Baltimora, 7 ottobre 1849


And so, all the night-tide, I lie down by the side
Of my darling - my darling - mi life and my bride,
In her sepulchre there by the sea -
In her tomb by the sounding sea.
[ANNABEL LEE, Edgar Allan Poe, 1849]
Un passo avanti l'altro, usando i muri delle case come stampella; i vicoli si snodano come serpenti e la strada è così liquida, sembra vino denso, un rivolo di Amontillado colato da un bicchiere. E come se fosse liquore la strada si allunga, si tende, cambia direzione quando provo a seguirla. 
Ma avanti. Avanti.
Mi scusi, permesso. 
Caracollare addosso a uno messo peggio di me, le gambe buttate in mezzo alla strada come ossa vecchie. Non se ne accorge che gli sono finito addosso. Forse neanche respira più o magari, se aspetto un po', salterà in piedi, gridando "Sei stato tu!" E poi mi chiederà un dollaro per comprarsi altro liquore.
Potrei sedermi qui con lui, con il mio nuovo vecchio amico. Così familiare, dopotutto. Quanti ne ho incontrati come lui oggi? E ieri? E prima ancora? Lo potrei chiamare William Wilson: con un nome così, sarebbe facile fare amicizia per chiunque.
Oddio, ancora loro.
No. 
Basta bere, basta per oggi. 
Divertente sentirmelo dire.
Quante schede avrò firmato da questo pomeriggio?
Quanti dei miei autografi ho lasciato svolazzar nei seggi elettorali di questa latrina piena di demoni della perversità e di angeli del bizzarro chiamata Baltimora?
Devo rialzarmi. Perdonami, amico. Ma non posso restare. 
Se dovessimo rincontrarci, uomo della folla, se volessi fare due chiacchiere, ti lascio il mio nuovo recapito. Ma tienilo a mente, bada, perché non ho più un pezzo di carta con me. Un foglio. Una penna. Un documento. Gli occhiali... Mi hanno tolto tutto per riempirmi di alcol. E no che non lo volessi. Almeno all'inizio. Non avrei dovuto scommettere la testa con il diavolo. 
Ad ogni modo, basta con le frottole. Mia cara mummia, è stato un piacere scambiare quattro chiacchiere con te. Se mai volessi unire ai tuoi i miei deliri, cercami alla Rue Morgue. Bada, il padrone è uno scimmione, ma basterà poco per ammansirlo: una maschera, una lettera rubata; bob-bon o un ritratto, purché sia ovale. Se te ne capitasse tra le mani uno, andrebbe bene anche uno scarabeo d'oro.
E adesso scusami, ma vado. Per stasera ne ho abbastanza di discese nel Maelstrom. 
E ho bisogno di un dottore, temo. Chissà se il dottor Catrame e il professor Piuma esercitano ancora. Non che mi fidi di quei due pazzoidi, ma a chi altri potrei rivolgermi? Potrei provare a chiedere aiuto a Mister Valdemar, se non fosse un uomo così viscido che il solo pensiero di accostarmici mi ripugna.
Addio, addio, amico mio.
Ci rivedremo. 
Se la falce del tempo non arriverà prima, lasciandoci senza fiato.


Buon pomeriggio, cari lettori.
Oggi, come forse saprete,  ricorre l'anniversario della morte di Edgar Allan Poe, scrittore che ha affascinato e continua a sedurre generazioni di lettori e di scrittori.

Poe è stato il mio primo approccio alla narrativa del fantastico e dell'orrore. Ed è rimasto LO scrittore per eccellenza. Il mio punto di riferimento fisso. 
Una di quelle figure che, quando sono davanti alla tastiera, me la immagino appollaiata sulla spalla, ad osservare e leggere e criticare ciò che scrivo.
La mia personale scoperta di Poe avvenne alle medie. Avevamo allestito un "armadietto dei libri", una sorta di piccola biblioteca di classe, a portata di alunno. Una delle cose migliori in quella fase della mia vita che è stata la cosa più simile alla naja che abbia mai sperimentato.
Ma stiamo trascendendo.
Dicevo: c'era questo armadietto, e due scaffali con libri e librini che non avevano nulla di "scolastico". Tra questi, uno scritto da un autore dal cognome che mi fece subito simpatia: POE
Lo presi.
Il primo racconto che lessi fu Tre domeniche in una settimana e, da allora, ogni volta che, per un motivo o per un altro, sento nominare Poe è la prima opera che mi viene in mente. Un gioiellino di ironia e satira, contorato da quel pizzico di bizzarria che lo rende speciale.
Se ricordo bene, nel volumetto erano presenti anche La maschera della morte rossa e Il cuore rivelatore. Quest'ultimo fu il racconto che mi fece innamorare di Poe che, come ho scritto sopra, per me rimane l'autentico e indissolubile amore letterario.

[Nota divertente: fu proprio Poe a farmi conoscere Dylan Dog. Nella stessa settimana in cui portavo a termine la lettura di quella prima raccolta di racconti, l'edicolante esponeva la ristampa (se non ricordo male) di DyD intitolata La morte rossa. Suggestionata dal racconto di Poe e spinta da quell'eccitazione da groupie che prende un po' tutti quelli che hanno appena sentito nominare, sia pure di sfuggita, il proprio idolo, lo acquistai. E quello fu un piccolo e involontario regalo che Poe mi fece. Perché Dylan Dog, da quel momento, divenne la mia seconda passione, non del tutto sopita nel tempo.]

Il racconto che avete letto all'inizio del post è, dunque, il mio personale omaggio allo scrittore di Boston; un racconto che gioca con i titoli di molti dei suoi racconti (a proposito: vogliamo fare un gioco? Provate a indovinare tutti i racconti citati nella storiella, vi va? :3)

E ora, per un momento, permettetemi di esprimere qualche considerazione.

La biografia di Poe è una storia che tutti, immagino, conoscono. Se non approfonditamente, almeno pe
r sommi capi: la morte dei genitori, l'incompatibilità caratteriale e di vedute tra lui e il suo tutore John Allan (incompatibilità che si acuì fino a diventare insanabile dopo la morte di Frances Keeling Allan, moglie di John e primo vero amore del giovane Poe); il matrimonio con la cugina Virginia e la sua morte per tubercolosi; il lavoro per il Broadway Journal, le recensioni caustiche scritte per il Godey's Lady's Book; e poi il sogno, sempre vicino ma mai realizzato, di fondare una rivista letteraria; i guizzi di popolarità e le ricadute nell'indigenza; i saggi, le poesie, i racconti, quell'unico romanzo; la passionalità, la solitudine, l'ironia sottile, l'amore per i giochi di parole, per l'assurdo, per gli stravolgimenti di prospettiva, per le donne e per l'alcool.

Ecco, Poe muore il 7 ottobre del 1849 vittima del delirium tremens e dell'avvelenamento da alcool.
Secondo la tesi maggiormente accreditata, Poe fu uno dei tanti usati in quei giorni a Baltimora come "elettore coatto": si trattava di uomini che venivano fatti ubriacare, dagli esponenti e dai simpatizzanti dei partiti politici in lotta, e poi trascinati nei vari seggi elettorali perché votassero lo stesso candidato più volte.
Una fine misera e ben triste per un tale genio letterario.

Ma sarebbe davvero ingiusto ricordarlo solo per questo.
E allora, ricordiamoci anche perché Poe è diventato un'icona, nonostante al suo funerale abbiano presenziato sei persone in tutto.

Perché Poe è l'autore del giallo come genere e il padre del primo investigatore deduttivo. Il suo Monsieur Dupin, fu l'apripista ai vari Sherlock Holmes e Poirot che seguiranno, anche se non gliene verranno riconosciuti i meriti.

Poe diede fondamentale impulso alla fantascienza e alla narrativa fantastica, scrivendo storie che erano una costante oscillazione tra la realtà e la finzione; i suoi racconti sono vere e proprie allucinazioni psicologiche e minuziose, quanto ossessive, analisi di paranoie e parafilie. Un interesse morboso quanto viscerale per tutto quanto è attinente al corpo e alla psiche, e di quanto il corpo e la psiche siano in grado di condizionarsi a vicenda fino a portare un uomo a compiere le peggiori azioni o, al contrario, a spingerlo a credere le più oscene finzioni.

Ma Poe era anche un giocatore, un uomo che si divertiva a giocare con le parole e le reazioni del suo pubblico e dei suoi detrattori: prima della Guerra dei Mondi di Wells, fu il suo La frottola del pallone il primo esempio di bufala mediatica documentato; del resto l'ironia, e il sarcasmo, erano tra le sue armi preferite quando scriveva.

Se non avete mai letto nulla di suo, vi invito a farlo. Forse lo troverete non troppo moderno, forse a qualcuno non piacerà proprio oppure, forse, ve ne innamorerete e, ogni sette ottobre, stapperete anche voi una bottiglia di vino per commemorarne la morte.










Qui di seguito alcuni testi che vi consiglio:
  • VITA DI EDGAR ALLAN POE - Julio Cortazare, Le lettere
  • POE. OPERE SCELTE - I Meridiani Mondadori
  • VITA ATTRAVERSO LE LETTERE. A CURA DI BARBARA LANATI - Gli struzzi
A Poe e alle sue opere hanno dedicato omaggio, tra gli altri, Fritz Leiber, Stefano Benni, Stephen King.


Alla prossima!

E, come sempre, Buone letture ♥
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4 commenti

  1. Anche io amo tantissimo Poe, in particolare come poeta, ma ovviamente anche come narratore in prosa... Una personalità complessa, con una vita tutt'altro che facile...

    Ho letto recentemente anche Mrs Poe , un romanzo storico in cui Poe, sua moglie e la signora Frances Osgood sono i protagonisti. Mi è piaciuto tanto, te lo consiglio!!

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    1. Ciao Alex, ho appena modificato il post che ieri con SamSam in braccio è venuto fuori un po' contorto :)

      Poe è stato un grande e continua ad esserlo, dato che ogni scrittore ha, almeno una volta, fatto riferimento a lui.
      Per esempio, mi sono appena ricordata di un racconto che gli ha dedicato Bradbury.

      Grazie per la dritta, lo metto in wishlist. ;)
      Se ti capita, Vita attraverso le lettere è una bella opera: riesci a farti un'idea dell'uomo leggendone le lettere, sia quelle più "letterarie" che quelle intime. Ne emerge il ritratto di un uomo testardo ma anche molto debole, passionale come Ligeia e continuamente attratto ma anche spaventato dalla morte, dall'oscurità e dal silenzio del paese dell'ombra. &heart;

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    2. Lo cercherò sicuramente, grazie del consiglio!! *_*

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    3. p.s.: anche per me il cuore rivelatore è il racconto preferito! Seguito da "Il pozzo e il pendolo" ♥

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