FRANKENSTEIN, Mary Shelley - Recensione


Disclaimer. se non avete ancora letto il romanzo di Mary Shelley, scritto mentre marito e amici se ne andavano per fratte (più o meno),passate oltre. E tornate solo dopo averlo letto.
Sul serio.

Questa sarà una recensione striminzita.
Non tanto perché il romanzo è di quelli che non ne avrebbe bisogno quanto perché, a qualche giorno di distanza dalla lettura, ancora non so come scriverne.

Partiamo dalla premessa che sempre è necessaria: Un eccesso di aspettativa è il male.

Perché io Frankenstein erano anni che volevo leggerlo (dopo essermi gustata pienamente il Dracula di Stoker) e negli ultimi mesi questo desiderio si era fatto più forte, soprattutto dopo aver visto in vetrina la splendida (davvero magnifica) edizione Bur classici d.e.l.u.x.e con le illustrazioni di Lynd Ward.


Ditemi voi se non è uno spettacolo

Il problema, con i classici della narrativa, è che sono stati talmente rimaneggiati da cinema e immaginario collettivo che poi, a leggerli, ti ritrovi a scrutare l'abisso che si crea tra aspettativa e realtà.

E Frankenstein è un esempio perfetto della leggina appena scritta.

Partiamo però da un punto fermo, perché il valore dell'opera di Mary Shelley è indubbio, e sono comunque felice, nonostante la delusione di cui vi parlerò tra poco, di averlo finalmente letto. Frankenstein è un caposaldo della narrativa fantastica perché è una delle prime opere che sfrutta la scienza come base del racconto, piegandola alle necessità di una storia che cammina sul filo teso tra il possibile e il fantastico.

E il Victor Frankenstein è il padre di una serie di scienziati/personaggi che da questo momento in poi riempiranno i nostri scaffali di belle storie weird, horror e fantascientifiche.

Quindi sì, è un romanzo che rappresenta una pietra miliare della storia della letteratura contemporanea.

Detto questo, però, dobbiamo anche ricordarci che si tratta del primo romanzo del suo genere, scritto agli albori del Romanticismo e che, pertanto, racchiude in sé anche tante, tantissime, cose che a un lettore contemporaneo difficilmente piaceranno.

Ma il problema, il grande problema di Frankenstein è... Frankenstein stesso. 

Il Prometeo moderno, che dà vita a una creatura che egli stesso ha creato, e che da questa, in maniera sottilmente simile al Prometeo classico, viene tormentata non ha nulla dell'affascinante scienziato che sconfigge la morte delle visioni cinematografiche.

La maggior parte del tempo Frankenstein la passa a lagnarsi.

Ok, sono stata brusca. 
Diciamo allora che la passa a dolersi della sua sfortunata ambizione che lo ha portato a creare un mostro che, guarda un po', proprio non è contento di essere evitato da tutti solo perché assomiglia a una mummia nutrita a steroidi. E visto che il suo creatore non lo ama, per vendicarsi decide di fare terra bruciata attorno a lui mentre il dottor F. va a spasso per montagne, riflettendo sulla natura e sulla natura umana e sulla bellezza dei fiori in boccio.

Ora, leggendo il romanzo, uno si domanda a più riprese come possa un uomo geniale, che ha dato la vita a un essere altrettanto geniale (perché la creatura sarà pure orrenda, ma dimostra un QI superiore alla norma, sicuramente superiore a quello di Frankenstein), farsi abbindolare in modo tanto puerile. 
E perché, all'opposto, non si renda conto della bellezza che ha creato, delle potenzialità del suo mostro.

è evidente che si tratta di domande "moderne", e che nel 1817 questi problemi non sorgessero nel lettore per il quale era più che plausibile che lo scienziato fosse preso dal rimorso per aver pervertito le leggi della natura.
Oggi, come minimo, Frankenstein bazzicherebbe ogni anfratto sociale, virtuale e non, e ci sarebbe la fila fuori dalla sua mega-clinica-anti-morte.

Se Frankenstein è, dunque, una delusione, non altrettanto si può dire per il suo mostro che, rispetto all'immaginario collettivo, è una creatura complessa e intelligente, astuta e abile, anche se tormentata dall'odio per l'uomo che l'ha creato e lo repelle e dal dolore per la solitudine. Un dolore che si trasforma in desiderio di vendetta e di rivalsa. 

Insomma, alla domanda: vale la pena leggerlo? Non posso che rispondere così:



Buone letture ♥

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6 commenti

  1. Mi fa piacere sapere che non sono l'unica che ha trovato il professore veramente deprimente!!! ahaahhaahah

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  2. Io con i classici non so mai cosa aspettarmi, per questo ho sempre un po' timore di leggerli!! Questo lo recupererò sicuramente, ma non ho chissà che aspettative..speriamo bene!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Buondì ragazze. Eh, avete ragione tutte XD, purtroppo il cinema ci ha abituato a un affascinante Frankenstein Vs una creatura a malapena in grado di articolare un grugnito. La realtà è bene diversa: creatura aveva un eloquio miltoniano ed era davvero affascinante, anche se terribilmente crudele, al contrario del dottore che... lasciamo perdere U_U Tuttavia, sono felice di aver aggiunto il romanzo nella pila dei letti e per chiunque debba ancora leggerlo, il consiglio è uno solo: indossate capaci occhiali Romantici. E magari leggetelo dopo aver ripassato I dolori del giovane Werther e Paradiso Perduto ;)

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  5. Anch'io ho letto da poco Frankenstein, (il mese scorso direi) e mi ritrovo tantissimo nelle tue parole, soprattutto sul caro Victor. Però ammetto anche di non esserne rimasta delusa (più che altro perché mi aspettavo qualcosa di "peggio": qualcosa di difficile da leggere, in uno stile più pesante e più moralista. Non so perché, ma mi aspettavo questo, quindi anche se mi sono trovata davanti un Frankenstein in preda a continui piagnistei, ad un genio che tanto geniale non è, visto che non riesce a prendere coscienza delle immense possibilità che gli si aprono davanti, alla fine non ne sono rimasta delusa :) ). E complimenti per la recensione! :)

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  6. Ma che bella foto che hai fatto! <3 Io non ho ancora etto il libro, ma mi piacerebbe prima o poi! Ho taggato il tuo blog qui, spero ti faccia piacere! https://ikadreaming.blogspot.it/2016/06/liebster-award.html

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