Recensione. DRACULA - Bram Stoker

[post aggiornato il 23 ottobre 2018]

Altro giro, altra corsa.

Oggi voglio parlarvi di un classico dell'horror letterario. Il "papà" dei vari Edward e Lestat contemporanei, che se ne va a braccetto con altri capisaldi della letteratura di spavento come il mostro di Frankenstein, il Dottor Jekyll,, il Licantropo ecc... ecc...
Qui riuniti in una foto di gruppo...
è proprio lui! è Dracula, il Vampiro!

sorpresa! 

Sfortunato regalo di compleanno (alla mia copia mancano le pagine da 60 a 97, praticamente l'incontro di Jonathan Harker con Dracula e le sue tre mogli), questa edizione 2011 della Feltrinelli mi ha colpita.

Dopo la scheda vi spiego anche perché.

 

Titolo: Dracula
Autore: Stoker, B.
Traduttore: Luigi Lunari
Editore: Feltrinelli
Edizione: 2011 (p.e.1897)
Genere: romanzo
pagine: 535 (comprese le Note al testo)
ISBN: 9788807822353

Quando si legge un romanzo tradotto bisognerebbe sempre ricordarsi che non si sta leggendo la "versione ufficiale" della storia, ma la versione che di questa ne fa il traduttore.
 
Ecco, credo che questo discorso sia il punto da cui partire per scrivere una recensione onesta del Dracula di Stoker.

Ero partita con l'idea che avrei trovato la lettura del romanzo in questione lenta e dannatamente ottocentesca. Per questo ho iniziato a leggerlo relativamente tardi, mi sono presa del tempo. Contro ogni aspettativa, ho scoperto che mi sbagliavo. Mi sono ritrovata a leggere un romanzo piacevole e coinvolgente che, nonostante la mole, ho chiuso nel volgere di una settimana.
A questo punto sorge il problema: a chi va il  merito della bella lettura?
Sicuramente una parte a Stoker, che impiegò sette anni per scrivere questo romanzo e che si documentò su miti e leggende balcaniche fino a tramutare un'oscura figura storica in una leggenda del cinema e della letteratura mondiali.
Ma siamo sicuri che sia solo merito di Stoker e della sua straordinaria opera di documentazione?

Sono convinta che Luigi Lunari abbia svolto un'eccezionale opera di traduzione ma anche di trasformazione, rendendo questo romanzo ancora godibile, nonostante la differenza abissale di tempo che separa i protagonisti della vicenda da noi.

Protagonisti che, al contrario di quanto fa presagire il titolo dell'opera e il "sentito dire" di chi del romanzo ha solo la consapevolezza che esiste, non annoverano tra di loro il Conte Dracula.

Paradossalmente, ma in maniera coerente con la sua natura, Dracula fa solo rapide, fuggevoli apparizioni; parla poco e si muove ancora meno sulla scena di un racconto che si svolge quasi sempre al chiuso.

Dracula è quell'ombra impalpabile come la nebbia che scruta gli uomini e cerca di impossessarsi delle loro vite, di colonizzare altri luoghi oltre alle terre circostanti il suo castello in rovina.

Devo anche dire che Van Helsing, figura che cinematograficamente m'è sempre stata sui coglioni, nel romanzo risulta a sorpresa perfino simpatico. 

Il romanzo non segue una vera e propria narrazione lineare e non ha un unico narratore, bensì viene costruita come l'insieme dei diari e lettere tenuti dai protagonisti principali (Johnatan Harker, Mina, Van Helsing, il dottor Seward e Lucy, la prima e unica vittima di Dracula).

Si ottiene così un patchwork narrativo, dove spesso la stessa vicenda è ripresa e narrata più volte dai diversi punti di vista dei personaggi coinvolti.

A mano a mano che la storia si avvia verso l'epilogo (l'inseguimento del Conte da parte del gruppo guidato da Van Helsing) la narrazione si fa più rapida, i passaggi descrittivi sono più concisi, il ritmo e la tensione salgono considerevolmente. 

Una delle figure chiave della storia è senza dubbio Mina Harker. Mina, al contrario della bionda e stucchevole Lucy, ha già i connotati di una donna moderna, sebbene con molti limiti legati al periodo in cui Stoker scrive il romanzo.
Mina lavora come insegnante, è una donna curiosa e battagliera che riesce a tener testa perfino al "contagio" del Conte, sfruttandolo a suo vantaggio.

Conosce almeno una lingua straniera e la scrittura stenografica, ha una buona memoria ed è solo per merito suo che il gruppo di quattro uomini viene a scoprire le mosse del Conte.
A volte, probabilmente per rendere il suo personaggio più verosimile ai lettori dell'epoca, anche lei cede a inutili piagnistei, ma si tratta solo di cadute temporanee, che durano lo spazio di poche battute.
Anche quando il gruppo dei quattro uomini stabilisce che Mina, che fino a quel momento è stata per loro una valida fonte d'aiuto, deve essere estromessa dalla caccia in quanto donna, lei, pur riflettendo sulla correttezza del loro ragionamento, non può fare a meno di considerare con sarcasmo la galanteria del quartetto (e a ragione, visto quello che le accadrà in seguito proprio per essere stata tenuta lontana dalle azioni dei quattro).

La sua figura, al pari di quella del Conte, è la più carismatica all'interno del romanzo. Il suo apporto alla narrazione e allo svolgersi degli eventi la rende, di fatto, la vera antagonista di Dracula.

E che Van Helsing mi perdoni.

Per finire, alcune considerazioni sulla figura originale del Vampiro, così come la delineò Stoker, a uso e consumo degli scrittori contemporanei. 


Sulla base di quanto troviamo scritto nel romanzo, il vampiro:
  • ringiovanisce a mano a mano che si ciba di sangue umano ma, se non si nutre, invecchia; 
  • non fa ombra e gli specchi non ne riflettono l'immagine;
  • può trasformarsi in lupo o pipistrello o assumere la forma impalpabile della nebbia e del pulviscolo lunare; 
  • può entrare e uscire dagli ambienti, anche se sigillati; 
  • vede al buio. 
Ma ha anche dei limiti: 
 
  • non può entrare in un luogo se non invitato, ma una volta che è stato invitato può entrare e uscire a suo piacimento; 
  • durante il giorno non può muoversi (ma non muore con la luce del sole) e se viene sorpreso all'alba lontano dal luogo a cui è legato (la tomba o luoghi sconsacrati) può tentare di raggiungerlo solo a mezzogiorno o al tramonto; 
  • può attraversare le acque solo con l'alta o la bassa marea;
  • viene indebolito dall'aglio e dagli oggetti sacri. Un ramo di rose selvatiche posto sulla bara gli impedisce di muoversi.
     
Una pallottola consacrata sparata attraverso la bara lo uccide; così come un paletto di legno piantato nel cuore.

Se proprio volete ammazzarlo...

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