UN MONDO SINISTRO - Vladimir Nabokov

Buon lunedì, lettori famelici.
Oggi rivoluzioniamo la scaletta e, invece di postare la Monday Mark ecco l'ultima recensione del blog per quanto riguarda il mese di marzo :)

Con Un mondo sinistro di Vladimir Nabokov partecipo alla theme reading challenge del mese di marzo del blog di Giusy P.
*In breve: una distopia per certi aspetti terribilmente predittiva*


Titolo: Un mondo sinistro (Bend sinister)
Autore: Vladimir Nabokov
Traduttore: Franca Pece
Editore: Adelphi
Edizione: 2013 (1947 prima ed.)
Genere: distopia
Formato: romanzo
pagine: 260
prezzo: 18,00€
ISBN: 978-88-459-2822-2
Voto: 


***

Sinossi: In un oscuro paese dell'Europa orientale – i cui abitanti parlano ora tedesco ora russo ora una lingua che non coincide con nessuna di quelle esistenti – un filosofo quarantenne, Adam Krug, siede annichilito nell'ospedale dove è appena spirata l'amatissima moglie Olga. Krug è una celebrità internazionale, l'unica che possa vantare il piccolo Stato retto dal regime poliziesco di Paduk, fondatore del Partito dell'Uomo Comune, che propugna una dottrina violenta fondata sul «pensiero u­nico». Per consolidare il suo carisma il dittatore vorrebbe l'appoggio di Krug, ma lo studioso oppone il più deciso rifiuto in nome della libertà di coscienza, esponendosi così alla più feroce delle rappresaglie. Concepito nel 1941 e portato a termine tra il 1945 e il 1946, in singolare ed evidente contrappunto con il 1984 di Orwell, Un mondo sinistro è, insieme aInvito a una decapitazione, il romanzo più politico di Nabokov, nutrito com'è dell'orrore che i regimi totalitari avevano scatenato negli anni precedenti. Per Krug, infatti, la coscienza è «l'unica cosa reale al mondo e il mistero più grande»: un prodigio, un arcano, una sfida incessante, e un paradosso, giacché è sinonimo di curiosità illimitata, di sentimenti illimitati all'interno (krug in russo significa «cerchio») di un'esistenza per sua natura finita. Ma, come sempre in Nabokov, questo romanzo è anche altro: una selva di virtuosismi stilistici, di suggestioni, di fantasmi, in mezzo ai quali la mente dello scrittore si aggira sovrana, intessendoli nella narrazione come segreti segnali.




Recensione

Iniziamo col dire che Un mondo sinistro non è un romanzo semplice. Non è un romanzo facile da leggere e da interpretare perché Nabokov usa volutamente uno stile confusionario (si passa dalla terza alla seconda alla prima persona) abbinato a un linguaggio che cambia in continuazione (tedesco; un idioma inventato; francese; italiano [in originale]) e contorsioni lessicali, per completare tutto con ampi brani di pseudo-filosofia, pseudo-critica letteraria e pseudo-scienza politica.
Quindi, metterei un ATTENZIONE a lettere cubitali: se state per avvicinarvi a questo romanzo, sappiate che potreste abbandonarlo dopo poche righe

Perché, allora, leggerlo? 
Perché Un mondo sinistro è una distopia contemporanea a 1984 di Orwell (<3), autore che Nabokov disprezzava apertamente. Perché Nabokov appartiene a quella cerchia di russi fuoriusciti che vissero per anni in America; perché, rispetto a tentativi recenti di satira politico/distopica, questo romanzo è scritto con nessun intento se non quello di raccontare, con un linguaggio studiatamente grottesco (nei contenuti e nella forma), l'esordio grottesco di un regime dittatoriale e le sue grottesche conseguenze. *la ripetizione di "grottesco" è voluta, né XD*

Ma prima di tutto, e sotto tutte le cinconvoluzioni lessicali, Un mondo sinistro è la storia di un uomo e di suo figlio. Un uomo, Adam Krug, da poco vedovo, che si trova, in poche settimane, a dover affrontare oltre alla vedovanza (e al pudore che gli impedisce di dire al figlio di otto anni che la mamma è morta) l'ecatombe di amici che il regime ekwilista sta facendo attorno a lui. 

Quindi, il romanzo è principalmente la storia di Adam Krug che l'autore tratta spesso da personaggio, intervenendo spesso con sue intrusioni (sue=di Nabokov) e forzando il suo ruolo di deus ex-machina quando le cose per il suo protagonista si fanno atrocemente dolorose.

Un mondo sinistro è, per certi aspetti, un romanzo teatrale, che rispecchia tratti della commedia di Shakespeare (con il personaggio che si rivolge al pubblico, riportando lo spettatore alla realtà della finzione cui sta assistendo). Ed è un romanzo in cui il palcoscenico è rappresentato dallo Stato, in cui Krug vive.Così, mentre la moglie di Krug muore in un letto d'ospedale, all'esterno da quella struttura, lo Stato viene travolto da una rivoluzione e dall'insediamento di un regime che ha come obiettivo quello di rendere tutti uguali. Uguaglianza, quella del nuovo Stato in cui si sposta il fresco vedovo Adam Krug, che non è quella sociale o economica, ma mentale e spirituale.
L'ekwilismo del dittatore Paduk (ex compagno di scuola di Krug e vittima del bullismo dei ragazzi durante l'adolescenza), infatti, propugna l'uguaglianza di carattere e di educazione, in modo che nessuno sia migliore di un altro: in pratica l'obiettivo dell'ekwilismo è l'omologazione caratteriale e mentale dei cittadini.

Non la trovate una distopia agghiacciante? 

E Krug che ruolo ha in questa storia? 
Da sempre estraneo a ogni gruppo, Krug rifiuta di partecipare alla nuova vita che lo Stato ekwilista gli ha assegnato (il rettorato dell'università che verrà riadattata a istituto di alfabetizzazione, più o meno). Solo quando viene arrestato e costretto alla separazione dal figlio, solo allora Krug sarà disposto a capitolare, mosso non dalla paura per se stesso ma dall'amore e dalla volontà di protezione del piccolo Arvid, suo figlio.

---ATTENZIONE SPOILER---
Ma ecco che, per l'inettitudine di coloro che sono stati incaricati dell'arresto, il figlio di Krug, Arvid, viene prima smarrito e poi assegnato a un istituto per il recupero di criminali particolarmente violenti.In un tripudio si esecuzioni sommarie e immediate, per compensare al madornale errore compiuto, il romanzo si conclude con la pazzia di Krug e un'ultima dichiarazione dell'autore che cala, alzandosi dalla scrivania su cui posano le pagine del manoscritto, il suo sipario.
---SPOILER FINE---

Bonus Track: Tra le parti interessanti, troviamo anche una piccola traccia di Lolita nel romanzo; una parte della Lolita che Nabokov scriverà qualche anno dopo. E anche Krug, a leggerne certi passi, ha alcune caratteristiche che ritroveremo nel prof Humbert Humbert.

Come sempre, nonostante alcune difficoltà, è un romanzo che consiglio, soprattutto se, come la sottoscritta, siete appassionati di distopie :)

Citazioni

"Pensi ai milioni di libri inutili che si accumulano nelle biblioteche. E ai libri che si stampano! [...] E tutti i soldi spesi per delle scempiaggini. E quei musei enormi - nient'altro che una frode continua. Per farti restare a bocca aperta davanti a un sasso che qualcuno ha raccolto nel giardino di casa sua. Meno libri e più buonsenso, ecco il mio motto." [p.42]

"Cercare di progettare il nostro domani utilizzando le informazioni fornite dal nostro ieri significa ignorare l'elemento fondamentale del futuro, che è la sua totale inesistenza. Noi scambiamo per movimento razionale la corsa vertiginosa del presente verso quel vuoto." [p. 66]


2 commenti

  1. Di Nabokov ho letto solo Lolita e ammetto che questo libro non lo conoscevo per niente, però la tua recensione mi ha davvero incuriosita! :) Non so ancora se lo leggerò, di sicuro non in questo periodo (le letture "pesanti" ora come ora non mi attirano molto, ma io vado a periodi :P) però ora sono davvero curiosa :)

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    1. Anche Lolita ha i suoi punti di pesantezza XD questo lo definirei un mix tra un dialogo di Groucho Marx, L'Ulisse di Joyce e un trattato di filosofia politica. Ti aggroviglia la lettura, ma se mantieni fermo il punto che quello che stai leggendo è, prima di tutto, la storia di Krug, direi che lo si legge sorvolando sulle difficoltà (neanch'io lo conoscevo :) il merito va tutto alla "bacheca delle novità" della biblioteca :3

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