Cinque libri per festeggiare Edgar Allan Poe


Riprendiamo le trasmissioni dopo un mese di silenzio.

Saltiamo a piè pari il punto in cui vi parlo di cose delle quali potrebbe fregarvi tra il nulla e il niente ma, prima di introdurvi al post, vi ricordo che di tanto in tanto potete leggermi pure su Rivista Fralerighe (l'ultimo articolo postato è su Dirk Gently, la serie Netflix), e sul blog di Altrisogni (recensione per Michele e l'aliante scomparso di Maurizio Cometto, DelosDigital).

Dunque.
Mentre raccolgo le idee e le informazioni per un articolo su William Peter Blatty, ho pensato di festeggiare con voi il compleanno di Poe (che è stato ieri, ma io e la programmazione viviamo in universi separati), parlandovi di cinque libri che lo raccontano
Perché pochi uomini possono fregiarsi di un fascino post-mortem come quello che continua a esercitare, in lungo e in largo, il nostro Eddy.


1. EDGAR ALLAN POE. VITA ATTRAVERSO LE LETTERE a cura di Barbara Lanati (Einaudi)
“Devo vincere o morire, avere successo o cadere in disgrazia” lettera di E. A. Poe al padre adottivo John Allan, Fort Moultrie, Charleston, 1 dicembre 1828
Purtroppo fuori catalogo, l'epistolario curato dalla Lanati è un documento prezioso per chiunque voglia approfondire la conoscenza di Poe al di là dello studio delle sue opere.
Si tratta di una vera e propria biografia epistolare, dalla quale emergono voci sepolte dal tempo, volti per lo più sconosciuti di donne, molte, e uomini che accompagnarono Poe durante la sua breve ma intensa esistenza.
Dalle lettere viene fuori il ritratto di un uomo perennemente in bolletta, alla ricerca costante di denaro sempre insufficiente, a volte elemosinato e spesso negato; un uomo ambizioso, orgoglioso e tormentato; un uomo appassionato, capace di una tenerezza imbarazzante, ma anche sottilmente manipolativo. 
Poe mente, mente spesso: mente nei documenti per West Point; mente sulla sua data di nascita; mente quando assicura il padre che proseguirà nella carriera militare. Millanta l'interesse di grandi editori per le sue prime opere (aveva appena vent'anni) pur di ottenere credito; dichiara a due donne di amarle, mentre progetta il matrimonio con una terza. Ma la sua è una menzogna finalizzata. Perché ciò di cui Poe è sicuro (e lo è dai diciotto anni, quando ne scrive con una foga che appare ingenua ma genuina) è che il suo non è solo il destino dello scrittore, ma è quello dell'autore che riscriverà la letteratura americana.

2. EDGAR ALLAN POE di Charles Baudelaire (Passigli editori)

“Tutti i racconti di Edgar Poe sono per così dire biografici. Si trova l'uomo nell'opera. I personaggi e gli avvenimenti sono la cornice e il panneggio dei suoi ricordi” (Edgar Allan Poe, Charles Baudelaire, a cura di Maurizio Ferrara, Passigli editore, p.24)
Tra coloro che rimasero affascinati da Poe, il primo e più fervente ammiratore fu senza dubbio Charles Baudelaire. Convinto dell'esistenza di un “legame” mistico tra lui e il poeta americano, Baudelaire ne divenne uno strenuo difensore e promotore, una groupie ante litteram se vogliamo, al quale si deve il merito di aver contribuito alla diffusione del mito di Poe nel vecchio continente. Ne fu biografo, critico e traduttore, vittima di una ossessione che lo accompagnerà fino alla paralisi e alla morte.
Baudelaire intrattenne per lungo tempo una corrispondenza con Maria Clemm, madre di Virginia e zia di Poe, alla ricerca inquieta di informazioni e notizie che ne appagassero il desiderio, ormai irrealizzabile, di entrare in contatto con il suo doppio letterario.
Qui sono raccolti, per la prima volta in italiano, i saggi e le presentazioni, comprese le note critiche ai lavori dello scrittore americano, redatti da Baudelaire nel corso della sua carriera.

3. I LITERATI DI NEW YORK a cura di Giovanni Puglisi e Gabriele Micciché (Bompiani)

“Gli scrittori più “popolari”, quelli di maggior “successo” (almeno per un breve periodo) sono, in novantanove casi su cento, persone di mera destrezza, perseveranza, sfacciataggine: in una parola intriganti, adulatori, ciarlatani.” E.A. Poe, introduzione a I literati, p. 23

Al lavoro di scrittore, Poe associò per tutta la carriera quello di critico letterario. Le sue critiche erano pungenti e spesso ingiuste, ma giustificate dall'idea che gli editori americani, alla ricerca costante del business, si dessero da fare per pubblicare opere di infimo livello, che incontravano il favore del pubblico perché di semplice e immediata lettura, e perché giornalisti compiacenti ne parlavano tessendone lodi entusiastiche, in recensioni che spesso avevano lo spessore di uno spot pubblicitario, sottraendo spazio alla letteratura migliore.
In I literati, pubblicato a episodi sul Godey's Lady's Book, Poe dà conto, molto spesso con uno stile impietoso e graffiante, di scrittori a lui contemporanei e tutti ruotanti attorno al circolo letterario di New York che, all'epoca, rappresentava il fulcro della vita culturale ed editoriale del paese.
Tra nomi noti e meno noti, voci e volti sepolti dalla storia, si fa strada anche il profilo di Frances S. Osgood alla quale Poe dedica dieci pagine di critica entusiasta, seppur ragionata, mostrando come le regole del bon-ton avessero un ascendente anche su di lui.

4. VITA DI EDGAR ALLAN POE di Julio Cortázar (Le Lettere)

“Non tutti i critici di Poe hanno saputo valutare l'enorme quantità di letture che fu capace di accumulare, la sua voluminosa corrispondenza e soprattutto l'entità della sua opera in prosa: racconti, saggi e recensioni. Eppure, come egli osserva, due giorni di pubblica ubriachezza lo rendevano molto più celebre di un mese di lavoro continuo” [Vita di Edgar Allan Poe, Julio Cortázar, trad. Claudio Cinti, Le Lettere, p. 40]

Di biografie su Poe ne esistono un'infinità, ma di quell'infinità sono ben poche quelle tradotte in italiano e facilmente reperibili. Una di queste è Vita di Edgar Allan Poe scritta da Cortázar e pubblicata da noi da Le Lettere.
Quello di Cortázar può essere definito un racconto biografico (la parte biografica è di circa cinquanta pagine, alla quale segue una critica ai racconti e una postfazione), una cronaca romanzata della vita di Poe.
Cortázar fa spesso ricorso ad aneddoti, focalizzandosi però troppo spesso sull'alcolismo e i deliri provocati dal laudano così che, anche quando pone l'accento sull'enorme e impressionante lavoro compiuto da Poe come critico e collaboratore di riviste quali The Southern Literary Messenger o il Graham's Magazine, non sembra poter fare a meno di rimarcare sulle dipendenze del nostro.
Ne viene fuori l'immagine di un uomo incontinente nei sentimenti e nelle passioni; brusco, irruento e violento a tratti, ma anche propenso a una certa malinconia romantica, a un ripiegarsi su se stesso in una sorta di catatonia morbosa.
A Cortázar è difficile anche perdonare l'uso di un eccessivo pietismo per quanto riguarda Virginia, che nel racconto si trasforma in una ragazzina fatua e un po' tonta, che sembra legata a Poe dalla soggezione e non dall'affetto.
Tuttavia il volume ha l'indubbio pregio di darci un'idea di quella che fu la vita di Poe.

5. EDGAR ALLAN POE di Dino Battaglia (Nicola Pesce Editore)

Poe è forse l'autore più portato sul grande schermo, mentre per quanto riguarda le trasposizioni a fumetti delle sue opere dobbiamo aspettare Dino Battaglia che, tra il 1968 e la fine degli anni Settanta, pubblica su Linus la sua versione di alcuni dei suoi racconti, ora raccolti in un unico volume edito da NPE.
Coadiuvato dalla moglie Laura che si occupò della sceneggiatura, Battaglia trasformò i racconti dello scrittore americano in un'opera del tutto nuova, enfatizzandone lo spirito macabro e grottesco, amplificando i silenzi, le angosce e i deliri dei protagonisti e delle situazioni in cui questi venivano spinti da un destino che non si poteva in nessun modo contrastare.





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