Salve a tutti!
Secondo appuntamento con [*musichetta di sottofondo* Peperèpepé] Il sabato del fumetto, rubrica che vi spiega un po' di cose sulla narrativa fatta con i disegnini :)
Oggi vi parlo di Le strade di sabbia, una graphic novel targata Tunué il cui autore, Paco Roca magari vi sarà noto per un altro suo lavoro -che, personalmente, ancora non ho letto- Rughe.
E visto che siamo in tema, prima di passare alla recensione, vi invito a leggere questo mio breve articolo, scritto per Rivista fra le righe sui rapporti non sospetti tra letteratura e fumetti ;)
LE STRADE DI SABBIA | |
Paco Roca [trad. Alessandra Papa] | |
Tunué, 96 pg, 2009 | |
9,90€ | |
Ebook non disponibile |
UN po' come il protagonista di questa storia, è il caso che mi ha portata a leggere Le strade di sabbia.
Sapete quei periodi, quando la vita ti si mette in mezzo alla strada e sceglie per te? Destino, lo chiamano.
Io avrei voluto prendere "Rughe", ma la mano ha puntato altro allo stand della Tunuè presente a Libri da scoprire. Perciò, eccoci qui.
In effetti, è stata la trama a convincermi, trascinandomi tra i vicoli e gli anfratti di una città senza nome, popolata da uomini e donne che sembrano uscire direttamente da un film di Lynch. Creature intrappolate nelle loro manie, in dialoghi che si ripetono con minime, impercettibili variazioni; uomini che attendono la morte da anni, già pronti nella bara che è tutto ciò che desideravano comprare nella vita; cartografi che disegnano mappe in scala 1:1 e postine mute, che scrivono e consegnano lettere che sono loro stesse a scrivere ogni notte.
Ogni personaggio di questa storia è un prigioniero confortato dalla prigionia. Gli abitanti della città dalla quale è impossibile fuggire una volta che ci si è messo piede, hanno creato attorno a loro un bozzolo, un cuscinetto di abitudini che li protegge dal dolore e dalle delusioni.
Le azioni ripetitive e senza senso, le inutili schermagli e i mutismi non sono che riproduzioni, con mezzi diversi, di uno stesso schema difensivo.
In questa città, -che è poi un angolo sconosciuto di una città più grande - finisce il nostro protagonista, un ragazzo inaffidabile già dalle prime vignette. Se fosse una ragazzina la definiremmo con l'abusatissima frase fatta: "la testa tra le nuvole".
Il nostro uomo, del quale non sapremo mai il nome, ha un appuntamento. Un appuntamento importante dal quale, ci pare di capire, dipenderà il suo futuro. E lui, nonostante sia in ritardo, agisce in maniera sconclusionata, aumentando ancora di più il ritardo accumulato finché, ormai del tutto perso, non deciderà di prendere una scorciatoia. E la scorciatoia lo porterà nella città dalle strade di sabbia.
Le tavole di Roca sono una morbida e fluida continuità di linee e colori; i suoi tratti hanno un curioso effetto lenitivo sulla psiche del lettore, hanno un che di gommoso: ti avvolgono e ti trascinano piano piano dentro e attraverso la storia.
Roca usa il cambio di colore nelle tavole per creare stacchi tra una sequenza e l'altra, tra le azioni compiute nella realtà e i passaggi nel sogno.
Ogni elemento, in ciascuna vignetta, è reso nel minimo dettaglio così che ogni tavola risulta colma di minuziose informazioni che riempiono la vista del lettore, senza che nessuna risulti fuori posto. Stessa cosa avviene per i personaggi che sembrano figurine d'argilla per quanto sono vividi: dei micro-golem d'inchiostro.
La quarta di copertina ci avvisa che Le strade di sabbia è un "racconto che non lascia dormire".
L'impressione che ne ho ricavata, invece, è di un racconto che invita a sognare.
Buon fine settimana!
E, come sempre, Buone letture.
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