Qual è la poesia quando la nostra creazione ci divora? [Paolo Bacigalupi, La ragazza meccanica, trad. Massimo Gardella, Multiplayer edizioni, 2014]
Mentre maggio volge al termine, permettetemi di esprimere due parole
due sulla mia ultima lettura del mese, un romanzo pluripremiato (per citarne tre: premio Hugo, Nebula e Locus) lasciato colpevolmente a languire nel kobo per mesi e divorato in
dieci giorni esatti.
Sto per parlarvi di La ragazza meccanica, mastodontico esordio
di Paolo Bacigalupi, un autore dal nome e dalle origini italiane e considerato tra i più promettenti fantascientisti contemporanei d'oltreoceano.
La ragazza meccanica rientra nel biopunk, sottogenere derivato dal cyberpunk che ruota attorno ai possibili sviluppi delle biotecnologie e alle conseguenze di tali sviluppi. Una distopia, quindi, con precise implicazioni ecologiche che portano il lettore a farsi una domanda: quand'è che la natura smette di essere naturale?
La Terra del futuro è un pianeta molto diverso da
quello che conosciamo, con buona parte dell'umanità e delle specie
animali e vegetali spazzate via, e nella quale l'innalzamento
incontrollabile del livello degli oceani ha ristretto e di molto la
superficie delle terre emerse.
Carestie, provocate attivamente dalle compagnie
caloriche (società che detengono i codici per la produzione di semi resistenti alle nuove infestazioni) per ottenere il monopolio delle coltivazioni, si associano a malattie
terribili e in perenne evoluzione che colpiscono indifferentemente
uomini e vegetali, come la micoruggine e la cibiscosi.
Nuove creature, frutto dell'ingegneria genetica, proliferano sui continenti superstiti. Creature come i megodonti e gli stregatti
Un altro felino-ombra sfreccia attraverso la strada, il suo
luccichio sfuma nel buio. Un omaggio hi-tech a Lewis Carroll, qualche
dirigibile e spedizioni via clipper, e all'improvviso intere classi
di animali vengono spazzate via.[Paolo Bacigalupi, La ragazza meccanica, trad. Massimo Gardella, Multiplayer edizioni, 2014]
Finita da anni l'era del petrolio, si è assistito a una progressiva involuzione tecnologica. L'energia utilizzata ora è quella
cinetica, ottenuta per mezzo di kino-molle, ricavate da elaborati
processi di raffinazione delle alghe tossiche che ricoprono buona parte degli
oceani. Il mezzo di locomozione più usato sono le biciclette
e persino il ghiaccio viene considerato un bene di lusso.
Chissà se una volta era meglio, se c'era mai stata un'epoca d'oro
alimentata da petrolio e tecnologia. Un'epoca dove ogni soluzione a
un problema non ne generava un altro. [Paolo Bacigalupi, La ragazza meccanica, trad. Massimo Gardella, Multiplayer edizioni, 2014]
L'era in cui ci troviamo è definita Contrazione perché
limitate sono le risorse e gli spazi e i commerci.
In questo clima di instabilità persistente, la Thailandia, e per la
precisione Bangkok, è il fulcro attorno al quale potrebbe ruotare
una nuova Espansione. È in questo paese infatti, trincerato in una
forma di rigida autarchia, che sono custoditi gli ultimi semi puri,
dai genomi pressoché intatti, di specie vegetali ormai estinte. E
qui si svolge la nostra storia, che vede intrecciarsi
progressivamente le vite (e gli interessi) di Anderson Lake, agente
sotto copertura di una delle maggiori compagnie caloriche di quel
che rimane del pianeta, che trama per mettere le mani sulla
leggendaria Banca dei semi di re Rama XII; Hock Seng, un cinese
"tessera gialla", rifugiato dalla Malesia dopo gli eccidi
compiuti ai danni degli infedeli dalle "cinture verdi" ed
Emiko, la ragazza meccanica che da il titolo al romanzo, arrivata in
Thailandia come segretaria e qui abbandonata dal suo padrone perché
i costi per un suo rientro in Giappone erano superiori a quelli per
il suo smaltimento come rifiuto.
Ed è in questo scenario esotico e "alieno" che veniamo catapultati fin dal primo paragrafo, costretti a una rapida immersione nel mondo in cui Emiko e gli altri vivono, senza che ci vengano fornite bussole né indicazioni.
È
questa una delle caratteristiche che mi ha fatto adorare il romanzo:
l'assenza pressoché totale di infodump. Nella quattrocento e passa
pagine di La ragazza meccanica, Bacigalupi non spreca mai una
sola riga per spiegarci cosa sono le compagnie caloriche, cos'è una
kino-molla o cosa sia un generipper.
Bacigalupi è padrone del mondo che ha creato. Si tratta di una sensazione che avvertirete dal primo capitolo e per questo non troverete noiose introduzioni al mondo di La ragazza meccanica: perché l'autore ve lo farà vivere sin dal primo capitolo.
E se all'inizio potrete trovarla una scelta destabilizzante e un po' faticosa (prendere confidenza con i termini sparati da Anderson Lake, per esempio), vi ripagherà col proseguire della storia, quando vi troverete dentro il romanzo e non al di fuori di esso.
A questa prima nota di merito si aggiunga uno stile liscio come ghiaccio, privo di quei
viluppi letterari propri di Mieville che, per quanto mi piacciano, spesso
traboccano sulla storia, soffocandola. Qui ogni azione, frase o
pensiero sono necessari allo sviluppo degli intrecci, mano a mano che
le vite dei personaggi principali vengono a collidere.
E, parlando dei personaggi, avrete a che fare con uomini e donne
spietati e strabilianti nella loro naturalezza che lascia raramente
spazio alla pietà. Quasi nessuno (ad eccezione del capitano delle
camicie bianche, Jaidee) sfugge alla corruzione, alla violenza, ai
raggiri e alle menzogne per il raggiungimento dei propri scopi o in
ossequio ai propri ideali. Violenze spesso molto crude, con scene esplicite che sono da tenere a mente se si sta progettando di leggerlo e si è alla ricerca di romanzi consolatori.
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Titolo. LA RAGAZZA MECCANICA
titolo or. The Windup Girl
Autore. Paolo Bacigalupi
Trad. Massimo Gardella
Editore. Multiplayer edizioni
anno. 2014 (ed. or. 2009)
pagine. 416
prezzo. 17,90 € cartaceo - 7,99 ebook |
Da questo punto di vista, Emiko è colei che subisce più di tutti le
perversità delle relazioni umane, a cominciare dalla sua creazione.
Come tutte le Neo persone, create per servire in una società, come
quella giapponese, in preoccupante declino demografico, Emiko è un
composto di cellule umane e canine, che infondono i caratteri
dell'obbedienza e della sottomissione; le è stata fornita una pelle
liscia e perfetta, che impedisce però una traspirazione
soddisfacente, portandola facilmente a surriscaldarsi e a morire.
Dopo la lezione degli stregatti, per non confonderla col resto degli
uomini il suo corpo è costretto e movimenti a passo-uno che, rendendola quasi un burattino, mostrano subito e a tutti che non è un essere umano. Inoltre le è stata
preclusa la possibilità di procreare. In questo, Emiko è
addirittura più artificiale degli stregatti, che hanno almeno la
consolazione di essere una specie autosufficiente, in grado di dar
vita ad altri sé senza necessità dell'intervento umano.
Abbandonata dal suo padrone come una lattina di birra in un paese di
astemi, ritenuta dai thai un abominio privo di anima da smembrare e
ficcare nella pattumiera, Emiko finisce per essere maltrattata e
umiliata, derisa e abusata da chiunque, senza che il suo dolore venga
mai riconosciuto come autentico, senza che nessuno, nel corso del
romanzo, provi davvero pietà per lei.
Eppure,
Emiko pone l'accento sulla considerazione che facevo al'inizio: quando qualcosa può essere definito "innaturale"? Nel romanzo, il punto di vista di thai e camicie bianche nei confronti della ragazza meccanica è quello della maggioranza di noi. Emiko è un burattino nei passi. Ma non è un robot. Ha un DNA modificato, ma nelle sue vene scorre sangue, può ferirsi, morire. E i suoi sentimenti sono autentici. Così come il dolore, la rabbia, la frustrazione e il desiderio di amore.
Non è un essere umano, ma è comunque una Persona. Una Neo Persona. Una specie bizzarra, squisitamente nuova, che potrebbe benissimo essere parte dell'evoluzione e non al di fuori di essa.
Vi aggrappate a un'idea di umanità che si è evoluta in accordo con l'ambiente naturale nel corso dei millenni, la stessa con cui voi ora, in modo perverso, rifiutate di andare al passo.[Paolo Bacigalupi, La ragazza meccanica, trad. Massimo Gardella, Multiplayer edizioni, 2014]
Un punto di vista che viene fatto proprio dal misterioso generipper Gibbons (nome che non credo Bacigalupi abbia dato a caso), che si è rivelato essere il mio personaggio preferito.
Ed è per questo motivo che La ragazza meccanica da il nome al romanzo. Perché questa riflessione è il nocciolo di fondo della storia.
Dopo una partenza piuttosto lenta che serve, come dicevo prima, per
prendere confidenza con la Bangkok della contrazione, la storia
subisce una progressiva accelerazione fino alle scene finali che
riportano, con un'assoluta verosimiglianza ed estrema vividezza, la monta ed esplosione di
una guerra civile che lascia senza parole e riempie occhi e udito di
immagini e suoni.
Insomma, scritto in maniera magistrale, senza che il sense of
wonder venga mai meno, La ragazza meccanica è quel genere
di romanzo che ti spinge follemente a volerne ancora, mentre cerchi
di frenare le pagine, mano a mano che ci si avvicina alla fine. E che ti lascia smarrito e incerto, consapevole che tutto ciò che leggerai dopo difficilmente sarà all'altezza della storia che hai appena vissuto.
Per quanto mi riguarda, una delle migliori letture di questo 2016.
Piccolo appunto. Per conferire maggiore verosimiglianza alla
storia, Bacigalupi fa usare molto spesso ai suoi personaggi termini
in thai. Se alcuni come kamma o farang sono facilmente
interpretabili, altri risultano spesso un inciampo nella comprensione
del testo. Avrei gradito che l'editore avesse pensato anche ai non
studiosi di lingue orientali, inserendo un glossario alla fine del
romanzo. Ma è, per l'appunto, un piccolo appunto.
Buone letture ♥
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Mi ispira tanto! *.*
RispondiEliminaOtium mettilo in lista, merita davvero tanto! ♥
EliminaAccidenti che il post l'ho anche letto subito e poi ho detto, si dopo commento, dopo commento. Vabbè, meglio tardi che mai :D
RispondiEliminaCosì finalmente posso dirti cosa mi è piaciuto del libro e cosa invece non mi ha convinto.
Piaciuta sicuramente l'ambientazione esotica, che è anche la cosa più originale del libro. Per quanto poco conosca quelle zone (molto meno, molto meno) l'ho trovata accurata, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti sociali e culturali. Ben costruiti anche i personaggi, un po' tutti direi, ognuno ha il suo chiaro-scuro che da un lato riesce a creare un pizzico di empatia e dall'altro ha risvolti che ti portano alla repulsione.
Del collasso ecologico del pianeta e degli effetti delle biotecnlogie se n'è scritto tanto, invece, quindi, seppur l'ambientazione è ben costruita, non l'ho trovata particolarmente originle (tra l'altro, se ti piace il genere, ti consiglio l'ultimo degli uomini di Margaret Atwood, nel quale, fra l'altro, già compaiono gli animali da compagnia ingegnerizzati che fanno danni).
Invece ho trrovato pesante alla lunga la terza persona al presente, ma questo potrebbe essere un difetto di traduzione, difetto che secondo me già si ravvisa dalla pessima traduzione del titolo (la ragazza, infatti, non ha nulla di meccanico, semmai avrebbe dovuto essere la ragazza sintetica).
Ma la cosa che mi ha convinto di meno è che la trama è portata avanti più da eventi casuali che dall'azione dei personaggi, i personaggi finiscono cosi quasi per diventare spettatori di ciò che gli accade attorno, ed è secondo me questo un grosso limite narrativo.
Inoltre, ma questo è un giudizio soggettivo, non amo molto i libri in cui non c'è un vero e proprio protagonista.
Non credo di aver spoilerato troppo :P però sempre meglio scrivere a libro concluoso, si sa mai :D
Lo ho da parte, da un po' di tempo :P Ne ho letto bene in generale, ma la tua analisi è appassionata e assai convincente *_*
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