei potuto più smettere fino alla parola FINE. 

Questo perché La sabbia non ricorda inizia come un giallo senza mistero, con il colpevole già bello in mostra che fugge da una cattura certa, finché al primo colpevole non se ne aggiungono altri e i sospettati si moltiplicano, finché... finché non si arriva al colpo di scena finale che ribalta tutte (e dico tutte) le prospettive. E tu, lettore, scatti sulla sedia gridando come un matto per la sorpresa e l'unica parola di senso compiuto che riesci a esprimere è: ma guarda che figlio di buona donna 'sto Scerbanenco. Ma con il sorriso a fior di labbra, perché si tratta di un complimento, non di un insulto.

E ho come l'impressione che abbia adottato il metodo descritto nella racconto di Poe La lettera rubata.

Ma veniamo al dunque. La trama del romanzo è molto semplice: un uomo viene trovato morto sulla spiaggia di Lignano Si tratta di un giovane immigrato siciliano, Giannuzzo, che è stato ucciso con un'arma da taglio, probabilmente lo stesso coltello che portava sempre con sé e che è introvabile. Sul caso indaga il maresciallo della locale stazione dei carabinieri, ma se ne interessa anche il  capo della polizia Silvestro Lorè, che si trova a Latisana con la figlia Michela, nel tentativo di farla risollevare dallo stato di depressione in cui si trova dopo la fine di una storia d'amore turbolente. A questi primi personaggi se ne aggiungono gradualmente altri, dalla sorella di Giannuzzo al figlio dell'amico presso cui Lorè e Michela sono ospitati, Roberto. Dall'amante di quest'ultimo a Al, amico d'infanzia di Michela e agente della scientifica. La storia viene narrata da tutte queste voci (ogni capitolo sfrutta il punto di vista di uno di questi personaggi) fino alla sorpresa finale (di cui non vi parlo, sennò vi rovino il gusto della lettura) ;)

Per quanto riguarda lo stile, vi ricordo che si tratta di un romanzo scritto nel 1963 da un uomo che si scoprì giallista molto tardi e che era stato, prima di allora, direttore di alcune tra le più note riviste femminili dell'epoca (Novella, Bella), corrispondente per una rubrica di "posta del cuore" su Annabella e scrittore di romanzi rosa.
Quindi non deve stupire se questo giallo ha così tante sfumature di rosa tra le pagine, anzi: il filone sentimentale è uno dei punti chiave del romanzo. Il linguaggio manca completamente di scurrilità (le parolacce sono accennate e glissate con sinonimi più "casti") a tratti è prolisso e stucchevole, eppure nulla di tutto questo toglie qualcosa al romanzo, che anzi, proprio per lo stile usato, ti permette di immergerti completamente nell'atmosfera dell'Italia "bene" degli anni sessanta, un'Italia che si scopriva borghese, consumista e cosmopolita superficialmente, ma che sottopelle si manteneva saldamente contadina, con la mentalità ricca di pregiudizi, di piccole astuzie, di maschilismi...

Un bel romanzo, con un finale a sorpresa che spiazza.
Un autore da riscoprire.

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